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Mele:
Il maiale di Sant'Antonio
Il Secolo XIX
Venerdì 17 gennaio 2003
Rivive a Mele la tradizione
del maiale di Sant'Antonio
Comincia questa mattina, nei locali dell'Oratorio di Sant'Antonio
abate a Mele, la vendita del maiale benedetto «pro beneficio pauperes»: il ricavato
andrà ai poveri. Il maiale, benedetto ieri sera dal parroco Piero Repetto, è già stato
trasformato in bistecche e arrosti, piedini e musetto: nulla di cruento o
anti-igienico, perciò, per far rinverdire una tradizione secolare.
A Mele, paesino arroccato sulle alture di Voltri in direzione Turchino, i
legami tra la religione e la terra sono sempre stati molto forti, e del resto
il nome del borgo (miele, significa) testimonia un tenace attaccamento
all'agricoltura e all'allevamento. Ecco dunque che la benedizione del maiale
assume un significato particolare: prosperità, armonia tra uomo e animali,
spiritualità della civiltà contadina.
I fedeli potranno comprare il maiale a un prezzo speciale, non
troppo alto e non troppo basso, e fare un'opera di bene. Questa sera ci sarà poi
la messa della festività di Sant'Antonio, con i canti eseguiti dalla cantoria
parrocchiale. La celebrazione si concluderà con il bacio del Santo Bambino; seguirà
la premiazione di due concorsi natalizi, «Vetrine in mostra» e «Presepi per la
scuola». Il concorso delle vetrine aveva come tema la carta e le cartiere, oggi
la principale attività di Mele. Un incontro conviviale concluderà la serata.
L'oratorio di Sant'Antonio Abate è edificio storico: nel 1625 Andrea Ansaldo
dipinse la Madonna dell'altare, dal 1777 al 1782 Carlo Giuseppe Ratti illustrò
alcuni episodi della vita del patrono. In processione, ogni 15 agosto, viene
tuttora portata la cassa lignea dedicata al Santo di Anton Maria Maragliano. Anche
in questo caso, spazio alla tradizione: per «far ballare» la cassa, del peso di
circa dieci quintali, si alternano parecchie squadre di uomini. La statua viene
poi sistemata su un carro trainato da cavalli riccamente bardati. La cassa,
pregevolissima, (sedicesimo secolo) è una delle più antiche della Liguria: ma
le stesse origini della Confraternita di Sant'Antonio abate si fanno risalire
addirittura al 1536.
Recarsi a Mele (simpatico paese aggrappato al Turchino) oggi costituisce
dunque anche una gita culturale, oltre a rappresentare un momento particolare
di devozione. Per le tradizioni della vallata, un'altra bellissima giornata che
si aggiunge a quella del 15 agosto. Sopra un'immagine tipica di Sant'Antonio
Abate con accanto un maialino.
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