Il Giornale Venerdì 7 aprile 2006Sonetto elettorale per convincere gli astensionistiL'anno 1920 fu teatro di molti scioperi, che avvennero anche qui a Genova. Con un clima politico molto caldo, nell'autunno si tennero le elezioni amministrative per rinnovare in tutta Italia i consigli comunali e provinciali, che erano ancora quelli anteriori allo scoppio della Grande Guerra. Queste elezioni costituirono le ultime elezioni in ambito locale prima dell'avvento del fascismo. Carlo Malinverni (9-9-1853, 9-1-1922), giornalista e uomo di cultura, volle intervenire per sollecitare il voto con un «Sonetto elettorale» che mi pare d'interesse rileggere oggi, che ci apprestiamo ad andare a votare. Ricordo che Carlo Malinverni, fervente mazziniano, fu tra i promotori dell'associazione per la cultura genovese «A Compagna» che fu poi fondata nel 1923, ad un anno dalla sua morte. Oltre a poesie in italiano, Malinverni fu autore di svariate poesie in genovese raccolte in due volumi: «Due brocche de Viovetta » del 1908 e «Bolle de savon» del 1921 da cui è tratto il sonetto. A Malinverni fu dedicato un busto bronzeo ancor oggi visibile nella via Martin Piaggio. Ed ecco il «Sonetto elettorale».
Genovesotti, è tempo di star svegli / non star a grattarsi le balle, perbacco! / e, se non volete passare per tanti fessi, / andate tutti a votare diritti di corsa. // Ci sono richiami che cantano a vanvera? / c'è il cacciatore con il richiamo (per uccelli), l'aiolo (rete per uccelli) e la rete? / Fate il signore: - dove andato?ù - porto pesci; e guardate la lanterna come fanno i marinai. // Ma il dire: io sto a vedere e mi altaleno / a questi chiari di luna è un nonsenso / se volete venire a capo di questo intreccio // state a sentire che ve lo dico come la penso: / date il voto, senza guardare in faccia all'amico, / a quelli che hanno quattro once di buon senso. Franco Bampi [ inizio pagina ] |