Genova dimentica dov'è nataPer tutti è solo una porticina verde senza significato in uno dei tanti palazzi patrizi della città. Per Franco Bampi, segretario del M.I.L., invece «è l'ennesimo esempio del disinteresse dell'amministrazione comunale di fronte ad uno dei più importanti simboli della storia cittadina. La porta in questione infatti è quella sotto la Loggia degli Abati, all'angolo tra salita Arcivescovado e via Tommaso Reggio, «il luogo dove nel 1099 è nata Genova, e dove, nel 1339, Simone Boccanegra, primo doge della città, si affacciò per presentarsi e salutare il popolo in attesa». Un luogo quindi degno di rispetto o, per lo meno, di una targa che ricordi ai cittadini la sua storia. Ma Genova, anche in vista del 2004, sembra proprio non voler valorizzare i suoi tesori: «Un'altra città d'arte ne avrebbe fatto un vanto, noi la lasciamo chiusa al pubblico, in uno stato di decadenza deprecabile, in abbandono». continua Bampi. Perché il problema naturalmente non è limitato al solo portoncino, ma anche ai saloni che esso cela. «Assolutamente inutilizzati. Un tempo erano sede della storica A Compagna, che si era occupata anche dei restauri. Oggi l'associazione chiede di tornarci, non solo perché quella sarebbe una collocazione più prestigiosa e comoda per i cittadini, che avrebbero a disposizione anche la ricca biblioteca dell'A Compagna, ma soprattutto perché la renderebbero accessibile e visitabile al pubblico per tre pomeriggi alla settimana». Ma a nessuno sembra interessare. D'altronde è sufficiente alzare lo sguardo di qualche metro per vedere «la polvere che invade i vetri della Loggia, utilizzata solo in rare occasioni e sconosciuta ai genovesi, figuriamoci ai turisti» conclude Bampi. Una sensazione di abbandono che si accentua quando lo sguardo si allarga a quella Torre Grimaldina «temporaneamente chiusa al pubblico» dove la celebre Campanon de Paxo, «non suonerà più. Il rischio è troppo alto, le vibrazioni infatti potrebbero danneggiare la struttura». [PC] [ Indietro ] |