franco@francobampi.it
 

Home > Tutto bene? > La Coscia > «Scompare un pezzo di storia ma non potevamo più vivere qui»

 

[ Indietro ]

Il Secolo XIX
Martedì 18 settembre 2001

«Scompare un pezzo di storia
ma non potevamo più vivere qui»

    
Le demolizioni del gennaio 1999  

C'è il rimpianto di vedere un quartiere che scompare. Ma soprattutto il sollievo di lasciare una zona ormai abbandonata, dove la vita quotidiana è diventata un inferno. C'è un groviglio di sentimenti diversi, nel cuore degli ultimi abitanti di via Balleydier. Soprattutto tra quelli che abitano qui da decenni, e che nella memoria hanno ancora impressi i suoni, gli odori e i volti che popolavano il quartiere della Coscia, borgo di pescatori e portuali. Le botteghe dove si fabbricavano a mano le reti. Le cucine che sfornavano a pieno regime i pasti caldi che venivano portati in barca agli equipaggi delle navi. E poi il mare, oggi ingoiato dal porto.

Davanti ai ricordi, la malinconia non può che farsi strada. Anche in Armando Mezzadri, 61 anni, autista Amt in pensione, che abita in via Balleydier numero sette da "appena" diciassette anni, quando il degrado stava già iniziando. «Io ho visto tutta la metamorfosi in peggio. Questo era un quartiere caratteristico, in un contesto storico, a due passi dalla Lanterna. Meritava di essere recuperato, e sono sicuro che l'Unione europea avrebbe anche concesso i finanziamenti, se il Comune avesse presentato un progetto di recupero». Invece la zona della Coscia resterà soltanto nelle vecchie foto e nella memoria degli anziani sampierdarenesi. D'altra parte, neppure gli abitanti si illudevano più di recuperare il passato. «Ormai le ruspe avevano distrutto tutto, era rimasto soltanto il nostro palazzo e un rudere abitato da clandestini. E intorno non resta altro che desolazione».

Ora gli abitanti del civico sette, ultima memoria storica del quartiere, si disperderanno in tante direzioni diverse, come è già accaduto per chi viveva nei palazzi demoliti negli anni scorsi. C'è chi ha deciso di lasciare Genova, come lo stesso Mezzadri. «Credo che andrò a vivere a San Lorenzo al mare, vicino Imperia. Ho dei parenti laggiù, e con quello che pagherà il Comune per il mio appartamento potrò versare l'anticipo per una casa di cinquanta metri quadri. Poi farò un mutuo: è un sacrificio, alla mia età, ma vivere qui non era più possibile». Il discorso è diverso per le quattro famiglie che vivono in affitto. Tra qualche mese, quando il Comune inizierà i lavori di demolizione, rischiano di trovarsi in mezzo a una strada. Ma l'assessore al patrimonio Claudio Basso ha promesso al consiglio comunale e agli abitanti che non succederà. «Daremo in affitto a queste famiglie una casa di proprietà comunale, in una zona di loro gradimento».

[ Indietro ]