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Il Secolo XIX
Giovedì 10 giugno 1999

Il pasticcio della Darsena

Una vertenza giudiziaria rischia di creare seri problemi ai piani di riconversione dell'area della Darsena varati dal Comune.

Il contenzioso è vecchio di oltre un secolo perché le carte sulla proprietà, contesa, della calata del Cembalo datano al 1875. Per la giustizia i tempi non sono ancora secolari, ma tredici anni sono già passati da quando l'allora presidente del Cap Roberto D'Alessandro chiese la restituzione delle aree al Comune, ritenendo di esserne il padrone. Il Comune, all'epoca, fece orecchie da mercante alle due richieste e, alla fine del 1986, D'Alessandro avviò la causa giudiziaria.

   
 

La zona della Darsena destinata ad essere ristrutturata

Tredici anni sono passati, la causa non si è risolta tanto che è finita tra quelle affidate alle sezioni stralcio del tribunale civile attivate un anno fa per cercare di smaltire gli arretrati. Una causa ricca di pagine e di marche da bollo alle quali, ieri mattina, si sono aggiunte quelle apposte dall'avvocato Saura Contestabile, che assiste la decina di aziende artigiane, specializzate nel settore della marineria, con sede al Cembalo. «Ci siamo inseriti nella causa - ha spiegato la Contestabile - per chiedere anche noi di definire una volta per tutte la proprietà di quell'area dalla quale le aziende, secondo il Comune, devono essere sfrattate. Sfratti sui quali il pretore si è già espresso almeno dieci volte, dicendo no alle richieste del Comune che è stato ritenuto non titolato ad agire perché non è il proprietario».

L'inserimento delle dieci aziende ha provocato la decisione del giudice Russo di riservarsi sulla decisione di merito, rinviando poi la discussione all'udienza del prossimo 23 giugno. «Noi - ha aggiunto l'avvocato - abbiamo anche chiesto l'applicazione di un recente pronunciamento che ha costretto il Comune di Albenga a pagare i danni per una causa simile e la conseguente applicazione dei parametri decisi in quella sentenza anche a Genova. Se il giudice dovesse darci ragione, beh sarebbero danni per decine di miliardi che il Comune di Genova dovrebbe pagare alle aziende che vuole sfrattare da un'area che non è sua e nei confronti delle quali non rispetta i precedenti pronunciamenti del pretore».

La decisione del tribunale civile, sezione stralcio, avrà quindi una valenza importantissima in quanto stabilirà chi è il proprietario della zona per la quale sono in causa il Comune contro ministeri vari e, soprattutto, dirà una parola definitiva sul fronte dei progetti di recupero edilizio inerenti alla zona.
(...)

Ma. Zin. [Massimo Zinola]

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