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Il Lavoro - Repubblica
Sabato 24 giugno 1995
"Una notte insonne poi quel pomeriggio favoloso con
Ringo"
Io c'ero. Trent'anni fa i
Beatles
Mancano due giorni alla fatidica data del trentennale: il 26 giugno 1965
i Beatles conquistarono Genova con i due concerti al Palazzo dello Sport della
Fiera. La memoria collettiva dei giovani di allora si risveglia. L'invito del
"Lavoro" a ricordare quei giorni è stato oggi raccolto da Franco Bampi,
consigliere comunale della Lega Italiana Federalismo, che ci ha inviato questa
"memoria Beatles" che volentieri pubblichiamo:
I Beatles. Me ne invaghii nel 1963 quando facevo seconda media, presso la
scuola di Corso Torino (oggi succursale della Pascoli) dopo aver ascoltato
"She loves you", 45 giri con la fascetta azzurra, la loro foto con le giacche
senza colletto e che aveva sul retro la bellissima, e a me cara, "I'll get you".
In terza media fui rimproverato dalla Preside (di cui ricordo benissimo nome
e cognome) perché portavo i capelli troppo lunghi - probabilmente più corti
di adesso, ma allora usava il taglio all'Umberta. Ho collezionato tutti i loro
dischi, racimolando a stento le 800 lire per i 45 giri e lottando vigorosamente
per ottenere le 3.300 lire necessarie per i 33 giri. Conservo ancora i
ritagli del "Radiocorriere", del mitico "Ciao Amici", della "Incom" e degli
altri rotocalchi dove si parlava di loro.
Di certo stentai a prendere sonno la sera precedente il loro concerto
genovese: forse ripensando a quello che avevo letto sui giornali: che Loro
chiamavano gli spettacoli con il termine "concerti", oggi diffuso anche
nella musica leggera, ma allora veramente inusuale per definire l'esibizione
di un complesso beat. Sapevo che erano al "Columbia", ma per me, quattordicenne
della Foce, arrivare a Piazza Acquaverde era un viaggio (a piedi). Così il
26 giugno di trent'anni fa non mancai l'occasione di recarmi al Palasport alle
quattro, o forse alle tre, del pomeriggio per attenderne l'arrivo. C'era
calca, ma poco disordine. Un poliziotto, più teso e spaventato di noi, intimava
a noi ragazzini urlanti di allontanarci, di fare largo. Ecco, d'improvviso
una camionetta. A bordo qualcuno con i capelli lunghi: forse era John, ma io
avrei giurato che era Paul. La sera: finalmente li avrei visti sul palco.
Presenta Paul: li distinguo poco, non solo non sono vicino al palco, ma
sono alloggiato molto di fianco sulla loro destra. Non ricordo moltissima
gente: io ero andato al concerto da solo, con tutte le raccomandazioni di rito
di mamma e papà! Ma ecco che Paul annuncia a gran voce il nome di "Ringo".
Un applauso e la folla esulta: ed ecco Ringo cantare "I wanna be your man".
E ancora "Roll over Beethoven", "She's a woman" e via con loro, con i favolosi
Beatles. Ero contento. In ottobre, finiti gli studi di teoria musicale, avrei
cominciato a suonare la chitarra sotto la guida del caro maestro Carlo
Palladino, chitarrista classico rinomato in Genova. E da allora la chitarra
è la mia insostituibile e fedele amica.
Franco Bampi
Genova, 19 giugno 1995
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