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Gazzettino Sampierdarenese
Anno XXXIV - N. 6 30 Giugno 2006

L’assessore Dallorto: «Va chiusa: o d’accordo o d’autorità»

Via la Centrale Enel sotto la Lanterna!

Sul tema della Centrale Enel sotto la Lanterna abbiamo intervistato l’assessore alle Politiche Ambientali del Comune di Genova, Luca Dallorto del Partito dei Verdi.

 

- Assessore, la Centrale Enel durerà ancora a lungo sotto la Lanterna?
"Il punto di partenza è che tutti gli strumenti urbanistici degli enti pubblici prevedono la dismissione della Centrale Enel. Anche gli ultimi in ordine di tempo, cioè il piano energetico e quello della tutela della qualità dell’aria, prevedono che la Centrale cessi la sua attività. D’altra parte la Centrale Enel di cui stiamo parlando è una centrale termoelettrica a carbone risalente agli anni ’30. È collocata in pieno centro cittadino ed è incompatibile col tessuto urbano. Inoltre è situata sotto la Lanterna, simbolo di Genova: sarebbe come se Roma avesse una centrale elettrica accanto al Colosseo o Milano vicino al Duomo. Infine la Centrale non è neppure strategica per la produzione di energia: è noto che la Liguria produce più energia di quella che le serve e che quindi esporta energia nel resto del Paese".

- In quale modo lei, nella sua qualità di Assessore all’Ambiente, ha affrontato il problema?
"Fin dal mio insediamento, ho fatto della Centrale Enel una priorità: per questo problema sono andato più volte a Roma e il sindaco Pericu ha ripetutamente inviato lettere al Ministro competente. Purtroppo devo rilevare che il Governo precedente è stato sordo e che la precedente amministrazione regionale ha sottovalutato il problema. È vero che adesso la Regione è schierata al nostro fianco, ma questo ancora non basta: occorre che la dismissione della Centrale Enel diventi una priorità nazionale. Ho già fissato un incontro a Roma con l’attuale Ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio; è del mio stesso Partito, i Verdi, e sono certo che ci ascolterà. Va tuttavia rilevato che la situazione non è di semplice soluzione: non dimentichiamo che Enel, Ferrovie, ecc. sono autonome e potenti".

- Quale ritiene sia la procedura per giungere alla chiusura della Centrale?
"A Roma si dovrà aprire un tavolo di concertazione per stabilire che la dismissione della Centrale è una priorità politica nazionale e per concordare con Enel i modi e i tempi per una rapida dismissione. Se la concertazione dovesse avere esito negativo, io penso che sussistano gli estremi per procedere ad una chiusura d’ufficio. Vede, è pur vero che le emissioni sono a norma, ma il problema è quello delle immissioni complessive in atmosfera: le emissioni della Centrale, infatti, si sommano a quelle della città diventando così insopportabili, come peraltro attesta il piano della qualità dell’aria. In altre parole, per lasciare la Centrale in attività occorrerebbe bloccare il traffico cittadino o impedire il riscaldamento delle case. E questo è un problema non trascurabile perché le misure sul traffico che intendiamo attuare per ridurre l’inquinamento potrebbero essere vanificate proprio dalla presenza della Centrale".

- Quindi?
"Ho avviato con Regione, Provincia e Arpal una campagna di monitoraggio i cui risultati dovrebbero essere disponibili nelle prossime settimane. Ritengo che gli esiti saranno tali che non vi sarà più alcun dubbio circa il fatto che si debba attivare una procedura di dismissione come la città sta chiedendo unanimemente. O si trova la concertazione o ci sono gli estremi per una chiusura autoritativa e d’urgenza. Pensi, Enel ha chiesto di usare biomasse al posto del carbone per abbassare le emissioni di anidride carbonica ed ha osservato che, essendo la Centrale sul mare, il trasporto risulterebbe agevole. Ma abbiamo dato parere contrario perché riteniamo che ciò avrebbe consolidato la permanenza della Centrale in contrasto con la posizione di tutti gli enti, ribadita nei loro strumenti di gestione del territorio, che è quella di dismetterla. Tra l’altro, e concludo, è iniziato l’iter per l’autorizzazione ambientale integrata della Centrale: sono convinto che non potrà ottenerla e questo sarà un altro elemento a favore della chiusura".

- Un’ultima domanda, Assessore. San Pier d’Arena e San Teodoro si affacciano sul mare proprio dove, spesso, le navi sostano. Ora, per mantenere attivi i servizi interni, le navi, pur essendo ferme, mantengono accesi i motori per produrre energia elettrica. Molti dicono che questo comportamento è fonte di rilevante inquinamento. L’assessorato da lei guidato è informato del problema?
"Sì, ne siamo informati già da qualche mese e ci siamo subito attivati. È vero: le navi inquinano ed è così per tutti i porti. Sono infatti pochissimi i porti che si sono attrezzati per fornire energia alle navi senza bisogno di far loro accendere i motori. Ma non dimentichiamo che l’energia necessaria è tanta. Detto ciò, io ho sollecitato la Provincia. L’assessore provinciale Briano ha già convocato una riunione per individuare soluzioni transitorie e di prospettiva. Io penso che l’Autorità Portuale debba essere incaricata di individuare fonti di approvvigionamento elettrico. Ad esempio nell’area di Cornigliano è presente una centralina elettrica non inquinante, che potrebbe servire anche per questo scopo".

Franco Bampi

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