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Il Secolo XIX
Giovedì 1 settembre 2011
Pagina originale
Il monumento si trovava in un deposito di Aster dopo aver lasciato Principe
I ladri mutilano la statua del Duca di Galliera
Rimossa vent'anni fa per i lavori della metro stava per essere restaurata.
Poi sarebbe tornata al suo posto
Il restauro era quasi pronto a partire. «Stavamo cercando insieme all’Autorità portuale
un capannone adatto per togliere i segni del tempo a tutti i pezzi e riassemblarli», dice
il dirigente del settore musei del Comune di Genova, Guido Gandino. Ma ecco che la vita
travagliata della statua del duca di Galliera, Raffaele De Ferrari, opera in bronzo del
1896 del grande scultore Giulio Monteverde, rimossa nel 1990 per il cantiere della
metropolitana, è stata vandalizzata: il Genio del Commercio, una delle tre figure di cui
si compone la scultura, è stato mutilato dei due polpacci (da sotto il ginocchio) e di
un braccio. Sembra che il furto, scoperto solamente ieri in un deposito dell’Aster in
via Garrone a Bolzaneto, dalla ditta incaricata dell’imballaggio per il trasporto in
porto, fosse finalizzato soltanto a fondere e a rivendere il bronzo.
«Per questo lanciamo un appello a chiunque avesse ricevuto gli arti mozzati perché
ce li restituisca immediatamente», dice l’assessore alla Cultura del Comune di Genova,
Andrea Ranieri, subito avvisato del furto. Ieri, intanto, gli esperti del settore musei
del comune di Genova, sono andati a verificare l’entità del danno.
«La mutilazione è molto recente - spiega la direttrice dei musei di Nervi, Maria Flora
Giubilei - la superficie del bronzo era lucidissima, di fianco c’era ancora tutta la
polvere prodotta dai tagli, non era stata bagnata dalle piogge o mossa dal vento.
Inoltre, vicino agli arnesi rinvenuti nei pressi della scultura, è stato trovato anche
uno scontrino con la data del 24 agosto. Un indizio preso in seria considerazione dai
carabinieri».
Sul caso indagheranno i militari del Nucleo di tutela del patrimonio artistico,
chiamati ieri mattina subito dopo la sconvolgente scoperta.
«La situazione è grave, adesso bisogna fare in fretta a ritrovare i pezzi - dice
ancora Gandino - e in generale a portar via la statua dal deposito per cominciare i
lavori. Il Comune aveva appena stanziato i fondi per il restauro».
L'annuncio, che il Comune avrebbe presto finanziato il restauro dell'opera d'arte
era stato dato a marzo scorso. Per rimettere al suo posto la statua del duca di Galliera,
originariamente collocata in via Fanti d'Italia la giunta aveva deliberato 130 mila
euro, più o meno un mese fa. Per il restauro è stato consultato anche l'opificio delle
pietre dure di Firenze che ha fornito una consulenza.
Già perché nel corso degli anni non sono state poche le polemiche riguardo alla
prima rimozione della statua, curata dall'impresa Sciutto di Giambattista Oneto.
Intervistato dal Secolo XIX, lo stesso Oneto lo aveva ammesso. «L'imperativo
era fare in fretta, incombevano le manifestazioni colombiane del '92. Fu la fretta,
forse, a suggerire alla ditta di segare il basamento bronzeo del monumento proprio
in corrispondenza di una decorazione a bassorilievo, tranciandola. «Non è una decisione
chi abbiamo preso a cuor leggero. Abbiamo consultato la Sovrintendenza e la ditta Morigi
di Bologna, un'autorità in materia. Purtroppo la base di bronzo non era vuota, ma piena
di cemento, e quello era l'unico punto in cui fosse possibile tagliarla», aveva detto
Oneto. Fatto sta che adesso, con gran parte dei soldi già pronti per essere spesi,
la statua è finita se non "dimezzata" come il famoso visconte di Italo Calvino, pesantemente
mutilata. «Riportateci i pezzi» gridano all'unisono Comune, Sovrintendenza e musei.
F. FOR. - D. GRI.
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