Fabrizio Graffione Agli inizi degli anni Ottanta, in piena giunta di sinistra guidata da Fulvio Cerofolini, il consiglio comunale aveva votato la delibera sulla realizzazione della metropolitana genovese con un preciso impegno politico di costruire anche la tratta di Sarnpierdarena. Oggi, a distanza di quasi venticinque anni, di quel documento non si sa più nulla, ma per fare chiarezza sull'argomento, che ha suscitato un vespaio di polemiche in questi giorni tra residenti e abitanti della delegazione del ponente cittadino, interviene l'ex assessore al Traffico e consigliere comunale Tullio Mazzolino. L'esponente della Dc; a palazzo Tursi per diciannove anni dal 1976 al 1990 e dal 1997 al 2002, in giunta dal 1985 al 1990 con il sindaco Cesare Campart, si ricorda benissimo di quando, all'opposizione, aveva chiesto e ottenuto da Cerofolini il documento politico firmato e allegato alla delibera che dava disco verde all'underground della Lanterna. «Il tracciato iniziale - racconta Mazzollno - partiva da Brin, come è allo stato attuale, con destinazione Brignole, ma noi come Democrazia cristiana non eravamo d'accordo perché si sarebbe tagliata fuori Sampierdarena. Secondo un approfondito e dettagliato studio sul traffico dell'Amt la delegazione del ponente cittadino era individuata come la zona di maggior traffico privato e pubblico. Purtroppo gli assessori Cavalli e Sanguineti, rispettivamente del Pci e del Psi, spingevano per fare partire i convogli da Brin invece che da Sampierdarena. Inoltre non avevano voluto prevedere nemmeno una tratta di servizio per le numerose abitazioni e uffici che sorgono intorno a via Buranello, via Cantore, piazza Vittorio Veneto e San Benigno. I motivi, ovviamente, erano e sono ancora oggi soltanto politici». Accuse gravi, quelle di Mazzolino, che continua spiegando come di problemi tecnici, rispetto al disegno del tracciato attuale, per realizzare almeno un «ramo» del metrò a Sampierdarena, a palazzo Tursi non ne sono mai stati presentati. «È proprio così - continua l'ex esponente Dc - sia Amt, sia Ansaldo, non mi risulta abbiano mai, anche negli anni Ottanta, sollevato problemi di carattere tecnico per prolungare o comunque fare partire la metropolitana a Sampierdarena. Insomma, una volta tanto, non c'erano ostacoli di natura concreta. Semmai c'era la volontà e l'interesse politico di privilegiare Brin, Certosa e la Valpolcevera. Anzi, i binari dovevano proseguire fino a Bolzaneto. Era talmente chiaro l'intento politico, per favorire un bacino e un «serbatoio» di voti alla sinistra, che i democristiani all'opposizione si impuntarono minacciando di non votare la delibera proposta inizialmente dalla giunta Cerofolini. È soltanto grazie alla nostra tenacia, in particolare del capogruppo Remo Lastrego, che ottenemmo quell'importante impegno e il documento scritto, poi allegato alla delibera». Ma di quella decisione, firmata sia dalla sinistra, sia dall'opposizione, oggi non c'è più traccia. «È finito nel dimenticatoio - accusa ancora Mazzolino - e così continua la beffa per i cittadini di Sampierdarena, ma anche di tutta la città, perché gli impegni assunti dalla giunta di sinistra non soltanto non sono mai stati mantenuti, ma praticamente sono stati tenuti "nascosti" in un cassetto senza che la popolazione ne venisse a conoscenza». Mazzolino punta l'indice anche contro la giunta rossa di Adriano Sansa. «Quando sono state vendute una parte delle azioni dell'Amga una decina di anni fa - spiega - con i soldi ricavati si sarebbe potuto realizzare un'opera pubblica importante come la metropolitana, prevedere anche la tratta di Sampierdarena e arrivare fino a Brignole. Invece il sindaco Sansa ha utilizzato quei fondi per una miriade di piccole spese e per tappare i buchi del bilancio comunale». METRÒ DIMEZZATO Negli anni Ottanta la
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