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Il Secolo XIX
Martedì 27 agosto 2002

Dopo la vittoria delle aziende in tribunale il sindaco si impegna a trovare una collocazione per le attività sfrattate

Darsena, Tursi viene a patti

L'assessore Gabrielli: «In quell'area si gioca il futuro del centro storico e della città è comprensibile che l'impresa cercasse di rendere difficile la vita a chi non voleva andarsene»

La guerra degli scagni della Darsena sembra essere arrivata alle battute finali. Rivelando interessi, per i privati e per la città, di dimensioni sorprendenti: «Ho ricevuto una telefonata dal sindaco Pericu - dice l'avvocato Saura Contestabile, legale di un gruppo di commercianti - ha detto che dopo il nostro trionfo in tribunale, ha usato proprio il termine "trionfo", ha fatto pressioni sulla società Vecchia Darsena perché trovi una collocazione adeguata ai titolari delle aziende che si trovano nei palazzi interessati alla ristrutturazione». Come dire che il prezzo per spostare chi avrebbe invece tutti i diritti per restare si è alzato. Ma l'operazione non si fermerà.

Così ieri mattina il primo dei commercianti degli scagni è stato portato a visitare la soluzione individuata dal Comune all'interno della ex Coop. «L'interesse è troppo alto per arrestarci di fronte a questi ostacoli - dice l'assessore Bruno Gabrielli, disegnando una operazione da 400 miliardi di vecchie lire - in gioco c'è il recupero di tutto il centro storico. Fino ad oggi il porto antico è stata una splendida operazione che però ha interessato solo marginalmente la città vecchia, tagliata fuori non tanto dalla sopraelevata ma dalla barriera di via Gramsci. Adesso quello che vogliamo creare è un polo di attrazione che coinvolga anche fisicamente il mondo dei vicoli, collegati ai nuovi spazi museali e al centro dei divertimenti di Ponte Parodi».

L'assessore descrive il sogno di una passeggiata pedonale che parte da Brignole per arrivare al molo di attracco dei traghetti, con un quartiere della cultura e del divertimento capace di coinvolgere anche i vicoli nella ripresa economica e sociale: «Si parte da Brignole e si percorre a piedi via San Vincenzo, poi i portici di via Venti Settembre, piazza De Ferrari, via San Lorenzo, Caricamento e infine la Darsena. In quest'area, trovano la loro collocazione i musei: al Galata quello del mare e della navigazione, poi il museo di arte moderna e la casa della musica. A Ponte Parodi nascerà il centro dei divertimenti, un edificio con gli esterni in cristallo e una nuova concezione costruttiva che è un po' quella dei "lego", simile a un enorme diamante. La galleria in Darsena dove oggi gli operatori commerciali fanno resistenza è il nucleo centrale di questo progetto, bisogna immaginarla restaurata e animata da bar, caffè, luoghi di ritrovo». Gli operatori degli scagni dicono che, per allontanarli, state rendendo la loro vita impossibile. «Non noi, è la società Vecchia Darsena che esegue i lavori. Ma la politica di rendere difficile la permanenza per convincere chi c'è ad andarsene è comprensibile, l'abbiamo già usata al "bacinetto". C'era un affittuario che aveva trecento milioni di debiti col Comune, per andarsene chiedeva che gli venissero abbuonati e in più voleva altri trecento milioni: un vero ricatto. Abbiamo fatto una serie di interventi per rendere difficile l'accesso ai suoi locali e costringerlo a venire a patti».

Modi poco anglosassoni? Gli interessi in gioco sono enormi e chi ha messo in gioco cifre a molti zeri non può concedersi ritardi che significano mancati introiti. Il solo pool di imprese riunite nella società Nuova Darsena ha impegnato 19 milioni e 883 mila euro per avere da Porto Antico la subconcessione delle aree, un canone che va da qui al 2050: logico che i privati stringano i tempi per iniziare a incassare liquidità nel più breve tempo possibile. «Ma a noi interessa la riqualificazione dell'area - riprende Gabrielli - con l'introduzione di attività che siano qualificanti per la città e per il centro storico». La scommessa è riuscire a coniugare interessi così diversi senza calpestare i diritti di nessuno: in gioco c'è il recupero del vecchio fronte del porto.

Bruno Viani


Il presidio degli artigiani sfrattati davanti agli edifici della Darsena

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