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Il Secolo XIX Domenica 23 maggio 1999
Lettere al Decimonono

La bandiera di San Giorgio

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Sono finalmente in grado di rispondere anche alla prima parte della lettera del sig. Edoardo Maragliano, apparsa in questa rubrica il 20 febbraio 1999 (alla seconda parte ho già risposto in data 9 aprile 1999). Il sig. Maragliano chiedeva se la gloriosa bandiera di San Giorgio fosse stata incorporata nello Stemma Sabaudo quale trofeo, avendo letto ciò sull’Enciclopedia Popolare Italiana (Torino, Pomba ora Utet, 1859). La situazione è la seguente.

Nonostante l’impari lotta tenacemente combattuta da Antonio Brignole Sale per allontanare la temuta annessione, il Congresso di Vienna (1814) stabilì (con atto d’imperio mai ratificato da alcun plebiscito, né conseguente ad alcuna dichiarazione di guerra) che la Serenissima Repubblica di Genova sarebbe stata annessa al Regno di Sardegna, nonostante essa partecipasse al Congresso quale stato sovrano, come sancito dal proclama emanato da Lord Bentinck il 26 aprile 1814 che ricostituiva la Repubblica di Genova come esisteva prima del 1797. Per informazione la delibera del Comitato delle Potenze di Vienna è del 12 novembre 1814, le Regie Patenti del Re Sardo sono del 30 dicembre 1814, il commissario plenipotenziario per il Ducato di Genova, Ignazio Thaon di Revel, giungerà a Genova il 3 gennaio 1815. Come cita Vito Vitale nel suo celebre "Breviario della Storia di Genova", i Genovesi riconobbero questa cessione come "il maggiore dei castighi che potessero aspettarsi dai Sovrani alleati".

L’ultima comparsa dello stemma della Repubblica in un suo atto di sovranità si trova nel proclama di commiato del Governo, datato 26 dicembre 1814, col quale, dignitosamente piegandosi alle decisioni di Vienna, i firmatari, presidente Girolamo Serra, intesero non ledere e salvaguardare gli“imprescrittibili diritti” del popolo genovese e ligure. Con le Regie Patenti di Re Vittorio Emanuele del 23 gennaio 1816 l’insegna municipale di Genova ebbe i grifoni reggistemma rappresentati con la coda fra le gambe, in segno di sottomissione.

E la corona che sormontava lo stemma, prima chiusa in segno di sovranità, ora divenne quella comitale (sebbene il re di Sardegna fosse duca di Genova) non potendo superare Torino che, pur essendo capitale, aveva il titolo comitale.

Tra le "condizioni che devono servire di base alla riunione degli Stati di Genova a quelli di S.M. Sardo concordate dalle Potenze Alleate nel Congresso di Vienna", l’articolo 3 recita: "Le armi di Genova (ossia il suo stemma, ndr) faranno parte dello stemma reale e i loro colori entreranno nella bandiera di S.M.". In conclusione e fermo restando il giudizio morale e politico che ognuno può dare sulle verità storiche sopra riferite, fu diritto dei Savoia includere la gloriosa bandiera di San Giorgio nello Stemma Sabaudo.

Per chi volesse accedere ai testi dei documenti ufficiali può consultare l’interessante libro, scritto con fiero spirito genovese, di Massimiliano Spinola, "La restaurazione della Repubblica Ligure nel MDCCXIV", reperibile presso la Biblioteca Berio, libro che mi è stato segnalato dall’amico dott. Aldo Agosto, per 22 anni direttore dell’Archivio di Stato di Genova, fonte inesauribile di notizie di Storia Patria.

Prof. Franco Bampi
Vice Presidente
dell’associazione
A Compagna

Genova, 12 maggio 1999

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Il Secolo XIX Sabato 20 febbraio 1999
Lettere al Decimonono

La bandiera di San Giorgio

Avendo consultato l'Encicolpedia Popolare Italiana edita a Torino nel 1859 dalla Casa Editrice POMBA (poi UTET), ho letto alla voce "Genova" che la gloriosa bandiera di San Giorgio, dopo il Congresso di Vienna, è stata incorporata nello stemma di Casa Savoia quale trofeo.

Vorrei sapere da qualche storico se ciò corrisponde a verità. Inoltre mi piacerebbe conoscere quali siano state le origini della bandiera genovese ed il motivo della sua uguaglianza a quella di Milano.

Edoardo Maragliano
Genova

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