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Il Secolo XIX
Venerdì 5 novembre 2010
LA DISPUTA È NATA ALLA FESTA DELLA ZUCCA CON IL DONO A BOSSI
DI UNA FORMELLA IN CERAMICA
«Cari padani, giù le mani dalla bandiera di Genova»
Franco Bampi
La Lega: nostra quella di San Giorgio
La replica di Bampi: «È antistorico»
[ replica ]
LA LEGA NORD si è riunita a Pecorara per la Festa della Zucca. I deputati locali
hanno consegnato a Umberto Bossi la copia di una formella, quella originale del 1300
è custodita a Praga, raffigurante San Giorgio e il drago. E hanno detto che la bandiera
di San Giorgio è la bandiera della Padania: «Dietro c’è il popolo, davanti c’è
Bossi».
Ma la bandiera di San Giorgio, croce rossa in campo bianco, è la bandiera di Genova,
ceduta nel corso dei secoli ai Lombardi così come agli Inglesi. Non ci sono molti dubbi,
sul fatto storico.
Ma procediamo con ordine.
I Genovesi, che intesero sempre costituire una Nazione a sé stante anche rispetto
agli altri italiani, nel loro determinante intervento alla conquista del Santo Sepolcro
(prima crociata, anno 1099) assunsero a loro insegna la croce rossa in campo bianco e
la mantennero senza mai più abbandonarla. Quale segno della passione di Cristo e simbolo
del Cristianesimo, essa significa Vittoria e Liberazione.
Jacopo da Varagine la chiama nella sua cronaca «salutifero e trionfale vessillo
della vera croce». Il vessillo crociato, terminante con tre code, è raffigurato sulla
torre del castello di Portovenere, in un disegno a penna coevo al testo nel codice
parigino del Caffaro (iniziato nel l’anno 1099).
La croce di San Giorgio, battuta dalle navi della forte e valorosa Repubblica marinara
di Genova, incuteva rispetto e rappresentava una sorta di immunità per chi navigava sui
mari, allora piuttosto pericolosi. Fu così che nel 1190 Londra e l’Inghilterra chiesero
e ottennero la possibilità di utilizzo della bandiera crociata per avere le loro navi
protette dalla flotta genovese nel Mar Mediterraneo; per questo privilegio il monarca
inglese corrispondeva a Genova un tributo annuale.
Ancora oggi l’Inghilterra e la città di Londra utilizzano la bandiera di San Giorgio;
e San Giorgio dei Genovesi compare pure sulle sterline inglesi.
Queste concessioni non devono sorprendere. Riferisce infatti l’Accinelli che i
Genovesi non erano restii a concedere di portare le loro insegne «ai loro amici o
confederati nelle marittime spedizioni». Oliviero Cromwell ebbe a dire: «...l’Inghilterra
e Genova sono due Repubbliche sorelle ambedue sotto l’egida della Croce del gran San
Giorgio e perciò si debbono rendere mutuo onore e aiuto».
Sempre l’Accinelli ci spiega come mai la bandiera di Milano è identica a quella di
Genova. Egli infatti scrive: «E mandati dalla Repubblica 500 balestrieri con la suddetta
insegna in soccorso dei Milanesi nel 1247, espugnata col loro valore la città Vittoria
nuovamente fabbricata da Federico II vicino a Parma, vollero i Milanesi per maggiore
onore assumersi dello stendardo de’ Genovesi l’insegna».
Quindi, cari padani dei nostri tempi,accantonate il vostro progetto di mettere le
mani su questo glorioso vessillo. La storia dice che è dei Genovesi. E lo resterà.
FRANCO BAMPI, genovesista, è docente universitario
e leader del Movimento Indipendenza Liguria.
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Il Secolo XIX
Sabato 6 novembre 2010
POLEMICA SU SAN GIORGIO
Rixi: «La croce sulle bandiere di tutto il nord»
GENOVA. «Bampi merita la massima stima per la battaglia identitaria che conduce,
battaglia che è la quintessenza del credo leghista. Ai tempi della Repubblica di
Genova il mondo intero temeva e rispettava la Croce di San Giorgio. Allo stesso modo
come liguri dobbiamo sentirci orgogliosi che circa la metà delle città padane di oltre
Appennino abbiano la nostra Croce nelle loro bandiere storiche». Così il capogruppo
in Regione Liguria Edoardo Rixi ha replicato alle critiche di Franco Bampi, genovesista
e docente universitario, che ha criticato la Lega Nord accusandola di voler trasformare
la bandiera di Genova in un simbolo padano. «È nata da un eccesso di zelo» è il pensiero
di Rixi.
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