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Il Secolo XIX
Mercoledì 22 agosto 2001
Lettere
DICO LA MIA SU PIAZZA DE FERRARI
Ho rivisto piazza De Ferrari dopo il rifacimento: resta il bel complesso dei
palazzi che la contornano ma nell'insieme è completamente snaturata.
Le tre nuove fontane non la migliorano affatto, anzi non c'entrano per niente;
servono solo a rubare spazio ed è facile prevedere che durante le giornate di vento,
che a Genova non sono poche, la maggior parte della piazza sarà impraticabile.
Ho rivisto la fontana: non sarebbe male in assoluto, anche qui i nuovi getti a
corona non c'entrano, oltre a nascondere quasi completamente il vecchio e caro bacile
e le eleganti maschere incassate nella vasca.
Ho anche visto la fontana quando è spenta, come spesso accadrà una volta finiti
i festeggiamenti, ed è realmente inguardabile: nella vasca inferiore fanno pessima
mostra di sé il grosso tubo distributore e soprattutto le manichette che sporgono
orribilmente ben al di sopra del bordo (per la verità sporgono antiesteticamente
anche quando la fontana è in funzione) mentre le parti aggiunte appesantiscono
eccessivamente l'insieme.
Ho attraversato la piazza, dove si è rialzato ciò che stava in basso ed abbassato
ciò che stava in alto ed, a parte che sarà una pacchia per ortopedici e traumatologi,
è evidente come lo scopo principale fosse quello di spendere il più possibile, e poi
tra selciati, bordi, gradoni e balaustre è stata messa assieme un'accozzaglia di
almeno una mezza dozzina di materiali diversi che fanno a calci e pugni tra loro.
Insomma, mentre l'orientamento condiviso ed apprezzato da tutti è dovunque quello
del restauro conservativo, di cui abbiamo ottimi esempi in piazza Colombo, via S.
Lorenzo, via Cesarea, via S. Vincenzo, l'austera bellezza della piazza simbolo della
città è perduta per sempre.
Il tutto sotto la guida di presunti superesperti profumatamente retribuiti e con
l'assenso di pubblici amministratori che dovrebbero tutelare il patrimonio storico
ed architettonico della città e fare in odo che finanziamenti disponibili vengano
utilizzati al meglio.
E per favore non si dica che sono i soliti mugugni da genovesi.
Massimo Casalegno
Genova
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