Gazzettino Sampierdarenese
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Quando ho saputo che Angelo Roberto Campiselli aveva pronta una nuova raccolta di poesie da pubblicare ho provato piacere e curiosità.
Piacere perché scrivere, leggere, pensare e soprattutto parlare in genovese è l’unico, vero modo di mantenere viva una lingua: la nostra.
Maggiore la curiosità. Avevo già apprezzato la qualità del primo libro di poesie "Sejann-e antighe", pubblicato nel 2004; la lettura di questa nuova raccolta ha costituito la conferma che Campiselli ha ispirazione fresca e suggestiva, e una capacità di sorprendere il lettore con argute osservazioni che fanno meditare: il lampo che annuncia il tuono, ma il rombo del tuono Campiselli lo lascia alla nostra sensibilità.
Il suo è un suggerimento, non una conclusione.
Le poesie qui riunite, salvo poche eccezioni, sono di produzione recente. Chi ha letto "Sejann-e antighe" sa che quel libro ha rappresentato una tappa editoriale di un percorso poetico di cinquant’anni di vita dove si rintracciano i ricordi ancora vividi della guerra, e poi il lavoro, i viaggi, l’osservazione della natura: molteplici percorsi che si intrecciano e che Campiselli, con l’ispirazione e la sensibilità che gli sono proprie, ha saputo enucleare e dare loro forma poetica.
Queste di adesso sono invece le poesie dell’oggi, della riflessione, dei ricordi, delle sensazioni che si palesano ad uno spirito ancora giovane; sono poesie di conferma di ciò in cui l’Autore ha creduto e che ritroviamo qui come ideale prosecuzione del discorso cominciato con "Sejann-e antighe" e mai interrotto. L’amore per la natura e il dispiacere di turbarne l’equilibrio, tema a lui caro, si rivela quando Campiselli si accorge di aver distrutto, chissà perché, la ragnatela de L’âgnetto. Oppure quando parla de O massapræve solitâio che aspetta d’assoigiâse a-o sô, oppure ancora Comme ’n’ava che aspetta il futuro, anche breve, perché a l’é a concluxon.
I ricordi, mai ostinatamente nostalgici o lamentosi, Campiselli li propone senza alcuna retorica, ma come descrizione di avvenimenti: si ricorda de A bugatta e de L’offiziêu, dei bagni Strega, ma non trascura la bellezza delle Çinque Tære ... Belle tære da mæ tæra. Delicato il ricordo della mamma: Têgnime addescio… moæ; curioso quello de O bagno De Ferrari, brillante la descrizione de L’ostaja do Richetto a-o Righi.
E quanto bene si voleva allora a O spassin! Ma, fòscia no l’é che ’na vòtta voeivimo ben a tutti? conclude Campiselli: il lampo che lascia al lettore immaginare il rombo del tuono.
E dopo E mæ scoverte, gustosa e sapiente raccolta di ovvietà, occorre fare attenzione a Quande t’acciappa i scrìpixi, perché, avverte il Poeta, Fermâse non se peu beseugna andâ avanti, acuta e sferzante sintesi del divenire della nostra vita, ma anche il mio invito a leggere questo bel libro di poesie composte da un autore sensibile e arguto come Angelo Roberto Campiselli.
F. Bam.
[Franco Bampi]
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