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Il Giornale
Martedì 3 gennaio 2006
LA POLEMICA SUL NOME DEL TEATRO DELL'OPERA
I monumenti dei nemici vinti si buttano giù
Franco Bampi*
La parola maieutica significa letteralmente «l'arte della levatrice»
e fu usata da Socrate per indicare quel metodo di ricerca della verità
che consiste nel sollecitare il soggetto pensante a ritrovarla in se
stesso e a trarla fuori dalla propria anima. Ma da certi scritti c'è ben
poco da trarre fuori. Per questo è difficile commentare la confusa e
pasticciata replica di Mario Lauro pubblicata
il 3 gennaio a proposito del dibattito sul nome da assegnare al Teatro
dell'Opera di Genova: certe cose, se non si capiscono da sé, è impossibile
spiegarle. Ma qualcosa proverò a scrivere.
Innanzi tutto il Mil. Il lettore interessato a conoscere maggiormente il
Mil (del quale sono il segretario e non il presidente che è Vincenzo
Matteucci) è invitato a consultare il sito ufficiale
www.mil2002.org dove
troverà tutte le informazioni che gli interessano.
Veniamo alla storia. Il 4 luglio 1848 l'Assemblea nazionale del Veneto
votò, contrario Daniele Manin, l'annessione al Regno di Sardegna. Il 21
ottobre 1866 il Veneto votò il plebiscito di annessione al Regno
d'Italia. E proprio nel Veneto vi sono vari movimenti che, giudicando una farsa
la celebrazione dei plebisciti, vorrebbero riottenere l'indipendenza
della loro terra. Circa la Liguria, essa fu annessa all'impero
napoleonico nel 1805 e non nel 1806. Quanto poi al generale Bentinck,
egli non «occupò» la Liguria, ma la liberò (come fecero le truppe
alleate con l'Italia nel 1945) dalle truppe d'occupazione francesi e le
restituì la sovranità con il famoso Proclama
del 26 aprile 1814 nel quale il Generale dichiara «art. 1 - che la
costituzione quale esisteva nell'anno 1797, con quelle modificazioni che
il voto generale, il pubblico bene e lo spirito dell'originale Costituzione
del 1576 sembrano richiedere, è ristabilita». Nel contempo nominò un
Governo Provvisorio che rappresentò la Nazione Ligure, sovrana e indipendente,
al Congresso di Vienna dove le Potenze Europee conculcarono
le decisioni del generale Bentinck stabilendo illegittimamente e d'imperio
l'annessione della Liguria al Regno di Sardegna.
Quanto poi al fatto che i monumenti debbano fare riferimento ai personaggi
del tempo,non risulta che, per esempio, le varie statue di Mussolini siano
rimaste dove furono erette in onore del «personaggio del tempo»! Gli Italiani,
stabilito che Mussolini era un dittatore, hanno rimosso tutto ciò che gli
faceva onore. Ora non v'è dubbio alcuno che i Savoia siano sempre stati i
nemici
storici di Genova e della Liguria, terre che hanno sempre cercato di
conquistare con congiure o guerre, arrivando addirittura ad autorizzare il
feroce Sacco di Genova del 1849. Non si comprende perché oggi,
che finalmente ci siamo liberati dei Savoia, non possiamo anche rimuovere
tutto quello che ancora li onora come l'intitolazione a Carlo Felice del
Teatro Lirico o la statua di Vittorio Emanuele II in piazza Corvetto.
Per il resto spero che Mario Lauro voglia lasciar riposare Collodi e gli
antichi greci; eviti di parlare di cosa rincorre il Mil (visto che egli
stesso afferma di ignorarlo) e si legga qualche buon libro sul folclore
per imparare che nelle tradizioni popolari sta il sale della vita.
* segretario Movimento Indipendentista Ligure
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COME MUSSOLINI
Per Franco Bampi
la dedica del teatro
a Carlo Felice
è come una statua
di Mussolini:
«passato» il tiranno
deve essere rimossa
proprio perché
la storia impone
di superare
il ricordo dei nemici
[FOTO: MACCARINI] |
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