«Nella nuova sede i documenti saranno esposti accanto a molte altre
testimonianze storiche»
|
In mostra: atti notarili medievali
registri del Banco di San Giorgio
e il documento Assereto dove
appare chiaramente la genovesità
di Cristoforo Colombo |
MARIO MARCENARO
Prosegue il dibattito sul futuro e sulle prospettive delle due sedi dell'Archivio
di Stato di Genova, quella storica di via Reggio e quella nuova in Carignano. A
questi problemi si è aggiunto il "doloroso grido di allarme" di Franco
Bampi docente universitario e vicepresidente di "A Cumpagna" che ha
avanzato l'ipotesi di disinteresse dell'attuale direzione per la Sala Colombiana,
allestita nel 1974 da Aldo Agosto, direttore dell'Archivio di Stato dal '73 al
'95.
«La sala colombiana - dice Agosto - fu voluta da Paolo Emilio Taviani e dalla
Direzione Generale nella sede di via Reggio. Poi è stata spostata, per le Colombiane,
nella nuova sede. Sono dispiaciuto che questa mostra permanente non esista più».
Ma parliamo un po' dei lavori. Come mai sono serviti tanti anni?
«I rallentamenti sono stati tecnici e non sono mai dipesi né da me né dai miei
successori. Io avevo praticamente solo la consulenza per quanto atteneva la parte
archivistica, l'utilizzo dei vari locali, la conservazione dei documenti».
Ma i ritardi?
«Per quanto era mia competenza ho sempre sollecitato presso la Direzione degli
archivi il proseguimento rapido dei lavori».
Da chi dipendevano le decisioni?
«Un intervento importante fu quello di Giulio Andreotti allora presidente del
Consiglio e ministro ad interim dei Beni culturali che, per poter proseguire
senza successive interruzioni, mi aveva delegato con una sua lettera a nominare un
rogatario per stipulare una convenzione con la stessa impresa che dall'inizio
seguiva i lavori a sant'Ignazio. I lavori sono ripartiti ma, subito dopo, un nuovo
direttore generale degli Archivi annullò quanto stabilito da Andreotti».
Dopo aver sentito Aldo Agosto abbiamo chiesto a Paola Caroli, dall'aprile del
2001 alla direzione dell'Archivio di Stato genovese, precisazioni "sul
futuro" della Sala Colombiana.
Dottoressa Caroli è venuta volentieri a Genova?
«Quando ha vinto il concorso da dirigente ho accettato con entusiasmo il
trasferimento da Torino in quanto, come mio padre, sono nata a Genova, anche se la
mia famiglia non ha origini genovesi e le posso garantire che non mi mancano i
ricordi della mia infanzia. Possiamo quindi escludere i sentimenti sabaudi contrari
all'antica Repubblica di Genova avanzati dal professor Bampi».
Ma avete annullato la Sala Colombiana?
«Già oggi la sede di via Reggio è un cantiere. Abbiamo spostato 9 chilometri di
documenti nei magazzini di Campi per permettere i primi e urgenti interventi sulla
struttura.
Attualmente il problema, le garantisco, non è quello della Sala colombiana; il
problema è quello di riprendere e terminare i lavori per la fine del 2003 a
Sant'Ignazio, come ha spiegato al Secolo XIX il ministro Urbani, e programmare i
lavori, inderogabili, nella sede di via Reggio.
Ma è importante questa esposizione?
«Sì. È fuori dubbio. Non abbiamo fatto "sparire", come avete scritto, la
Sala colombiana. I documenti legati a Colombo devono essere salvaguardati e ben
custoditi come tutti gli altri documenti dell'archivio, a partire dagli atti
notarili medievali per giungere ai documenti del Banco di San Giorgio. Ricordi che
anche documenti più recenti sono fondamentali per la storia di Genova, pensi
all'importanza degli atti giudiziari che, passati gli anni indicati dalla legge,
ci vengono periodicamente consegnati».
Ma quale progetto per ricordare Colombo a Genova?
Come le ho già detto ci stiamo impegnando, e le garantisco che non è cosa da poco
spostare i documenti dell'intero Archivio di Stato. Fatto ciò penseremo al settore
espositivo.
A Sant'Ignazio?
Certo. Nella nuova sede ci saranno splendidi spazi per incontri e per la
valorizzazione del patrimonio documentario che conserviamo. I documenti più
importanti della storia del Comune di Genova e della gloriosa "superba"
Repubblica saranno esposti e, ovviamente, i documenti colombiani, a partire dal
famoso documento Assereto che attesta la genovesità di Colombo, saranno valorizzati
al massimo.
[ Indietro ]