[ Indietro ]
Il Secolo XIX
Domenica 4 febbraio 2007
I genovesi hanno voglia di metrò
l’ha scelto il dieci per cento in più
Nel 2006 sui treni 22.200 passeggeri in media ogni giorno,
350 mila accessi in più dal mese di gennaio a quello di dicembre
Gli utenti della metropolitana sono cresciuti nel 2006 del 10%
Chi traina continua a essere la gente della Valpolcevera, la stessa che quasi
inaspettatamente questo treno sotterraneo, vent’anni fa, l’aveva battezzato. Ma
Genova si sta abituando ogni giorno di più, al fatto di avere una metropolitana.
Lo dimostrano i dati, confortanti, del numero di passeggeri che ogni giorno utilizzano
i cinque chilometri e mezzo dell’underground nostrano. Nel 2006 sono stati 8 milioni
e 102 mila, gli accessi complessivi, il 10,8% in più rispetto al 2005. Significa 22.200
passeggeri in media ogni giorno, e un salto di più di 350 mila accessi dal mese di gennaio
a quello di dicembre. Intendiamoci, si tratta comunque di numeri ancora piccoli,
considerando che l’intero sistema di Amt ha registrato nel 2006 un aumento di utenti ben
maggiore: 3 milioni e 600mila. La stazione, tra le sette oggi in esercizio, che registra
il maggior numero di accessi è quella di Brin, a Rivarolo, capolinea della Valpolcevera.
Qui entra quasi un terzo degli utenti, quasi 2 milioni e 500 mila, mentre dai tornelli
di De Ferrari, tra le ultime stazioni a essere state inaugurate, sono entrate nel 2006
1 milione e mezzo di persone. Seguono, sempre per flusso complessivo di passeggeri del
2006, le stazioni di Di Negro (1.484.940), San Giorgio (1.304.551), Principe (582.920),
Darsena (530.916) e infine l’ultima inaugurata, Sarzano(123.396). L’aumento degli utenti
non è però dettato da un improvviso risveglio di emozioni. È l’effetto De Ferrari,
inaugurata nel febbraio del 2005, a invogliare all’utilizzo sempre più persone. E non
è detto che a questo scopo non possano in futuro avere un ruolo anche le corsie gialle
volute per i mezzi di superficie: dichiaratamente Amt e Comune di Genova le hanno introdotte
non solo per aumentare la velocità dei bus, ma anche per spingere i genovesi a preferire i
mezzi pubblici a quelli privati. Ora, incassato il successo, Amt guarda avanti. «Consideriamo
la metropolitana nient’affatto un mezzo di trasporto a sé stante - ci tengono a sottolineare
in via Montaldo - per noi è anzi un mezzo da integrare con gli altri a disposizione, dagli
ascensori ai filobus, dagli autobus alle funicolari. In questo senso aspettiamo con trepidazione
l’arrivo a Brignole: sarà un’occasione per riorganizzare il sistema di collegamenti in
Valbisagno e alla Foce». Di sicuro, per ora, si può dire che la metropolitana batte di gran
lunga, per efficienza, i mezzi di superficie: nel 2006 sono state soltanto 52 sulle 66.138 in
programma, le corse saltate per guasto dei treni. Amt ora considera prioritario convocare al
più presto un tavolo di studio per pensare concretamente a come correre verso nord con gli
stessi binari che nel prossimo futuro arriveranno a Brignole. L’azienda del trasporto pubblico,
forte delle competenze e dell’esperienza del socio francese Transdev, chiede oggi a gran voce
un ruolo più dignitoso e operativo sul bancone dove si disegnerà la metropolitana del domani.
Questo significa che per la prima volta Amt potrebbe essere coinvolta negli studi preliminari
dell’opera e nella progettazione del tracciato. Il primo passo della nuova era è stata la
cessione dei treni, conclusa circa un mese fa, dal Comune ad Amt (sorta di indennizzo per debiti
contratti in passato). Il secondo passo è stata l’assunzione di un tecnico parigino, Daniel Le
Gal, che avrà il compito di portare a Genova l’esperienza di Transdev. Il progettista francese
si occuperà dell’equipe che Amt offrirà al Comune per pensare allo sviluppo del metrò.
Sull’orientamento da dare alla nuova opera, l’azienda sembra orientata a realizzare il primo
tratto nel sottosuolo e il successivo dopo San Martino su binari in superficie.
DANIELE GRILLO
[ Indietro ] |