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Giorgio Gallesio

Scritto di CARLO FERRARO
Presidente del Centro per la promozione
degli studi su Giorgio Gallesio

Numerosi saggi biografici sono stati pubblicati su Giorgio Gallesio, eccezionale figura di studioso del primo Ottocento, noto soprattutto come uno dei maggiori cultori della Scienza dei frutti. In questi ultimi anni il riordino di una massa di eterogenei documenti inediti che costituiscono il corpus dell'archivio Gallesio-Piuma di Genova ha permesso di ricostruire a tutto campo la figura di questo grande Finalese e di farla conoscere in una prospettiva nuova e non convenzionale. Gli studi più recenti hanno fornito puntuale e ampia conferma dello spessore culturale di Gallesio, studioso della natura, geniale precursore della genetica applicata e insigne pomologo e hanno messo in chiara evidenza le sue ben note capacità di illuminato imprenditore agricolo; ma hanno anche rivelato nuovi e insospettati tratti della complessa personalità e degli interessi di un personaggio impegnato in molteplici ruoli, a livello diplomatico, amministrativo, politico e sociale, nel quadro dei grandi cambiamenti che caratterizzarono la complessa transizione dal XVIII al XIX secolo. Dallo studio sistematico e multidisciplinare delle tante parti ancora inesplorate della sua cospicua eredità culturale scaturisce un Gallesio che senza dubbio suscita grande interesse e che potrà essere ancora meglio valutato ed apprezzato.

Giorgio Gallesio visse gli anni della sua giovinezza durante l'era giacobina e, per la verità, manifestò un interesse piuttosto tiepido per le scosse istituzionali legate a quel tumultuoso periodo. Intrapresi gli studi giuridici, nel 1793 si laureò in giurisprudenza all'Università di Pavia. Durante la frequentazione dei corsi universitari coltivò anche, con assiduità, i suoi interessi culturali letterari e, giovanissimo, fu ascritto fra i membri di prestigiose Accademie, quali l'Accademia degli Affidati (1790), l'Accademia degli Eccitati (1791) e l'Arcadia (1796) che fu la prima Accademia a carattere nazionale.

Gli anni a cavallo dei due secoli furono dedicati da Gallesio soprattutto alla gestione, condotta con piglio manageriale, della importante azienda agricola che possedeva e, contemporaneamente, per tradizione famigliare più che per vocazione, affrontò la carriera in magistratura. Gli sconvolgimenti e le vicissitudini che cancellarono l'esistenza stessa della Repubblica Genovese non gli impedirono di emergere in un ordinamento sociale pur travolto e rovesciato. L'insediamento del nuovo Governo della Repubblica Ligure Democratica voluta da Napoleone (14 gennaio 1798) vide il venticinquenne Gallesio, eletto membro dei Giuniori, vivere la prima esperienza con una carica pubblica.

Nel 1801 sposò Giovanna, figlia di Giacomo Andrea dell'antica e facoltosa casata Ferri. Nel 1805 divenne Giudice del Cantone di Finale e nel 1806 il Prefetto del Dipartimento di Montenotte Gilbert Chabrol de Volvic lo nominò "Commissario dei lavori e delle strade": questo incarico gli consentì di occuparsi in prima persona dei problemi della viabilità e di entrare a pieno titolo nella carriera amministrativa napoleonica. Il suo primo intervento documentato sulle vie di comunicazione del suo Cantone determinò la realizzazione di una strada da Finale al Colle San Giacomo.

Accolto ben presto nella cerchia dei più stretti e stimati collaboratori di Chabrol, nel 1808 Gallesio divenne membro del Consiglio Generale di Dipartimento in Savona e nel 1809 fu Deputato del Dipartimento di Montenotte presso S.M. l'Imperatore a Parigi. In qualità di rappresentante ufficiale del suo Dipartimento, nel 1810 presenziò alla cerimonia delle nozze celebrate tra Napoleone Bonaparte e Maria Luisa d'Austria e, nello stesso anno, assunse la prestigiosa carica di Uditore al Consiglio di Stato, approdando così al primo gradino delle grandi carriere napoleoniche. Il 24 gennaio 1811 Gallesio fu nominato Sottoprefetto di Savona e, nel compimento delle incombenze amministrative che gli erano più congeniali, affrontò con successo i problemi della viabilità del Savonese. Si occupò infatti della costruzione delle strade di Stella, di Albisola e di Sassello e, già nel 1811, si fece promotore attivo della realizzazione della strada di Calizzano, essenziale per assicurare i collegamenti tra Finale e il Piemonte.

Con la stessa carica di Sottoprefetto, nel 1813 Gallesio venne trasferito a Pontremoli.

Caduto Napoleone, Gallesio fu richiamato dal Governo della Repubblica di Genova e venne proposto e scelto, dal trionfatore inglese lord William Bentinck, quale rappresentante della Riviera di Ponente nella Commissione Legislativa istituita per riformare l'antica Costituzione ligure del 1576. Il 1° agosto 1814 fu nominato Segretario della Legazione del Governo genovese e con Antonio Brignole Sale, Ministro Plenipotenziario, partecipò al Congresso di Vienna, con l'incarico di tutelare e sostenere il diritto all'indipendenza della neonata Repubblica Ligure, e visse così in prima persona il periodo più amaro di tutta l'esistenza dell'antica e gloriosa Repubblica di Genova.

Dopo l'annessione della Liguria al Piemonte entrò nell'amministrazione sabauda e nel 1816 divenne Commissario di Leva a Savona; questa carica non era certamente tale da soddisfare le sue ambizioni, ma fu accettata come una sinecura remunerata che non gli impediva di coltivare il suo grande amore per le Scienze Naturali e di prodigare il suo impegno nello studio e nella ricerca indirizzata soprattutto nel campo della Pomologia. L'incarico di Commissario di Leva ebbe termine nel 1823, anno in cui Gallesio chiese ed ottenne il pensionamento.

Negli anni successivi Gallesio poté fregiarsi di alcune onorificenze dovute sia all'antica e riconosciuta nobiltà della famiglia, già ripetutamente onorata da Sovrani stranieri, sia agli indiscussi meriti acquisiti in campo scientifico: nel 1824 fu insignito, dal Re Carlo Felice, dell'Ordine Militare dei Santi Maurizio e Lazzaro e nel 1828 lo stesso Sovrano promulgò una Regia Patente con la quale veniva accordato il titolo e la dignità di conte a Giorgio Gallesio e ai suoi discendenti, e veniva così confermato un reiterato riconoscimento del suo status cetuale. Nel 1832 Gallesio venne inoltre nominato, dal Re Carlo Alberto, Cavaliere dell'Ordine Civile di Savoia, onorificenza questa che veniva conferita esclusivamente per merito scientifico.

Le Società scientifiche e letterarie più prestigiose lo annoverarono tra i loro membri: tra queste la Société d'Agriculture du Departement de la Seine e la Société d'Instruction Médicale di Parigi (1811); l'Accademia Imperiale delle Scienze, Lettere ed Arti di Genova (1812); la Società Economica Fiorentina detta dei Georgofili (1813); la Società Economica di Chiavari (1813); la Regia Societas Agraria Taurinensis (1816); l'Accademia delle Scienze di Torino (1818); la Società di orticoltura di Parigi (1820); la Regia Taurinensis Academia (1828); l'Accademia Gioenia di Catania (1834).

La villa familiare dell'Aquila in Finalborgo fu la sede preferita per condurre le ricerche e le sperimentazioni che consentirono di ottenere rilevanti risultati sulla riproduzione vegetale, stabilirono criteri innovativi applicati soprattutto agli agrumi, ai fichi, all'olivo e alla vite e apportarono ordinamenti colturali che si tradussero in significative modificazioni della fisionomia dell'agricoltura ligustica del primo Ottocento.

Ma il costante impegno che coinvolgeva Gallesio nel coltivare la sua innata passione per le Scienze Naturali non gli impedì di fornire un contributo spesso determinante nel promuovere iniziative di pubblica utilità intese ad ottenere risultati da lui ritenuti indispensabili per favorire lo sviluppo dell'economia della natia Finalborgo, città per la quale nutrì un profondo amore e che, nei suoi riferimenti, definì costantemente "la mia patria". Il suo fattivo ed assiduo interessamento venne indubbiamente favorito dalla notorietà e dal prestigio che aveva man mano acquisito e che poteva essere esercitato facendo leva sulle autorevoli amicizie che poteva vantare nei centri di potere.

I suoi interventi furono indirizzati precipuamente a risolvere problemi di viabilità e l'impegno di Gallesio fu costante e determinante nel sostenere la necessità della strada di Calizzano, progetto questo che, secondo il suo parere, doveva essere integrato dalla indispensabile costruzione di un ponte sul Pora che sostituisse quello fatiscente da lui ritenuto una costruzione meschina e incapace a sostenere il passaggio dei carri.

La produttiva e concreta partecipazione di Gallesio alla soluzione dei problemi della Comunità finalina indusse la Civica Amministrazione di Finalborgo a dare formale riconoscimento alla sua posizione di pubblico amministratore: nel 1829 Gallesio fu eletto Consigliere Ordinario della città e il 23 marzo 1832 venne nominato Deputato presso il Regio Governo. In tale veste sollecitò con successo la definitiva costruzione di una strada carrozzabile del litorale di ponente, riuscendo a superare felicemente conflitti di interessi sorti con i cittadini Marinesi e a raggiungere una soluzione concordata.

Dell'impegno personale di Gallesio, profuso nella ricerca di soluzioni a problemi coinvolgenti la popolazione di Finalborgo, si ha riscontro in molteplici settori. Sono documentati i suoi interventi in merito al restauro della Chiesa e del Convento di Santa Caterina dei Domenicani e riguardo al mantenimento della sede del Tribunale di Prefettura in Finalborgo; si assunse l'onere della difesa degli interessi cittadini minacciati da manovre intese ad accorpare il locale Collegio delle Scuole Pie al Collegio dei Barnabiti della Marina; sostenne con forza la necessità di scegliere un'area cimiteriale in un terreno lontano dall'abitato, in polemica con il sindaco Giaccheri che proponeva un'area lungo la strada di Feglino; patrocinò inoltre con successo, presso la Ecc.ma Camera di Genova, l'opportunità di conservare una secolare prerogativa che attribuiva al Comune di Finalborgo la custodia dei campioni di pesi e misure già del Marchesato.

Gallesio fece sentire la sua presenza attiva anche nel campo della sanità pubblica, propugnando l'organizzazione di servizi di profilassi e di provvedimenti indirizzati a contrastare epidemie, prima tra tutte quella del colera, morbo di rilevantissima importanza sanitaria e sociale.

Il matrimonio di suo figlio Giovanni Battista con la contessina Pellina, unica figlia del conte Ferdinando Piuma di Prasco, favorì le occasioni di presenza di Gallesio nel castello del consuocero e fu alla base dell'interesse da lui dimostrato per il territorio dell'Acquese e dell'Ovadese. Egli infatti focalizzò su questi luoghi una perspezione viticola ed enologica che, come è noto, fu di amplissimo respiro e, utilizzando le conoscenze e le credenziali di cui poteva giovarsi presso la Corte Sabauda e il Governo Piemontese, non mancò di far valere il suo interessamento al fine di ottenere un miglioramento sostanziale della situazione viaria dell'Alto Monferrato.

L'acquisita parentela con il conte di Prasco, che rivestiva la carica di Console Generale di Marina del Regno Sabaudo, gli fornì anche l'occasione per conoscere da vicino i problemi del porto di Genova e il suo pensiero e le sue osservazioni finirono per acquisire un ruolo non secondario nell'interpretazione di fatti e di regole economiche anche nell'ambito della politica portuale.

La percezione dell'autorevolezza culturale di questo personaggio eclettico e l'attenzione sul valore del materiale documentario che ha lasciato e che è costituito, oltre che dalle sue opere scientifiche che rivestono tuttora rilevante interesse, anche dai richiami alla storia del suo tempo e in particolare alla storia di Genova e della Liguria, non sono state - inspiegabilmente - tenute nella dovuta considerazione per un certo periodo di tempo. Infatti, dopo le onoranze tributate nel lontano 1935 all'illustre concittadino dalla municipalità di Finale Ligure, la figura e la personalità di Gallesio sono state temporaneamente trascurate. La riscoperta di questo erudito gentiluomo del primo Ottocento avvenuta in questi ultimi anni è essenzialmente da attribuirsi alla possibilità, offerta a Studiosi particolarmente qualificati, di accedere ad una notevole quantità di manoscritti conservati nell'archivio di famiglia. Il rinnovato interesse si è manifestato sia con l'allestimento di mostre delle tavole originali della Pomona Italiana (Accademia dei Georgofili a Firenze, Palazzo Ducale a Genova, castello di Prasco (AL), Biblioteca Malatestiana a Cesena), sia con la comparsa di numerosi articoli sulla stampa di informazione e su quella tecnica specializzata in temi naturalistici, sia e soprattutto con un rinnovato impegno scientifico orientato su di uno Studioso particolarmente noto per essere stato un grande botanico.

Nella cornice di iniziative intese a riportare nella giusta dimensione l'interesse culturale per l'opera di Gallesio, il reperimento di un importante e originale patrimonio di inediti ha infatti consentito all'Accademia dei Georgofili, di cui Giorgio Gallesio fu membro corrispondente, di intraprendere una opportuna iniziativa editoriale che ha portato alla pubblicazione di otto saggi e cioè: Scienza e Arte nella Pomona Italiana di Giorgio Gallesio, di E. Baldini e A. Tosi (1994); I Giornali dei Viaggi di G. Gallesio, trascrizione, note e commento di E. Baldini (1995); L'Atlante citrografico di Giorgio Gallesio, di E. Baldini (1996); Giorgio Gallesio (1772-1839). Vita, opere, scritti e documenti inediti, di C. Ferraro (1996); Trattato del Lazerolo di G. Gallesio, trascrizione, commento e note di E. Baldini (1998); Dell'influenza dell'innesto di G. Gallesio, trascrizione, commento e note di E. Baldini, (2000); Scritti inediti sulla circolazione della linfa nelle piante di G. Gallesio, trascrizione, commento e note di E. Baldini (2001); Le Palme negli scritti di Giorgio Gallesio, di L. Viacava, (2001). Queste opere approfondiscono le conoscenze dell'eclettico personaggio sotto gli aspetti biografici, scientifici ed umanistici, mettono in chiaro risalto le sue originali e moderne concezioni in materia di colture agricole, di economia agraria e di organizzazione del territorio e non mancano di sottolineare la rilevanza del pregio artistico dovuto alle splendide iconografie che illustrano la Pomona Italiana e L'Atlante citrografico.

Per parte sua il Comune di Finale Ligure ha contribuito a ridare luce all'immagine di questo insigne concittadino organizzando una mostra delle tavole originali della Pomona Italiana nei Chiostri di Santa Caterina nell'Oratorio dei Disciplinanti in Finalborgo (1996) ed ha concorso alla pubblicazione di due dei volumi già citati e facenti parte della collana dedicata a Gallesio dall'Accademia dei Georgofili. Si tratta del saggio biografico scritto da Carlo Ferraro e de Il Giornale dei viaggi, tratto da un voluminoso manoscritto in otto tomi dello stesso Gallesio custodito, per lascito testamentario, presso l'Accademia delle Scienze di Torino. Tale prezioso libro - giornale che riporta le esperienze, le osservazioni e gli elementi acquisiti dall'autore nel corso dei viaggi di studio da lui effettuati, è stato integrato con altri documenti inediti rinvenuti alcuni nell'archivio Gallesio-Piuma e altri presso la fondazione Dumbarton Oaks di Washington D.C. ed è stato trascritto e pubblicato per merito di Enrico Baldini. L'interesse culturale del diario è stato messo in chiara evidenza, con note e commenti di dotta levatura, da questo illustre Studioso e il suo lavoro ha ampiamente raggiunto l'intento che Gallesio si era proposto, quello cioè di garantire il recupero totale dell'impegno conoscitivo e del contributo scientifico del suo estensore. Per questa pubblicazione il prof. Enrico Baldini ha conseguito, nel 1996, il prestigioso premio ‘Giardini Botanici Hanbury'.

La volontà dell'Amministrazione comunale di Finale Ligure di onorare uno dei suoi più illustri concittadini è stata successivamente confermata nel 1997 con l'intitolazione a Giorgio Gallesio di una nuova sala conferenze allestita nel restaurato Palazzo Ruffini e predisposta per le attività culturali.

Nel 1998 è nato il Centro per la promozione degli studi su Giorgio Gallesio, le cui finalità sono intese ad incentivare l'interesse scientifico sull'opera di Gallesio anche attraverso la divulgazione di documenti editi ed inediti conservati nell'archivio Gallesio-Piuma e a fornire così materia per dare ulteriore valorizzazione alle concezioni di Gallesio nei molteplici settori che hanno costituito per lui ragione di interesse. Il 12 settembre 1998, con il Convegno di studi Omaggio di Prasco a Giorgio Gallesio, svoltosi con il patrocinio della Regione Piemonte, della Provincia di Alessandria, dei Comuni di Finale Ligure e di Prasco, dell'Accademia dei Georgofili e dell'Accademia di Agricoltura di Torino, la neonata associazione ha fatto la sua prima apparizione alla ribalta della cultura con grande autorevolezza. Nella suggestiva cornice della sala delle udienze del castello di Prasco, impreziosita dall'esposizione di tavole originali della Pomona Italiana, di cimeli e di inediti documenti sulla carriera del celebrato Protagonista, cattedratici di vari Atenei, Accademici e noti Studiosi hanno evocato la figura di Giorgio Gallesio relazionando sulla vita, sulle opere e sui viaggi dell'illustre personaggio. Il convegno ha fornito l'occasione per presentare l'inedito Trattato del Lazerolo di Giorgio Gallesio, trascritto, annotato e commentato con il consueto rigore scientifico dal prof. Enrico Baldini. Il successo della manifestazione è stato molto lusinghiero e il rilievo dell'iniziativa è stato colto in pieno dagli esponenti istituzionali, dalla stampa e dai numerosi rappresentanti del mondo culturale che affollavano la sala e che non hanno fatto mancare i loro voti augurali per la futura attività del Centro studi gallesiani. I testi delle interessanti relazioni tenutesi nel suddetto convegno hanno trovato collocazione nel volume degli Atti dal titolo Omaggio di Prasco a Giorgio Gallesio, pubblicato a cura del Centro per la promozione degli studi su Giorgio Gallesio nel 1999. Del tutto recentemente lo stesso Centro studi ha patrocinato, insieme alla Società Economica di Chiavari, la pubblicazione di un nuovo saggio dal titolo Giorgio Gallesio e la missione botanica di Giovanni Casaretto (1838-1839). Scritti e documenti inediti, autore Carlo Ferraro ed edito a Genova nel luglio 2001 per i tipi di De Ferrari.

OPERE

La puntuale conferma dello spessore culturale di Gallesio, studioso della Natura, della fisiologia vegetale e della genetica applicata, fu riconosciuta e attestata da numerosi e insigni studiosi che videro in lui un precursore di Gregorio Mendel. Lo stesso C. Darwin dimostrò attenzione e apprezzamento per le osservazioni di Gallesio richiamandosi frequentemente ad esse con citazioni nelle sue opere.

L'interesse preminente di Gallesio riguardò soprattutto la Pomologia ma, insieme ai prediletti studi di fisiologia vegetale, di genetica e di tassonomia frutticola, compaiono anche, tra le sue pubblicazioni, una raccolta di poesie giovanili e un saggio storico scritto per fornire una testimonianza dei suoi trascorsi politico - diplomatici.

Il capolavoro che lo stesso Giorgio Gallesio definì l'oggetto favorito della mia vita e che lo rese noto ed illustre è sicuramente la Pomona Italiana (1817-1839), monumentale pubblicazione frutto di un'impresa editoriale senza precedenti per il nostro paese. L'opera tanto bella quanto preziosa deve il suo successo alla passione e al rigore elargiti da Gallesio nel curarne sia la parte descrittiva sia l'apparato iconografico, costituito da bellissime tavole policrome, il cui pregio artistico è dovuto alla straordinaria maestria dei più qualificati pittori naturalisti dell'epoca.

Un elenco essenziale delle altre sue opere più significative vede: Traité du Citrus (1811); Fécondation et hybrides (1812); Teoria della Riproduzione Vegetale, in tre diverse edizioni, delle quali la prima in tedesco (1814) e le due successive in italiano (1816 - 1821); Trattato del Fico (1820); Versi (1824); Memoria sulla Canapa (1829); Delle uve e dei vini italiani e più specialmente di quelli di Toscana (1839); Gli Agrumi dei Giardini botanico - agrari di Firenze (1839); Della teoria degli Innesti e della loro classificazione (1839). A queste pubblicazioni coeve occorre aggiungere le edizioni postume di alcuni saggi tratti da manoscritti di Gallesio rimasti per lungo tempo inediti. L'elenco comprende: Saggio storico della caduta della Repubblica di Genova e sua riunione col Piemonte, pubblicato in versione censurata da C. Varese nella "Storia della Repubblica di Genova" (1835-1838) e, quindi, pubblicato integralmente a cura di W. Piastra e L. Marchini in "La Berio, XIV, 2, Genova, 1974"; Dai Giornali di Agricoltura e di Viaggi, raccolta antologica di scritti di Gallesio a cura di M.C. Lamberti, Sagep, Genova, 1985); Il Giornale dei Viaggi (1995); Trattato del Lazerolo (1998); Dell'influenza dell'innesto (2000); Scritti inediti sulla circolazione della linfa nelle piante (2001). Queste ultime quattro opere di Gallesio sono state pubblicate postume con trascrizione, note e commenti di E. Baldini a cura, come già ricordato, dell'Accademia dei Georgofili (attualmente è in corso di stampa una quinta opera inedita di Giorgio Gallesio: si tratta del Trattato del Pesco che verrà prossimamente pubblicato, con trascrizione, note e commenti di E. Baldini, a cura dell'Accademia dei Georgofili).

Nell'archivio Gallesio-Piuma di Genova sono inoltre conservati numerosi manoscritti, ancora in gran parte inediti, nei quali Gallesio riporta notizie ed osservazioni sulla gestione delle sue proprietà terriere a Monticello, Calvisio e Calizzano, sugli innovativi ordinamenti colturali e sulle sperimentazioni effettuate nel campo della riproduzione dei vegetali, sulla genetica degli agrumi e sulle tecniche produttive (rispetto alle quali spesso allega notazioni critiche circa le metodiche tradizionali, soprattutto in tema di olivicoltura), sulla meteorologia del territorio, sulla mosca olearia e, in genere, su argomenti di contenuto naturalistico ed agrario che, al di là del loro riconosciuto valore storico, offrono ancora oggi spunti di grande interesse scientifico e applicativo.

Altri scritti di Gallesio sono conservati a Washington D.C. nella biblioteca di Dumbarton Oaks, prestigiosa fondazione della Harvard University, dove sono indicati come 'Gallesio's Manuscripts'. L'esame di questi documenti, effettuato da Enrico Baldini, professore emerito nell'Università di Bologna, ha consentito - tra l'altro - il rinvenimento di un prezioso manoscritto autografo, compilato da Gallesio nel corso di una visita fatta nel Modenese nel settembre 1839, nel quale egli descrisse minutamente il metodo Salimbeni applicato nella produzione dell'Aceto Balsamico. Il recupero della circostanziata e inedita relazione ha suscitato grande interesse ed ha costituito spunto per un approfondimento storico, culturale e metodologico su questo prodotto della tradizione, dando vita ad una Giornata di studi che si è svolta a Nonantola il 24 maggio 1997 con la partecipazione di numerosi Accademici degli Atenei di Bologna e di Modena. In tale occasione il Comune di Nonantola, volendo sottolineare l'importanza e il successo dell'avvenimento, ha curato la pubblicazione degli Atti del convegno in un volume dal titolo L'Aceto Balsamico a Nonantola ed ha coniato, su opera dello scultore Paolo Sighinolfi, una bella medaglia commemorativa che reca sul recto l'effigie di Gallesio e sul verso lo stemma del Comune di Nonantola e la dicitura Tradizione Storia Cultura dell'Aceto balsamico - Nonantola, 24.5.1997.

Bibliografia

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