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la Repubblica
Venerdì 24 giugno 2011

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E Repetto promette l'intervento della Fondazione Carige

«Se i soldi mancano, ci penserà la fondazione Carige». Il cavaliere Flavio Repetto è pronto ad aprire il portafogli. Ha appena letto che il Comune è disposto a spendere 130 mila euro per restaurare la statua del Duca De Ferrari ma ancora non sa dove reperire i fondi necessari per trasferire il gruppo bronzeo da Bolzaneto a Principe. E allora ci pensa lui, il presidente della Fondazione: «Se il problema è trovare qualche soldo per riportare la statua all'onore della città, la Carige non si tira indietro, soprattutto per uno come De Ferrari che tanto ha fatto per Genova»: il museo di Palazzo Rosso, duecento e più appartamenti concessi agli operai ad affitto "politico", e poi le tante opere per favorire il porto.

Un mecenate come vuol essere Repetto: «La Fondazione fa tanto per la cultura. Il nome Carige è legato a doppio filo alla storia di questa città. L'impegno che siamo pronti a sostenere per far installare la statua del Duca dove sorgeva fino a vent'anni fa, non sarà dei più gravosi. Carige ha affrontato spese ben più grandi per altri impegni culturali».

Pronti a riportare la statua all'antico splendore,i restauratori dell'Opificio delle Pietre dure di Firenze e la ditta Sciutto di Genova, esperta nel trasporto di opere d'arte. «È dal 2009 che bussiamo alla porta del Comune per farci affidare il lavoro», ricorda Gian Battista Oneto, titolare della Sciutto e presidente del Rotary Genoa Centro storico. «Insieme all'associazione A compagna ci eravamo offerti gratuitamente per esaminare il progetto di restauro. Siamo stati noi che l'abbiamo smontata nel '90: la conosciamo bene quella statuae siamo in grado di rimettere in ordine il puzzle di pezzi che adesso sono seminati per il deposito di Bolzaneto». Franco Bampi, presidente dell'associazione A compagna ricorda: «Al confeugo del 2009 avevo lamentato la triste condizione in cui versava il monumento all'emerito genovese.

Quando ero consigliere - continua Bampi - avevo fatto anche una mozione per sapere dov'era finito il monumento.

Dalla Stazione Marittima era stato trasferito in un magazzino e solo successivamente il bronzo era stato portato nel deposito a Bolzaneto. Tutti questi spostamenti di certo non sono stati favorevoli alla conservazione dell'opera. Infatti dalla statua del Monteverde mancano dei pezzi che i restauratori dovranno ricostruire. La storia del monumento del Duca è tipicamente genovese. Una simile disavventura - chiamiamola così - è capitata alle fontane della città, itineranti come quella di Palazzo San Giorgio che oggi è stata trasferita in piazza Colombo». All'università Bampi insegna a Ingegneria, ma la sua passione è la storia della città e il dialetto. Della Superba sa segreti e virtù: «I monumenti noi a Genova li demoliamo o ce li dimentichiamo. Chi avrebbe abbattuto la casa di Paganini, il più grande violinista del mondo? I genovesi di oggi hanno dimenticato una magnifica statua di un grande artista come Giulio Monteverde; l'hanno abbandonata in un deposito per vent'anni. Per fortuna il vento è cambiato: Tursi si è rammentato del monumento e ha trovato pure 130 mila euro per il restauro. Questo fa onore alla città".

ANNISSA DEFILIPPI BRUNO PERSANO

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