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INEDITO
Inviato e non pubblicato Lettere al Decimonono

Raduno dei bersaglieri

Una più ampia rassegna sul tema proposto nella lettera è reperibile alla pagina Raduno a Rivarolo.

Genova, 2 giugno 2001

Sul Secolo di giovedì ho letto, con profondo disappunto, che domenica 10 giugno i bersaglieri della sezione "Fara" festeggiano a Rivarolo un loro anniversario. Sono sinceramente dispiaciuto che nessuna autorità genovese e ligure abbia sentito come proprio dovere ineludibile ricordare, con solennità, alla città di Genova quante morti e quanto male fecero i bersaglieri di La Marmora nell’aprile del 1849 quando, per ben tre giorni, la città fu abbandonata al sacco della soldataglia bersagliera. È certo, lo sappiano tutti i partigiani d'oggi, che le famigerate SS tedesche fecero a Genova meno morti dei bersaglieri. E le SS erano stranieri in tempo di guerra, i bersaglieri erano italiani in tempo di pace! E nessuno si sarebbe sognato di complimentarsi con le SS per le loro stragi come invece fece il "re galantuomo" (sic!) Vittorio Emanuele II che, congratulandosi per iscritto con La Marmora: "non potevate fare di meglio", definì i Genovesi martoriati "vile e infetta razza di canaglie"!

Purtroppo pare che a nulla siano valse le chiare denunce dei crimini di pace commessi dai bersaglieri scritte da Leonida Balestreri, da Gian Guido Triulzi, da Giovanni Cattanei, fino ai più recenti ricordi di Luciano Caprile, di Massimo Zamorani, di Lorenzo del Boca, di Giovanni Rebora, cui tutti i quotidiani genovesi, il Secolo XIX in testa, hanno dato ampio spazio.

Il 10 di giugno Genova subirà un nuovo oltraggio alla memoria dovuto all’ignoranza della Storia Patria e alla colpevole accondiscendenza delle istituzioni genovesi e liguri.

Prof. Franco Bampi
Patriota genovese

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