Solo quattro pietre...In fondo sono solo quattro pietre. Nulla di fronte a una fabbrica pulsante di lavoro e umanità sacrificata sull'altare della ristrutturazione (leggi tagli e chiusure) di Ansaldo. Quattro pietre che probabilmente non hanno neppure uno straordinario valore architettonico. Ma quelle quattro pietre rappresentano la culla dell'industrializzazione genovese. Lo stabilimento fondato da Philip Taylor e Fortunato Prandi nel 1846 fu finanziato da Cavour e nel 1853 ha costituito il nucleo originario di quella "Gio. Ansaldo & C." nata per costruire le prime locomotive italiane. Da quello stabilimento sono uscite nel corso di un secolo e mezzo anche rotaie, cannoni, tubature, motori marini e turbine. Da lì, insomma, è passata la storia industriale di Genova. Il progetto di riconversione urbanistica dell'area della Fiumara, che tante polemiche ha suscitato in città, prevedeva comunque la conservazione degli edifici di valore storico: la torre saracena, il "Fiumarone" e, appunto, il "Taylor e Prandi". In particolare nelle navate neoclassiche di quest'ultima costruzione, debitamente ristrutturate, avrebbe dovuto trovare posto un suggestivo centro commerciale. Ora si scopre che l'edificio è da buttar giù (anzi è già stato in buona parte demolito) per essere ricostruito più o meno secondo i disegni originari. Non sembra, francamente, una buona idea. Gli impegni presi dall'azienda costruttrice, Coopsette, con la città erano altri. Bisogna avere rispetto per la memoria storica, urbanistica e industriale di una comunità. Che poi significa difendere le proprie radici e la propria identità culturale. Probabilmente operare in maniera diversa avrebbe comportato un esborso maggiore. Ma era un atto dovuto a Genova. Ora il presidente Donato Fontanesi dice che Coopsette è disponibile a discutere eventuali soluzioni diverse. Forse è troppo tardi. T. C. [Teodoro Chiarelli] [ Indietro ] |