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INEDITO
Inviato e non pubblicato
Redazione de "Il Secolo XIX"
Il Diritto Smarrito
Genova, 6 giugno 2003
In un articolo apparso giovedì 5 giugno sul “Secolo”, il
prof. Francesco Munari, docente di Diritto Internazionale presso la
nostra Università, suggerisce la giusta tesi di ricorrere sempre di
più a “meccanismi coerenti con la legalità” internazionale per trovare
un percorso pacifico verso la soluzione della situazione israelo
palestinese. In questo contesto il prof. Munari afferma “che resta
in vigore il diritto di autodeterminazione dei popoli e che le
conquiste territoriali compiute violentemente non sono definitive”.
A nostro avviso questa giustissima affermazione vale pari pari per
il “caso Liguria”. La Liguria, infatti, col nome di “Repubblica di
Genova”, esercitò legittimamente la propria sovranità per oltre 700
anni, fino al Congresso di Vienna del 1814-15 convocato con lo scopo
specifico di ripristinare gli Stati esistenti prima dell’avvento di
Napoleone. La Liguria, che ebbe restituita la propria sovranità il 26
aprile 1814, vi partecipò sovrana con propria delegazione. Non sono
ancora molto chiare le “ragioni di Stato” che indussero le Potenze
Alleate a disporre, nel dicembre 1814, l’annessione coatta degli “Stati
di Genova” al Regno Sardo dei Savoia. Una cosa è però certa: fino
all’ultimo tale decisione fu osteggiata dal legittimo governo della
Liguria che non solo non sottoscrisse alcun documento ma, col famoso
“Proclama” del 26 dicembre 1814, ribadì i “diritti
imprescrittibili” del popolo ligure a ritornare indipendente.
Nell’aprile del 1849 Genova insorse; per circa dieci
giorni fu “ripristinato” un governo repubblicano provvisorio e solo
la violenza della truppa savoiarda soffocò in un bagno di sangue
l’ultimo anelito di libertà e di indipendenza del popolo genovese
e ligure (uno dei caduti, Alessandro De Stefanis, era uno studente
universitario di Savona).
La storia successiva è la storia tragica di forti stati nazionalisti.
Anche l’Italia ebbe uno stato unitario “forte” che impose alla popolazione
due guerre mondiali, “stupide” guerre coloniali ed un regime politico
autoritario, e poi dittatoriale, monarchico-fascista. Tutto questo avvenne
a spese degli Stati indipendenti esistenti nella penisola italiana che
furono conquistati militarmente e quindi annessi. Per sanare l’evidente
violazione del diritto internazionale, il governo sabaudo fece votare i
plebisciti di annessione al regno di Sardegna e
d’Italia. Sebbene non necessari, fece addirittura votare i plebisciti
popolari anche per la “cessione-annessione” alla Francia di Nizza e
della Savoia! La Liguria non è mai stata chiamata a votare alcun plebiscito
e quindi non ha mai “sanato” la violazione subìta con la perdita della
sua indipendenza!
Oggi si sta costruendo pacificamente l’Unione Europea. Stati grandi,
medi e piccoli sono entrati e stanno per entrare nell’Unione. Ma vi
entrano sovrani con la loro storia, cultura, lingua, ecc. La Liguria,
durante il lungo periodo della sua indipendenza, aveva saputo creare
una vera e propria Civiltà Ligure con valori di tolleranza
e di solidarietà ed è stata annessa illegittimamente al Regno sardo.
Perché allora la Liguria non può entrare nell’Unione Europea come
Stato indipendente ed avere tutti i diritti-doveri che hanno gli
altri piccoli-medi Stati (Lussemburgo, Malta, Cipro, Slovenia,
Croazia, Estonia, Lituania, Lettonia, ecc,)? Forse perché solo la
violenza, ricordiamo Israele e la Palestina, è degna d’attenzione,
mentre gli indipendentisti liguri sono assolutamente pacifici, civili
e democratici?
M.I.L.- Movimento
Indipendentista Ligure
Vincenzo Matteucci - Franco Bampi
mil@mil2002.org
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