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Il Palazzo del Principe
Corriere Mercantile
Venerdì 4 ottobre 2002
La "reggia" di Genova
LA STORIA * IL PALAZZO DEI PRINCIPI DORIA PAMPHILJ
Un "monumento" del Cinquecento ligure. Il Palazzo del Principe, dimora
genovese dei principi Doria Pamphilj, è uno dei testimoni più illustri del
Rinascimento nella nostra città. Fatto erigere intorno al 1520 da Andrea
Doria, grande ammiratore dell'imperatore Carlo Ve protagonista della
politica europea nella prima metà del XVI secolo, il palazzo fu l'unica
"reggia" che la Repubblica di Genova conobbe nel corso della sua storia
secolare. All['interno dell'edificio si trovano numerosi ritratti del
committente, tra cui la celebre tavola eseguita da Sebastiano del Piombo
bel 1526, quando il Doria era ammiraglio di papa Clemente VII. Notevole fu
anche il ruolo di Andrea quale mecenate della arti: nel 1528 il nobile
chiamò a decorare il palazzo Perin del Vaga, allievo e collaboratore di
primo piano di Raffaello, che portò a Genova le novità dell'ambiente
romano. L'artista affrescò gli appartamenti di Andrea e della sua
consorte, Peretta Usodimare, eseguì finissimi stucchi e progettò arredi ed
argenti per la vita di corte che si svolgeva nelle sale dell'abitazione.
L'attuale percorso di visita si snoda appunto attraverso gli ambienti
decorati dal maestro tra il 1528 e il 1533: oltre alla Loggia degli Eroi,
l'Atrio, la Sala della Carità Romana, il Salone della Caduta dei Giganti e
le quattro camere private del Doria, la Sala dei Sacrifici, la Sala dello
Zodiaco, la Sala di Perseo e la Sala di Cadmo. Dovute invece
all'ampliamento attuato dall'erede di Andrea, Giovanni Andrea I, sono la
Sala di Paride, la Galleria Andrea e la Cappella privata della famiglia.
Le stanze sono arredate con gruppi scultorei di Filippo Parodi e mobili da
"parata": vi si conservano importanti dipinti di Bronzino, Aurelio Lomi,
Domenico Piola e Domenico Parodi. Le terrazze si affacciano sui
giardini all'italiana arricchiti da marmi scolpiti (la "Fontana del
Tritone" del Montorsoli, la "Fontana del Nettuno" di Taddeo Carlone
e la "Fontana dei Delfini" di Silvio Cosini).
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