La riforma del calendario effettuata nel 46 a. C. da Giulio Cesare (calendario giuliano) era basata sul fatto che ogni anno durasse 365,25 giorni. Ma l'anno dura 365,2422 giorni. Pertanto il calendario giuliano introduce un errore di 0,0078 giorni all'anno (cioè un po' più di 11 minuti). Questa cifra, apparentemente insignificante, col passare dei secoli si ingigantisce, perché ogni 128 anni il calendario rimane indietro di un giorno rispetto al sole.
Di conseguenza, nel 1582 la data della Pasqua risultava "sfalsata". Per far tornare i conti, papa Gregorio XIII decretò che il giorno successivo al giovedì 4 ottobre 1582 fosse il venerdì 15 ottobre: inoltre, per mantenere la concordanza tra anno tropico e civile, fu stabilito di sopprimere tre anni bisestili ogni quattro secoli, mantenendo bisestile solo gli anni secolari che risultano divisibili per 400. Quindi furono non bisestili il 1700, il 1800, il 1900, mentre il 1600 fu bisestile.