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la Repubblica Martedì 6 marzo 2007

       Le idee       

Quegli scatti di Leoni con la voglia di zeneise

Franco Bampi*

La mostra dedicata alle istantanee di Francesco Leoni ed allestita nel Palazzo della Borsa di Piazza De Ferrari è senza dubbio bellissima e suggestiva. È un immergersi in 80 anni della nostra vita attraverso gli occhi di un grande fotografo che ha lasciato, nelle sue immagini, un’importante testimonianza della nostra storia. Un modo per ricordare chi ha saputo dare molto di sé a tutti noi, a una Genova che spesso troppo rapidamente dimentica i suoi figli.

 

Le parole di
Berneschi
in dialetto
nascono dal
cuore prima
che dalla
testa

La mostra è talmente permeata da una spiccata genovesità e da affascinanti richiami al nostro essere cittadini di Genova che venerdì 19 febbraio, il giorno dell’inaugurazione, il presidente della Carige Giovanni Berneschi ha pubblicamente confessato di essere rimasto così colpito dallo spirito genovese che emerge prepotente dalle immagini di Leoni da sentire forte lo stimolo e la voglia di parlare, lì con noi presenti, in genovese.

Già, perché il genovese il presidente Berneschi lo parla e lo parla bene; e la sua affermazione, che nasce dal cuore prima che dalla testa, dimostra in modo evidente come immagini dalla forte connotazione genovese sappiano evocare, tra le sensazioni di un recente passato, anche la nostra parlata, un simbolo identitario insostituibile per una comunità che vuol riconoscersi nell’ambiente materiale e immateriale che lei stessa ha plasmato e che in esso si identifica.

Ecco: la nostra antica parlata genovese. Non scordiamolo, è ancora lingua viva, ma spetta a noi parlanti l’obbligo e l’impegno di mantenerla viva nell’unico modo possibile: parlandola tra noi, ma soprattutto con i nostri figli e i nostri nipoti.

Il poeta, scrittore e critico francese Rémy de Gourmont (1858 – 1915) ha detto: "Quando un popolo non osa più difendere la propria lingua, è pronto per la schiavitù". Berneschi mi ha rincuorato: ha detto in modo chiaro a tutti noi che essere genovesi è anche, o forse soprattutto, parlare in genovese.

Terminato il suo discorso mi sono avvicinato a lui e l’ho ringraziato. In genovese, naturalmente!

*docente universitario

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