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Gazzettino Sampierdarenese
Anno XXXIII - N. 9/10
novembre/dicembre 2005
L’appuntamento è per
il 17 dicembre
O Confeugo: antica cerimonia medievale
Sabato 17 dicembre si rinnoverà l’antica cerimonia de “O Confeugo”
che si celebrerà a Palazzo Ducale, la storica sede del Governo della
Serenissima Repubblica di Genova.
La cerimonia risale ai primi anni del secolo XIV, ma certamente l’uso
era più antico; l’omaggio, era dapprima offerto al Podestà, capo supremo
del Comune; in seguito passò ai Capitani del Popolo ed infine, dal 1339
in poi, al Doge. “O Confeugo”, che consisteva in un grosso tronco di
alloro coperto di rami e adornato di nastri bianchi e rossi (i colori
della Repubblica), era il saluto di Capo d’Anno e rappresentava
l’omaggio del popolo alle più alte cariche dello Stato e lo scambio di
voti augurali per il nuovo anno. Il privilegio della consegna de “O
Confeugo” era riservato, forse fin dal 1307, agli Abati del Popolo,
rappresentanti delle Podesterie del Bisagno, del Polcevera e di Voltri,
ma ben presto limitato al solo Abate del Bisagno.
L'Abate, lasciato “O Confeugo” nel cortile, si presentava al Doge e
con deferenza profferiva le rituali parole Ben trovòu Messê ro
Duxe (ben trovato signor Doge); il Doge rispondeva Ben
vegnùo Messê l'Abbòu (ben venuto signor Abate). L'Abate poi
augurava le Buone Feste al Doge e gli riferiva sulle condizioni della
sua valle. Il Doge ringraziando gli donava un biglietto Cartulario
della Banca di San Giorgio da lire 100 dopo di che il corteo si
scioglieva. Calata la notte il Doge e i Collegi scendevano a dar
fuoco al tronco d'alloro (“O Confeugo” appunto) e poi vi gettavano
sopra un vaso di vino, zucchero e confetti e in tal modo la cerimonia
aveva termine. Il popolo riteneva che il grosso tronco bruciato fosse
sacro, per questo ognuno si accalcava a prendere per sé un tizzone,
che veniva poi gelosamente custodito ritenendolo dotato di poteri
magici. Il desiderio di possedere questi carboni era così vivo che il
Comune dovette provvedere a distribuirli in equa misura tra i cittadini.
L’attuale cerimonia, ripristinata dall’associazione “A Compagna” nel
1937, si svolge sulla falsa riga del rituale ora descritto: l’Abate del
popolo è impersonato dal Presidente della Compagna e il Doge dal Sindaco
di Genova. In questa occasione il Presidente rivolge al Sindaco le
critiche (e qualche volta i complimenti) per l’azione amministrativa e
il Sindaco risponde alle rimostranze. Poi si conclude con un rinfresco.
Insomma un’occasione da non perdere per gli amanti delle nostre
tradizioni.
F. Bam. [Franco Bampi, ndr]
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