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Il Secolo XIX
Giovedì 17 ottobre 2005
LETTERE
Difendiamo il Mar Ligure
Vorrei con la presente esprimere al signor Andrea Bonanni autore della
lettera "Ridateci il Mar Ligure (e studiate
la geografia)" il mio completo accordo sulla sua indignazione sul vezzo
di chiamare Tirreno il nostro stupendo Mar Ligure.
Infatti non solo, come il signor Bonanni dice, l’International
Hydrografic Organisation di Monaco, ma anche il nostro Istituto
Idrografico della Marina - Sede in Genova - ha ben definito i confini
tra Mar Ligure e Tirreno e la netta loro diversità, su basi storiche,
antropiche, di flora e di fauna. (Ricordiamoci che il Mar Ligure è il
“santuario dei cetacei”!).
Premesso quanto sopra dispiace notare che spesso sono proprio Enti,
organizzazioni o semplicemente persone liguri che incorrono in questo
vezzo. Ritengo che sia, purtroppo, una prerogativa della nostra etnia,
e la storia ce lo insegna, quello di non considerare, non valorizzare o
addirittura disperdere quelle cose che l’operar dei nostri avi o, come
in questo caso, la benevolenza della natura ci ha concesso.
Partendo da Ponente verso Levante ho riscontrato: Vado Ligure -
centrale termica "Tirreno Power"; Savona - "Funivie
Alto Tirreno"; Camogli -"Castello della Dragonara - Acquario
Tirrenico".
Spesso Rai 3 Liguria ha chiamato Tirreno il nostro mare e così pure
in articoli marittimi o in meetings, a Palazzo S. Giorgio, relativi a
problemi portuali i porti di Genova, Savona e La Spezia vengono chiamati
porti dell’Alto Tirreno.
Se tanti liguri non ci tengono a manifestare la loro ligusticità è un
fatto loro (non debbono però poi stupirsi se all’estero le Cinque Terre
vengono definite regione della Toscana quale prolungamento della
Versilia - così ho riscontrato! E se il centro studi del Santuario dei
cetacei viene considerato non l’Acquario di Genova, con la sua gran mole
di ottima ricerca e sperimentazione, ma l’Isola d’Elba); noi - io, il
signor Bonanni e tanti altri - invece siamo ben felici della nostra
ligusticità e di definire ligure ciò che ligure è e possiamo toglierci
la soddisfazione di dire a quelli che hanno il vezzo di cambiar nome al
nostro stupendo mare non solo di andare a studiare la geografia, come Lei
dice, ma anche la storia, l’antropologia, la botanica e la zoologia.
Emanuele Franchini Faliero
Genova
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