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Giorgio Gallesio
Scritto di CARLO FERRARO
Presidente del Centro per la promozione
degli studi su Giorgio Gallesio
Numerosi saggi biografici sono stati pubblicati su Giorgio Gallesio,
eccezionale figura di studioso del primo Ottocento, noto soprattutto
come uno dei maggiori cultori della Scienza dei frutti. In questi
ultimi anni il riordino di una massa di eterogenei documenti inediti
che costituiscono il corpus dell'archivio Gallesio-Piuma di
Genova ha permesso di ricostruire a tutto campo la figura di questo
grande Finalese e di farla conoscere in una prospettiva nuova e non
convenzionale. Gli studi più recenti hanno fornito puntuale e ampia
conferma dello spessore culturale di Gallesio, studioso della natura,
geniale precursore della genetica applicata e insigne pomologo e
hanno messo in chiara evidenza le sue ben note capacità di illuminato
imprenditore agricolo; ma hanno anche rivelato nuovi e insospettati
tratti della complessa personalità e degli interessi di un personaggio
impegnato in molteplici ruoli, a livello diplomatico, amministrativo,
politico e sociale, nel quadro dei grandi cambiamenti che caratterizzarono
la complessa transizione dal XVIII al XIX secolo. Dallo studio
sistematico e multidisciplinare delle tante parti ancora inesplorate
della sua cospicua eredità culturale scaturisce un Gallesio che senza
dubbio suscita grande interesse e che potrà essere ancora meglio valutato
ed apprezzato.
Giorgio Gallesio visse gli anni della sua giovinezza durante l'era
giacobina e, per la verità, manifestò un interesse piuttosto tiepido
per le scosse istituzionali legate a quel tumultuoso periodo. Intrapresi
gli studi giuridici, nel 1793 si laureò in giurisprudenza all'Università
di Pavia. Durante la frequentazione dei corsi universitari coltivò
anche, con assiduità, i suoi interessi culturali letterari e, giovanissimo,
fu ascritto fra i membri di prestigiose Accademie, quali l'Accademia
degli Affidati (1790), l'Accademia degli Eccitati (1791) e l'Arcadia
(1796) che fu la prima Accademia a carattere nazionale.
Gli anni a cavallo dei due secoli furono dedicati da Gallesio
soprattutto alla gestione, condotta con piglio manageriale, della
importante azienda agricola che possedeva e, contemporaneamente,
per tradizione famigliare più che per vocazione, affrontò la carriera
in magistratura. Gli sconvolgimenti e le vicissitudini che cancellarono
l'esistenza stessa della Repubblica Genovese non gli impedirono di
emergere in un ordinamento sociale pur travolto e rovesciato.
L'insediamento del nuovo Governo della Repubblica Ligure Democratica
voluta da Napoleone (14 gennaio 1798) vide il venticinquenne Gallesio,
eletto membro dei Giuniori, vivere la prima esperienza con una carica
pubblica.
Nel 1801 sposò Giovanna, figlia di Giacomo Andrea dell'antica e
facoltosa casata Ferri. Nel 1805 divenne Giudice del Cantone di Finale
e nel 1806 il Prefetto del Dipartimento di Montenotte Gilbert Chabrol
de Volvic lo nominò "Commissario dei lavori e delle strade": questo
incarico gli consentì di occuparsi in prima persona dei problemi della
viabilità e di entrare a pieno titolo nella carriera amministrativa
napoleonica. Il suo primo intervento documentato sulle vie di comunicazione
del suo Cantone determinò la realizzazione di una strada da Finale al
Colle San Giacomo.
Accolto ben presto nella cerchia dei più stretti e stimati
collaboratori di Chabrol, nel 1808 Gallesio divenne membro del
Consiglio Generale di Dipartimento in Savona e nel 1809 fu Deputato
del Dipartimento di Montenotte presso S.M. l'Imperatore a Parigi.
In qualità di rappresentante ufficiale del suo Dipartimento, nel
1810 presenziò alla cerimonia delle nozze celebrate tra Napoleone
Bonaparte e Maria Luisa d'Austria e, nello stesso anno, assunse la
prestigiosa carica di Uditore al Consiglio di Stato, approdando
così al primo gradino delle grandi carriere napoleoniche. Il 24
gennaio 1811 Gallesio fu nominato Sottoprefetto di Savona e, nel
compimento delle incombenze amministrative che gli erano più
congeniali, affrontò con successo i problemi della viabilità del
Savonese. Si occupò infatti della costruzione delle strade di Stella,
di Albisola e di Sassello e, già nel 1811, si fece promotore attivo
della realizzazione della strada di Calizzano, essenziale per
assicurare i collegamenti tra Finale e il Piemonte.
Con la stessa carica di Sottoprefetto, nel 1813 Gallesio venne
trasferito a Pontremoli.
Caduto Napoleone, Gallesio fu richiamato dal Governo della
Repubblica di Genova e venne proposto e scelto, dal trionfatore inglese
lord William Bentinck, quale rappresentante della Riviera di Ponente
nella Commissione Legislativa istituita per riformare l'antica
Costituzione ligure del 1576. Il 1° agosto 1814 fu nominato Segretario
della Legazione del Governo genovese e con Antonio Brignole Sale,
Ministro Plenipotenziario, partecipò al Congresso di Vienna, con
l'incarico di tutelare e sostenere il diritto all'indipendenza della
neonata Repubblica Ligure, e visse così in prima persona il periodo
più amaro di tutta l'esistenza dell'antica e gloriosa Repubblica di
Genova.
Dopo l'annessione della Liguria al Piemonte entrò nell'amministrazione
sabauda e nel 1816 divenne Commissario di Leva a Savona; questa carica
non era certamente tale da soddisfare le sue ambizioni, ma fu accettata
come una sinecura remunerata che non gli impediva di coltivare il suo
grande amore per le Scienze Naturali e di prodigare il suo impegno nello
studio e nella ricerca indirizzata soprattutto nel campo della Pomologia.
L'incarico di Commissario di Leva ebbe termine nel 1823, anno in cui
Gallesio chiese ed ottenne il pensionamento.
Negli anni successivi Gallesio poté fregiarsi di alcune onorificenze
dovute sia all'antica e riconosciuta nobiltà della famiglia, già
ripetutamente onorata da Sovrani stranieri, sia agli indiscussi meriti
acquisiti in campo scientifico: nel 1824 fu insignito, dal Re Carlo
Felice, dell'Ordine Militare dei Santi Maurizio e Lazzaro e nel 1828 lo
stesso Sovrano promulgò una Regia Patente con la quale veniva accordato
il titolo e la dignità di conte a Giorgio Gallesio e ai suoi discendenti,
e veniva così confermato un reiterato riconoscimento del suo status
cetuale. Nel 1832 Gallesio venne inoltre nominato, dal Re Carlo Alberto,
Cavaliere dell'Ordine Civile di Savoia, onorificenza questa che veniva
conferita esclusivamente per merito scientifico.
Le Società scientifiche e letterarie più prestigiose lo annoverarono
tra i loro membri: tra queste la Société d'Agriculture du Departement
de la Seine e la Société d'Instruction Médicale di Parigi (1811);
l'Accademia Imperiale delle Scienze, Lettere ed Arti di Genova (1812);
la Società Economica Fiorentina detta dei Georgofili (1813); la Società
Economica di Chiavari (1813); la Regia Societas Agraria Taurinensis
(1816); l'Accademia delle Scienze di Torino (1818); la Società di
orticoltura di Parigi (1820); la Regia Taurinensis Academia (1828);
l'Accademia Gioenia di Catania (1834).
La villa familiare dell'Aquila in Finalborgo fu la sede preferita
per condurre le ricerche e le sperimentazioni che consentirono di
ottenere rilevanti risultati sulla riproduzione vegetale, stabilirono
criteri innovativi applicati soprattutto agli agrumi, ai fichi,
all'olivo e alla vite e apportarono ordinamenti colturali che si
tradussero in significative modificazioni della fisionomia dell'agricoltura
ligustica del primo Ottocento.
Ma il costante impegno che coinvolgeva Gallesio nel coltivare
la sua innata passione per le Scienze Naturali non gli impedì di
fornire un contributo spesso determinante nel promuovere iniziative
di pubblica utilità intese ad ottenere risultati da lui ritenuti
indispensabili per favorire lo sviluppo dell'economia della natia
Finalborgo, città per la quale nutrì un profondo amore e che, nei
suoi riferimenti, definì costantemente "la mia patria". Il suo
fattivo ed assiduo interessamento venne indubbiamente favorito
dalla notorietà e dal prestigio che aveva man mano acquisito e
che poteva essere esercitato facendo leva sulle autorevoli amicizie
che poteva vantare nei centri di potere.
I suoi interventi furono indirizzati precipuamente a risolvere
problemi di viabilità e l'impegno di Gallesio fu costante e
determinante nel sostenere la necessità della strada di Calizzano,
progetto questo che, secondo il suo parere, doveva essere integrato
dalla indispensabile costruzione di un ponte sul Pora che sostituisse
quello fatiscente da lui ritenuto una costruzione meschina e
incapace a sostenere il passaggio dei carri.
La produttiva e concreta partecipazione di Gallesio alla soluzione
dei problemi della Comunità finalina indusse la Civica Amministrazione
di Finalborgo a dare formale riconoscimento alla sua posizione di
pubblico amministratore: nel 1829 Gallesio fu eletto Consigliere
Ordinario della città e il 23 marzo 1832 venne nominato Deputato presso
il Regio Governo. In tale veste sollecitò con successo la definitiva
costruzione di una strada carrozzabile del litorale di ponente,
riuscendo a superare felicemente conflitti di interessi sorti con
i cittadini Marinesi e a raggiungere una soluzione concordata.
Dell'impegno personale di Gallesio, profuso nella ricerca di
soluzioni a problemi coinvolgenti la popolazione di Finalborgo,
si ha riscontro in molteplici settori. Sono documentati i suoi
interventi in merito al restauro della Chiesa e del Convento
di Santa Caterina dei Domenicani e riguardo al mantenimento
della sede del Tribunale di Prefettura in Finalborgo; si assunse
l'onere della difesa degli interessi cittadini minacciati da manovre
intese ad accorpare il locale Collegio delle Scuole Pie al Collegio
dei Barnabiti della Marina; sostenne con forza la necessità di
scegliere un'area cimiteriale in un terreno lontano dall'abitato,
in polemica con il sindaco Giaccheri che proponeva un'area lungo
la strada di Feglino; patrocinò inoltre con successo, presso la
Ecc.ma Camera di Genova, l'opportunità di conservare una secolare
prerogativa che attribuiva al Comune di Finalborgo la custodia
dei campioni di pesi e misure già del Marchesato.
Gallesio fece sentire la sua presenza attiva anche nel campo
della sanità pubblica, propugnando l'organizzazione di servizi
di profilassi e di provvedimenti indirizzati a contrastare epidemie,
prima tra tutte quella del colera, morbo di rilevantissima
importanza sanitaria e sociale.
Il matrimonio di suo figlio Giovanni Battista con la contessina
Pellina, unica figlia del conte Ferdinando Piuma di Prasco,
favorì le occasioni di presenza di Gallesio nel castello del consuocero
e fu alla base dell'interesse da lui dimostrato per il territorio
dell'Acquese e dell'Ovadese. Egli infatti focalizzò su questi luoghi
una perspezione viticola ed enologica che, come è noto, fu di
amplissimo respiro e, utilizzando le conoscenze e le credenziali
di cui poteva giovarsi presso la Corte Sabauda e il Governo Piemontese,
non mancò di far valere il suo interessamento al fine di ottenere
un miglioramento sostanziale della situazione viaria dell'Alto
Monferrato.
L'acquisita parentela con il conte di Prasco, che rivestiva la
carica di Console Generale di Marina del Regno Sabaudo, gli fornì
anche l'occasione per conoscere da vicino i problemi del porto di
Genova e il suo pensiero e le sue osservazioni finirono per acquisire
un ruolo non secondario nell'interpretazione di fatti e di regole
economiche anche nell'ambito della politica portuale.
La percezione dell'autorevolezza culturale di questo personaggio
eclettico e l'attenzione sul valore del materiale documentario che
ha lasciato e che è costituito, oltre che dalle sue opere scientifiche
che rivestono tuttora rilevante interesse, anche dai richiami alla
storia del suo tempo e in particolare alla storia di Genova e della
Liguria, non sono state - inspiegabilmente - tenute nella dovuta
considerazione per un certo periodo di tempo. Infatti, dopo le
onoranze tributate nel lontano 1935 all'illustre concittadino dalla
municipalità di Finale Ligure, la figura e la personalità di Gallesio
sono state temporaneamente trascurate. La riscoperta di questo erudito
gentiluomo del primo Ottocento avvenuta in questi ultimi anni è
essenzialmente da attribuirsi alla possibilità, offerta a Studiosi
particolarmente qualificati, di accedere ad una notevole quantità
di manoscritti conservati nell'archivio di famiglia. Il rinnovato
interesse si è manifestato sia con l'allestimento di mostre delle
tavole originali della Pomona Italiana (Accademia dei
Georgofili a Firenze, Palazzo Ducale a Genova, castello di Prasco
(AL), Biblioteca Malatestiana a Cesena), sia con la comparsa di
numerosi articoli sulla stampa di informazione e su quella tecnica
specializzata in temi naturalistici, sia e soprattutto con un
rinnovato impegno scientifico orientato su di uno Studioso
particolarmente noto per essere stato un grande botanico.
Nella cornice di iniziative intese a riportare nella giusta
dimensione l'interesse culturale per l'opera di Gallesio, il
reperimento di un importante e originale patrimonio di inediti
ha infatti consentito all'Accademia dei Georgofili, di cui Giorgio
Gallesio fu membro corrispondente, di intraprendere una opportuna
iniziativa editoriale che ha portato alla pubblicazione di otto
saggi e cioè: Scienza e Arte nella Pomona Italiana di Giorgio
Gallesio, di E. Baldini e A. Tosi (1994); I Giornali
dei Viaggi di G. Gallesio, trascrizione, note e commento di
E. Baldini (1995); L'Atlante citrografico di Giorgio Gallesio,
di E. Baldini (1996); Giorgio Gallesio (1772-1839). Vita,
opere, scritti e documenti inediti, di C. Ferraro (1996);
Trattato del Lazerolo di G. Gallesio, trascrizione,
commento e note di E. Baldini (1998); Dell'influenza
dell'innesto di G. Gallesio, trascrizione, commento e note
di E. Baldini, (2000); Scritti inediti sulla circolazione
della linfa nelle piante di G. Gallesio, trascrizione,
commento e note di E. Baldini (2001); Le Palme negli
scritti di Giorgio Gallesio, di L. Viacava, (2001). Queste
opere approfondiscono le conoscenze dell'eclettico personaggio
sotto gli aspetti biografici, scientifici ed umanistici, mettono
in chiaro risalto le sue originali e moderne concezioni in
materia di colture agricole, di economia agraria e di organizzazione
del territorio e non mancano di sottolineare la rilevanza del
pregio artistico dovuto alle splendide iconografie che illustrano
la Pomona Italiana e L'Atlante citrografico.
Per parte sua il Comune di Finale Ligure ha contribuito a
ridare luce all'immagine di questo insigne concittadino organizzando
una mostra delle tavole originali della Pomona Italiana
nei Chiostri di Santa Caterina nell'Oratorio dei Disciplinanti
in Finalborgo (1996) ed ha concorso alla pubblicazione di due
dei volumi già citati e facenti parte della collana dedicata a
Gallesio dall'Accademia dei Georgofili. Si tratta del saggio
biografico scritto da Carlo Ferraro e de Il Giornale dei
viaggi, tratto da un voluminoso manoscritto in otto tomi
dello stesso Gallesio custodito, per lascito testamentario,
presso l'Accademia delle Scienze di Torino. Tale prezioso
libro - giornale che riporta le esperienze, le osservazioni e
gli elementi acquisiti dall'autore nel corso dei viaggi di
studio da lui effettuati, è stato integrato con altri documenti
inediti rinvenuti alcuni nell'archivio Gallesio-Piuma e altri
presso la fondazione Dumbarton Oaks di Washington D.C. ed è
stato trascritto e pubblicato per merito di Enrico Baldini.
L'interesse culturale del diario è stato messo in chiara
evidenza, con note e commenti di dotta levatura, da questo illustre
Studioso e il suo lavoro ha ampiamente raggiunto l'intento che
Gallesio si era proposto, quello cioè di garantire il recupero
totale dell'impegno conoscitivo e del contributo scientifico
del suo estensore. Per questa pubblicazione il prof. Enrico
Baldini ha conseguito, nel 1996, il prestigioso premio ‘Giardini
Botanici Hanbury'.
La volontà dell'Amministrazione comunale di Finale Ligure di
onorare uno dei suoi più illustri concittadini è stata successivamente
confermata nel 1997 con l'intitolazione a Giorgio Gallesio di una
nuova sala conferenze allestita nel restaurato Palazzo Ruffini e
predisposta per le attività culturali.
Nel 1998 è nato il Centro per la promozione degli studi su
Giorgio Gallesio, le cui finalità sono intese ad incentivare
l'interesse scientifico sull'opera di Gallesio anche attraverso la
divulgazione di documenti editi ed inediti conservati nell'archivio
Gallesio-Piuma e a fornire così materia per dare ulteriore
valorizzazione alle concezioni di Gallesio nei molteplici settori
che hanno costituito per lui ragione di interesse. Il 12 settembre
1998, con il Convegno di studi Omaggio di Prasco a Giorgio
Gallesio, svoltosi con il patrocinio della Regione Piemonte,
della Provincia di Alessandria, dei Comuni di Finale Ligure e di
Prasco, dell'Accademia dei Georgofili e dell'Accademia di
Agricoltura di Torino, la neonata associazione ha fatto la sua
prima apparizione alla ribalta della cultura con grande
autorevolezza. Nella suggestiva cornice della sala delle udienze
del castello di Prasco, impreziosita dall'esposizione di tavole
originali della Pomona Italiana, di cimeli e di inediti
documenti sulla carriera del celebrato Protagonista, cattedratici
di vari Atenei, Accademici e noti Studiosi hanno evocato la figura
di Giorgio Gallesio relazionando sulla vita, sulle opere e sui
viaggi dell'illustre personaggio. Il convegno ha fornito l'occasione
per presentare l'inedito Trattato del Lazerolo di Giorgio
Gallesio, trascritto, annotato e commentato con il consueto rigore
scientifico dal prof. Enrico Baldini. Il successo della
manifestazione è stato molto lusinghiero e il rilievo dell'iniziativa
è stato colto in pieno dagli esponenti istituzionali, dalla stampa
e dai numerosi rappresentanti del mondo culturale che affollavano
la sala e che non hanno fatto mancare i loro voti augurali per la
futura attività del Centro studi gallesiani. I testi delle interessanti
relazioni tenutesi nel suddetto convegno hanno trovato collocazione
nel volume degli Atti dal titolo Omaggio di Prasco a Giorgio
Gallesio, pubblicato a cura del Centro per la promozione degli
studi su Giorgio Gallesio nel 1999. Del tutto recentemente lo
stesso Centro studi ha patrocinato, insieme alla Società Economica
di Chiavari, la pubblicazione di un nuovo saggio dal titolo
Giorgio Gallesio e la missione botanica di Giovanni Casaretto
(1838-1839). Scritti e documenti inediti, autore Carlo Ferraro
ed edito a Genova nel luglio 2001 per i tipi di De Ferrari.
OPERE
La puntuale conferma dello spessore culturale di Gallesio, studioso della
Natura, della fisiologia vegetale e della genetica applicata, fu riconosciuta e
attestata da numerosi e insigni studiosi che videro in lui un precursore di
Gregorio Mendel. Lo stesso C. Darwin dimostrò attenzione e apprezzamento per le
osservazioni di Gallesio richiamandosi frequentemente ad esse con citazioni
nelle sue opere.
L'interesse preminente di Gallesio riguardò soprattutto la Pomologia ma, insieme
ai prediletti studi di fisiologia vegetale, di genetica e di tassonomia
frutticola, compaiono anche, tra le sue pubblicazioni, una raccolta di poesie
giovanili e un saggio storico scritto per fornire una testimonianza dei suoi
trascorsi politico - diplomatici.
Il capolavoro che lo stesso Giorgio Gallesio definì l'oggetto favorito della mia
vita e che lo rese noto ed illustre è sicuramente la
Pomona Italiana
(1817-1839), monumentale pubblicazione frutto di un'impresa editoriale senza
precedenti per il nostro paese. L'opera tanto bella quanto preziosa deve il suo
successo alla passione e al rigore elargiti da Gallesio nel curarne sia la parte
descrittiva sia l'apparato iconografico, costituito da bellissime tavole
policrome, il cui pregio artistico è dovuto alla straordinaria maestria dei più
qualificati pittori naturalisti dell'epoca.
Un elenco essenziale delle altre sue opere più significative vede: Traité du
Citrus (1811); Fécondation et hybrides (1812); Teoria della Riproduzione
Vegetale, in tre diverse edizioni, delle quali la prima in tedesco (1814) e le
due successive in italiano (1816 - 1821); Trattato del Fico (1820); Versi
(1824); Memoria sulla Canapa (1829); Delle uve e dei vini italiani e più
specialmente di quelli di Toscana (1839); Gli Agrumi dei Giardini botanico -
agrari di Firenze (1839); Della teoria degli Innesti e della loro
classificazione (1839). A queste pubblicazioni coeve occorre aggiungere le
edizioni postume di alcuni saggi tratti da manoscritti di Gallesio rimasti per
lungo tempo inediti. L'elenco comprende: Saggio storico della caduta della
Repubblica di Genova e sua riunione col Piemonte, pubblicato in versione
censurata da C. Varese nella "Storia della Repubblica di Genova" (1835-1838) e,
quindi, pubblicato integralmente a cura di W. Piastra e L. Marchini in "La Berio,
XIV, 2, Genova, 1974"; Dai Giornali di Agricoltura e di Viaggi, raccolta
antologica di scritti di Gallesio a cura di M.C. Lamberti, Sagep, Genova, 1985);
Il Giornale dei Viaggi (1995); Trattato del Lazerolo (1998); Dell'influenza
dell'innesto (2000); Scritti inediti sulla circolazione della linfa nelle piante
(2001). Queste ultime quattro opere di Gallesio sono state pubblicate postume
con trascrizione, note e commenti di E. Baldini a cura, come già ricordato,
dell'Accademia dei Georgofili (attualmente è in corso di stampa una quinta opera
inedita di Giorgio Gallesio: si tratta del Trattato del Pesco che verrà
prossimamente pubblicato, con trascrizione, note e commenti di E. Baldini, a
cura dell'Accademia dei Georgofili).
Nell'archivio Gallesio-Piuma di Genova sono inoltre conservati numerosi
manoscritti, ancora in gran parte inediti, nei quali Gallesio riporta notizie ed
osservazioni sulla gestione delle sue proprietà terriere a Monticello, Calvisio
e Calizzano, sugli innovativi ordinamenti colturali e sulle sperimentazioni
effettuate nel campo della riproduzione dei vegetali, sulla genetica degli
agrumi e sulle tecniche produttive (rispetto alle quali spesso allega notazioni
critiche circa le metodiche tradizionali, soprattutto in tema di olivicoltura),
sulla meteorologia del territorio, sulla mosca olearia e, in genere, su
argomenti di contenuto naturalistico ed agrario che, al di là del loro
riconosciuto valore storico, offrono ancora oggi spunti di grande interesse
scientifico e applicativo.
Altri scritti di Gallesio sono conservati a Washington D.C. nella biblioteca di
Dumbarton Oaks, prestigiosa fondazione della Harvard University, dove sono
indicati come 'Gallesio's Manuscripts'. L'esame di questi documenti, effettuato
da Enrico Baldini, professore emerito nell'Università di Bologna, ha consentito
- tra l'altro - il rinvenimento di un prezioso manoscritto autografo, compilato
da Gallesio nel corso di una visita fatta nel Modenese nel settembre 1839, nel
quale egli descrisse minutamente il metodo Salimbeni applicato nella produzione
dell'Aceto Balsamico. Il recupero della circostanziata e inedita relazione ha
suscitato grande interesse ed ha costituito spunto per un approfondimento
storico, culturale e metodologico su questo prodotto della tradizione, dando
vita ad una Giornata di studi che si è svolta a Nonantola il 24 maggio 1997 con
la partecipazione di numerosi Accademici degli Atenei di Bologna e di Modena. In
tale occasione il Comune di Nonantola, volendo sottolineare l'importanza e il
successo dell'avvenimento, ha curato la pubblicazione degli Atti del convegno in
un volume dal titolo L'Aceto Balsamico a Nonantola ed ha coniato, su opera dello
scultore Paolo Sighinolfi, una bella medaglia commemorativa che reca sul recto
l'effigie di Gallesio e sul verso lo stemma del Comune di Nonantola e la
dicitura Tradizione Storia Cultura dell'Aceto balsamico - Nonantola,
24.5.1997.
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Finalesi celebri. Il conte Giorgio Gallesio e la sua illustre famiglia, Il
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n. 1-4, Alassio, 1939, pag. 251 e segg.; MARTINI S., Giorgio Gallesio,
Pomologist and Precursor of Gregor Mendel, the American Pomological Society,
George M. Kessler ed., Dept. of Hort. Mich. State College, East Lansing, march,
1961, 15, 3, pag. 53-54; LAMBERTI M.C., Il diario agronomico di Giorgio Gallesio,
Quaderni storici, 48, 3°, 1981, pag. 1035-1064; ALONZO BIXIO L., Biografia di
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FERRARO C., Giorgio Gallesio (1772-1839). Vita, opere, scritti e documenti
inediti, Accademia dei Georgofili; Firenze, 1996; SALTINI A., voce Gallesio
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FERRARO C., Profilo biografico di Giorgio Gallesio, funzionario governativo,
pubblico amministratore, politico e diplomatico, Atti del convegno di studio
Omaggio di Prasco a Giorgio Gallesio, Centro studi gallesiani, Prasco (AL) 1999;
FERRARO C., Giorgio Gallesio e la missione botanica di Giovanni Casaretto.
Scritti e documenti inediti, De Ferrari, Genova, 2001.
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