1796: una convenzione segreta tra Genova e FranciaFranco BampiBollettino «A Compagna», n. 4/5 - Lug.-Ott. 1999 Esistono alcuni episodi della Repubblica di Genova avvenuti in occasione del turbine napoleonico (più precisamente tra il 1796 e il 1815) che i maggiori libri di storia genovese trattano in maniera superficiale, sottovalutando l'importanza che, nella rilettura storica attuale, sembrano rivestire. Il primo, che tratterò in questo scritto, riguarda la stipulazione di una convenzione segreta tra la Repubblica di Genova e la Repubblica Francese. La situazione storica in cui si colloca l'episodio è la seguente. Le idee della Rivoluzione Francese si erano ormai diffuse in Europa. Nell'aprile del 1796 Napoleone, la cui importanza incominciava a rivelarsi all'Europa, intraprende la prima campagna d'Italia. Così scrive il Donaver (1). La Repubblica di Genova, come quella di Venezia, protestò volersi serbare neutrale, sebbene la nobiltà, nelle cui mani stava il potere, tremasse al progresso delle idee francesi. L'Inghilterra, che si era alleata con il re sardo e l'imperatore d'Austria contro la Francia, mandava una flotta nel Mediterraneo, al duplice scopo d'indurre la Repubblica di Genova ad entrare nella loro lega e difendere la riviera di ponente da un'invasione francese. A violare la neutralità della Repubblica, sebbene senza sua colpa, accadde che due navi inglesi entrassero nel porto di Genova, assalissero la fregata francese "La Modesta" e, uccidendone molti marinai, se ne impadronissero. Protestò la Francia a mezzo del suo ministro Tilly, minacciando gravi danni alla Repubblica; ma questa, mediante il pagamento di quattro milioni di lire, compose, pel momento, la vertenza. Ecco il punto: Genova pagò quattro milioni di lire alla Francia. Ed ecco il problema: quale patto fu stipulato e quali furono le garanzie o le promesse che Genova ottenne dalla Francia? Sugli altri libri di storia genovese non si trovano maggiori chiarimenti. Il Vitale (2) afferma che la Repubblica di Genova in cambio della promessa di rispettare l'integrità del territorio ligure e di non permettere al Regno di Sardegna di ritornare ad Oneglia e a Loano, assicura alla Francia un prestito di sei milioni. Si noti: sei milioni e non quattro. Il De Negri (3) semplicemente non cita l'episodio. Altri autori (Costantini (4), Bergellini (5), Manfroni (6) e, più diffusamente, Varese (7) e Clavarino (8)) parlano genericamente di un accordo e ne indicano qualche clausola. La documentazione dell'accordo è reperibile in uno scritto conservato presso l'Archivio di Stato di Genova dal titolo: Convenzione segreta fra la Repubblica Francese e la Repubblica di Genova (9). In estrema sintesi la Repubblica di Genova, come era usa fare, ritiene di poter fermare Napoleone pagando ben quattro milioni di franchi a garanzia dell'integrità territoriale. La Francia accetta e, come è noto, non mantiene i patti arrivando, con il Decreto di Aggregazione del 6 giugno 1805 sottoscritto da Napoleone, alla "riunione degli Stati della Liguria all'Impero Francese". La tragica conclusione arriva con il Congresso di Vienna (1814-1815): la Serenissima Repubblica di Genova viene annessa d'imperio al Regno di Sardegna.
Curioso è l'epilogo dell'accordo segreto che è reperibile nel libro di Clavarino. Il Governo Provvisorio, insediatosi il 14 giugno 1797 e presieduto dall'ultimo doge Giacomo Brignole, il 25 agosto 1797 emana un decreto dove si afferma: Il Governo Provvisorio considerando che il passato aristocratico Governo ha caricato indebitamente d'un enorme peso l'intera nazione nella convenzione fatta colla Repubblica Francese l'anno 1796, 9 Ottobre, e considerando che la medesima Repubblica Francese non ha inteso di far passare sul popolo innocente la somma di quattro milioni Tornesi pattuiti coll'estinta oligarchia. Decreta: Art. 1. I quattro milioni tornesi saranno versati nella cassa Nazionale da coloro che, contro la manifesta intenzione del popolo hanno provocata la coalizione, e dato luogo ai giusti reclami della Repubblica Francese contro il passato aristocratico Governo. In conformità a questo decreto, una commissione, composta da Luca Gentile, Gio. Carlo Serra, Marco Federici, Russa e G.B. Rossi, ha successivamente individuato un centinaio di nobili che la commissione ritenne aver causato il gravame dei quattro milioni di lire tornesi nella Convenzione fatta da Vincenzo Spinola in Parigi e ratificata dal Minor Consiglio. Commenta il Clavarino: decreto veramente incomportabile; perché in primo luogo, chi aveva fatto ed approvato quella Convenzione, aveva facoltà di farla, ed era un pessimo esempio il cominciare a far leggi con effetto retroattivo. Ed in secondo luogo, e per quale causa, se il Minor Consiglio era composto di duecento soggetti, la metà circa solamente doveva essere tassata? Perché il lettore possa giudicare autonomamente il contenuto dell'accordo segreto, a stralci ne riporto gli articoli precisando che il carattere corsivo indica la trascrizione letterale del documento. Premessa. La Repubblica Francese e la Repubblica di Genova, desiderando di stringere maggiormente i legami che le uniscono, dissipare le nuvole che qualche avvenimenti disgustosi avevano inalzato fra loro, riparare ai disapori ed impedire che non si rinovino, hanno nominato per suoi Plenipotenziarj, cioè il Direttorio Esecutivo per la Repubblica Francese il cittadino Carlo De La Croix, ministro, delle Relazioni Esteriori, ed il Senato della Repubblica di Genova il patrizio Vincenzo Spinola, li quali, dopo aver cambiato i loro pien poteri rispettivi, hanno convenuto ciò che siegue. Articolo 1. Il decreto escludente le navi inglesi dai porti di Genova avrebbe vigore ed esecuzione fino alla pace. Articolo 2. Genova proibirà ai suoi sudditi di recare munizioni e viveri agli Inglesi. Articolo 3. Genova munirà sufficientemente i porti; se ciò non bastasse, la Francia la servirà dei suoi presidi. Articolo 6. Il Governo Genovese, avendo riguardo alla dimanda che gli è stata fatta, acconsente ad annullare qualunque decreto e a far cessare qualunque processi cominciati contro di molti genovesi per opinioni, discorsi e scritti relativi alla rivoluzione francese. Articolo 7. I nobili processati saranno riammessi nel grande e nel piccolo Consiglio. Articolo 8. La Repubblica Francese promette alla Repubblica di Genova i suoi buoni uffizij:
Articolo 9. Genova accetta la mediazione della Francia per comporre le differenze col Re di Sardegna. Articolo 10. La Repubblica di Genova riconoscente alla amicizia che gli attesta la repubblica Francese, all'interesse che essa prende alla sua indipendenza e all'integrità del suo Stato, come ancora alli vantaggi che devono rissultare per essa dalla presente Convenzione gli pagherà due millioni di franchi, cioè un quarto al primo Frimaire prossimo, e gli altri tre quarti di mese in mese nei tre mesi successivi. Articolo 11. Ella si obbliga inoltre ad aprire sopra la medesima a profitto della Repubblica Francese un credito di due altri millioni di franchi pagabile per quarto il primo al 36 Vendemmiaire prossimo e gli altri tre al 36 di ciascuno dei tre mesi successivi. Questi due millioni saranno pagati alla sua scadenza a genovesi portatori delle tratte o di ordini del Governo francese per proviste fatte all'armata o alla marina o altre dopo le assegnazioni che saranno date ai portatori dei detti ordini. Articolo 13. Li due ultimi millioni saranno rimborsati alla repubblica di Genova a ragione di un millione per anno, il primo termine scaderà un anno dopo la sottoscrizione della pace generale e non porteranno alcun interesse. La convenzione, di quindici articoli e due note, viene firmata A Parigi li diciotto Vendemmiaire anno quinto della Repubblica Francese una et indivisibile corrispondente ai 9 ottobre 1796 vecchio stile.
NOTE
(1) F. Donaver, La Storia della
Repubblica di Genova, Genova, 1913. [ Inizio pagina ] |