Soglio in Val Fontanabuona:
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La natura, la civiltà e la religione formarono in ogni tempo la grandezza, la fortuna e la vita come dei grandi Centri, così del più piccolo Paese perduto tra le valli dei monti. Furono i tre elementi che nel corso dei secoli diedero principio e materia inesauribile a quella Storia che Marco Tullio assai bene chiamò la guida dei popoli, la maestra della vita. |
Soglio, Giorno di Santa Cecilia
22 novembre 1901 |
Chi va da Chiavari a Genova lungo la statale n. 225 della Val Fontanabuona, giunto a Càlvari, frazione di San Colombano in Certénoli, può ammirare la chiesa di Soglio che svetta alta sulla costa del monte e che fornisce il segnale della presenza di una comunità, oggi alquanto ridotta, ma assai più numerosa nei tempi passati. Per buona volontà di tre abitanti di Pian dei Ratti – così è detta la zona sottostante la costa su cui sorge Soglio – sono state trascritte le memorie, raccolte tra il 1901 e il 1917, dal sacerdote Stefano Soracco, parroco di Soglio dal 1899 al 1944. Lo scritto (1), ad oggi inedito, presenta molti aspetti d'interesse: non solo offre notizie storiche e curiosità religiose ed artistiche ma anche evidenzia problemi e indicazioni che, dopo quasi cent'anni, sembra non abbiano perso la loro attualità. Mi è parso quindi d'interesse proporre ai soci de «A Compagna» e ai lettori del nostro Bollettino alcuni brani tratti dallo scritto citato, che inizia con la frase posta ad epigrafe di questo mio contributo. Il testo è trascritto, con minori modifiche, nella forma originale ritenendo che certi arcaismi diano una efficace testimonianza del tempo che fu. Oggi Soglio (in genovese Seuggio) e Pian dei Ratti appartengono al Comune di Orero.
Etimologia di Soglio
Fu scritto dagli antichi che i nomi sogliono il più delle volte convenire alle cose nominate: Conveniunt rebus nomina saepe suis. Ciò se fu vero tante volte in modo speciale deve dirsi verissimo nel modo più evidente della Parrocchia dì Soglio. Infatti a chi parte da Chiavari alla volta della Fontanabuona passando per la scorciatoia di S. Ruffino di Leivi, giunto al passo del colle si para dinanzi la lunga Vallata della Fontanabuona come un vastissimo tempio che ha per mura laterali le due catene di monti, per coro la catena semicircolare dei monti del Bisagno, per volta il cielo azzurro, per pulpito del maestosissimo tempio più che papale la bianchissima Chiesa di Soglio. Soglio vuol dir trono e suole sempre un trono collocarsi in luogo elevato e maestoso perché domini intorno e attiri gli sguardi delle moltitudini entusiaste. Tale è la Chiesa di Soglio la quale colla sua bianca facciata di marmo, col grazioso suo campanile si presenta al viandante che passa lungo la via quasi Regina seduta in Soglio, nome voluto tale dalla amenità del luogo e dato al luogo dalla convinzione ammirata degli antenati. Arturo Ferretti, Sotto Archivista di Storia a Genova, giovane in fatto di antichità coltissimo, trovò nel rovistare gli archivi che i Romani parlarono di Soglio chiamandolo Selium, seggio, od anche Solarium da sole, essendo Soglio riguardo al sole in pieno meriggio.
Soglio è posto a tergo di Rapallo di fronte al versante settentrionale di Mont'Allegro.
I Francesi nella valle
Nell'anno 1799 un avvenimento dì sangue turbò alquanto la vita tranquilla di Soglio e di tutta la vallata. Ardeva allora, la guerra fra l'Austria e la Francia. Il primo Napoleone la conduceva con quella celerità che è propria di chi non ha che un nemico da vincere per poi passare a nuovi trionfi, e la dirigeva con quella grandezza di linee e con quel moto regolare che sono propri di un genio guerresco. Al Buonaparte premeva che Genova gli restasse ed il Maxena suo generale la difendeva con ostinata fierezza. La linea di operazione si estese a tutta la Liguria e due eserciti si scontrarono in quest'anno sulle montagne orientali di Fontanabuona. I francesi in numero di 1300 entrarono nella valle da Rapallo e da Chiavari mentre i tedeschi tenevano i primi monti. La fiera popolazione oppose resistenza a tutti e due li eserciti, gli austriaci piegarono alla riviera e la lotta restò coi soli francesi. I contadini di Fontanabuona, che innanzi ai fatti di sangue conservano una calma ed una freddezza tedesca, combattevano dalle case, dai tetti, in piccoli gruppi dispersi per i campi, ed i francesi senza vedere nemico venivano decimati ad ogni passo. Si ammirano tuttora case di quell'epoca che mostrano i fori rettangolari da cui sparavano sui poveri soldati. Finalmente i francesi orribilmente decimati capitarono a Lumarzo ma colà erano attesi dai giovani contadini della valle in numero di 700. Era così odiato il nome francese nella valle che non si voleva alcuno potesse uscire e gloriarsi di esservi passato ed uscito armato. I 700 fecero l'ultimo fuoco sugli estenuati stranieri e siccome erano dietro agli alberi, i poveri soldati vedevano fischiare le palle e cadere i compagni senza poter vedere i feritori. Di qui il grido disperato: «Fontanabuona fontana del diavolo, tutti gli alberi gettano fuoco». La strage fu completa: nessuno dei francesi ebbe il vanto di poter dire più tardi che vi era passato (in Fontanabuona) e ne era uscito armato. La strage però era cominciata a Piandicoreglia e cadaveri di francesi restarono in ogni luogo. Chi scrive sentì da un possidente di Piandeiratti questo fatto: scavando egli stesso le fondamenta di una sua casa, trovò ossa umane, un fucile, uno spadone ed una medaglia che sono certo avanzo di un soldato francese. La medaglia porta l'effigie di Napoleone I e da una parte la scrittura «A mes compagnons de la glorie», «Compagnes de 1792 a 1815».
Una curiosità su Mazzini
Fra i rettori che hanno governato con zelo ed amore la popolazione di Soglio va senza dubbio ricordato Don Pietro Sanguineti che resse la Parrocchia nella prima metà del secolo scorso (dal 1826 al 1857). In alcuni suoi anni di studio egli era stato compagno di Giuseppe Mazzini e mentre il Mazzini sognava rivoluzione e repubblica, morte al papato ed ai regni, il Sanguineti divenuto parroco soleva di lui raccontare quest'episodio. Un giorno il loro maestro avendo ascoltato come una confessione del suo interno da Giuseppe Mazzini gli si rivolse, e dolente gli disse: Mazzini Mazzini non farete piangere la Chiesa. Questa espressione aveva spaventato i compagni ma unico il Mazzini riprese compiacentesi a sviluppare e difendere le sue idee. Questo fatto, mentre fa presentire il futuro corifeo dei rivoluzionari, smentisce anche tante voci che predicano il Mazzini giovinetto religiosissimo.
Emigrazione
Presentemente la popolazione diminuisce, né vi sono famiglie di favolose ricchezze: quasi tutti sono piccoli possidenti, lavoratori dei loro terreni e gelosi di una massima libertà che conservano in tutto. Il popolo è buono relativamente ai popoli vicini, e se vi è nella valle un paese in cui non si possano ricordare delinquenti sanguinari questo è Soglio. L'emigrazione fortissima, perché nell'animo del popolo si risveglia ora un desiderio ardente di felicità e di vita migliore e seguendo questo impulso una gran parte di noi abbandona la patria, la gioventù non aspetta nemmeno i vent'anni per portarsi alle terre d'America, tutta trasportata dalla speranza di più grandi fortune. Nella stessa vita intima dei Sogliesi si riscontra lo stesso fenomeno. Infatti si sta più volentieri al basso, dove le comodità sono più grandi, mentre sulle alture decresce la vita, i figli non si sentono più costretti, come un dì i loro padri, alla casa dei vecchi. Il commercio ancora sussiste e a Piandeiratti specialmente è in vigore. Questo quartiere, se verranno per la vallata giorni migliori, sarà l'unico che verrà più popolato come ora è l'unico che più si conserva. Una cosa soltanto potrebbe arrestare l'emigrazione e questa sarebbe l'impianto di migliori comunicazioni colle vicine borgate della Riviera. La vita dei campi per noi è troppo pesante e relativamente al lavoro, poco produttiva. Vi sono ardesie ed altri prodotti facilmente commerciabili che potrebbero consumare l'opera della maggior parte degli abitanti, ma sono abbandonati e molto lentamente smerciati per difetto di trasporto.
I quattro Santi Martiri
L'anno dopo 1811 la Parrocchia di Soglio scriveva una delle sue pagine più belle, arricchendosi di quattro corpi insigni quali sono: San Pio, San Clemente, San Donato, Santa Liberata. Facendo il 1° Napoleone in quei giorni di scompiglio man bassa sui beni delle Chiese, parte delle quali distruggeva, avvenne che i detti quattro corpi che erano in venerazione in una Chiesa di Frati in Piazza S. Domenico (Genova) venissero come trafugati e dispersi. Un pio sacerdote di Soglio per nome Reverendo Francesco Biggio (pare), influente in Genova, dietro pratiche ben condotte poté averli. Per tale tesoro preziosissimo i parrocchiani di Soglio si imposero una tassa come risulta dai libri parrocchiali di L. 1202 che pagarono subito. Per trasportarli da Genova si spesero L. 6,12. Passando in Riviera tutti volevano vederli, a Rapallo ridestarono vivissima ammirazione tanto che i Rapallesi vivamente scongiurarono per averne almeno uno... e un vecchio di 95 anni che ebbi l'onore di avvicinare nel 1899, presente nel 1811 al trasporto dei gloriosi corpi, mi narrava che, malgrado il lutto che in quei giorni regnava nella Fontanabuona per i molti caduti in guerra sotto Napoleone, e specialmente per la grande campagna di Mosca nel 1812, anno seguente, pure, all'arrivo a Soglio dei quattro corpi dei Martiri ci fu tanto entusiasmo di gioia che mai l'uguale. Erano le ossa dei Martiri che venivano visitate dall'ammirazione e dall'amore dei credenti, ossa corum visitata sunt, per germogliare di perenne giovinezza dal nuovo sito di gloria, ut pullent in loco suo, quasi candidi gigli al loro nome e per la loro festa fu consacrata la primizia del più bello tra i mesi, la prima Domenica di Maggio, per inghirlandarli di fiori perenni sempre freschi ed olezzanti. Nessuna Parrocchia della Diocesi può vantare quattro tesori così preziosi.
Sono essi la più bella gloria della Fontanabuona ai quali dovrebbesi la festa più solenne. Voglia Dio che cambiati i tempi tale voto si compia.
(1) Parroco Stefano Soracco, Memorie topografico storico ecclesiastiche della Parrocchia di Soglio, trascritte nel mese di dicembre 1998 da Eva Cuneo, Carlo Queirolo e Gianluca Ratto.
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