franco@francobampi.it

Home > Editi e Inediti > O Confeugo: antica cerimonia medievale

Precedente ] Successiva ]

Gazzettino Sampierdarenese
Anno XXXIII - N. 9/10 novembre/dicembre 2005

L’appuntamento è per il 17 dicembre

O Confeugo: antica cerimonia medievale

Sabato 17 dicembre si rinnoverà l’antica cerimonia de “O Confeugo” che si celebrerà a Palazzo Ducale, la storica sede del Governo della Serenissima Repubblica di Genova.

La cerimonia risale ai primi anni del secolo XIV, ma certamente l’uso era più antico; l’omaggio, era dapprima offerto al Podestà, capo supremo del Comune; in seguito passò ai Capitani del Popolo ed infine, dal 1339 in poi, al Doge. “O Confeugo”, che consisteva in un grosso tronco di alloro coperto di rami e adornato di nastri bianchi e rossi (i colori della Repubblica), era il saluto di Capo d’Anno e rappresentava l’omaggio del popolo alle più alte cariche dello Stato e lo scambio di voti augurali per il nuovo anno. Il privilegio della consegna de “O Confeugo” era riservato, forse fin dal 1307, agli Abati del Popolo, rappresentanti delle Podesterie del Bisagno, del Polcevera e di Voltri, ma ben presto limitato al solo Abate del Bisagno.

L'Abate, lasciato “O Confeugo” nel cortile, si presentava al Doge e con deferenza profferiva le rituali parole Ben trovòu Messê ro Duxe (ben trovato signor Doge); il Doge rispondeva Ben vegnùo Messê l'Abbòu (ben venuto signor Abate). L'Abate poi augurava le Buone Feste al Doge e gli riferiva sulle condizioni della sua valle. Il Doge ringraziando gli donava un biglietto Cartulario della Banca di San Giorgio da lire 100 dopo di che il corteo si scioglieva. Calata la notte il Doge e i Collegi scendevano a dar fuoco al tronco d'alloro (“O Confeugo” appunto) e poi vi gettavano sopra un vaso di vino, zucchero e confetti e in tal modo la cerimonia aveva termine. Il popolo riteneva che il grosso tronco bruciato fosse sacro, per questo ognuno si accalcava a prendere per sé un tizzone, che veniva poi gelosamente custodito ritenendolo dotato di poteri magici. Il desiderio di possedere questi carboni era così vivo che il Comune dovette provvedere a distribuirli in equa misura tra i cittadini.

L’attuale cerimonia, ripristinata dall’associazione “A Compagna” nel 1937, si svolge sulla falsa riga del rituale ora descritto: l’Abate del popolo è impersonato dal Presidente della Compagna e il Doge dal Sindaco di Genova. In questa occasione il Presidente rivolge al Sindaco le critiche (e qualche volta i complimenti) per l’azione amministrativa e il Sindaco risponde alle rimostranze. Poi si conclude con un rinfresco. Insomma un’occasione da non perdere per gli amanti delle nostre tradizioni.

F. Bam. [Franco Bampi, ndr]

[ inizio pagina ]