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la Repubblica
Giovedì 23 giugno 2011

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La statua del Duca dimenticata alla Guardia

Un trittico di bronzo eretto del 1896 dallo scultore Franco Monteverde. Svettava di fronte al Palazzo del Principe. Rimossa per il metrò, giace da 12 anni in mezzo ai rovi

di ANNISSA DEFILIPPI

La statua dedicata a Raffaele De Ferrari

Il destino di una statua non è finir per terra. Le statue si ergono, dominano, svettano. I monumenti stanno nelle piazze, nei cimiteri, nelle ville. Sono materia spirituale scolpita in sostanza, sentimento di riconoscenza interpretato in forme. Celebrano eroi patrii, simboleggiano la storia; in una parola: restano. No, il destino di una statua non è finire per terra.

LE IMMAGINI

E invece da 12 anni la statua dedicata a Raffaele De Ferrari, Duca di Galliera, è abbandonata in un deposito all'aperto del comume di Bolzaneto, collocato sulla strada che affianca il greto del Polcevera e che conduce alla Madonna della Guardia. Un trittico di nobile bronzo, eretto nel 1896 dallo scultore piemontese - ma genovese d'adozione - Giulio Monteverde, finito in mezzo ai semafori e ai lastroni dei marciapiedi dismesi. Giace supino su un basamento di sterpaglie, aggrovigliato nella morsa delle reti arancioni di plastica usate dal Servizio Strade per le recinzioni.

Un gruppo scultoreo formato da una donna simboleggiante Genova che abbraccia un Cupido da un lato e Mercurio dall'altro. Fino al 1999 la statua accoglieva idealmente i naviganti che sbarcavano in città: svettava di fronte alla Stazione Marittima dove ora non c'è più nulla. La rimozione risale all'apertura del cantiere per la costruzione della metropolitana di Principe, senza spiegazione invece la mancata ricollocazione a distanza di oltre dieci anni. A fine lavori il monumento sarebbe dovuto tornare nella sua sede originaria o in uno spazio limitrofo ricavato dalla nuova urbanistica.

Invece quella che era considerata la "torre" della Marittima resta tutt'oggi abbattuta nel deposito di Bolzaneto. Giardini, moletti e palazzo del Principe, erano le bellezze che circondavano una volta le tre statue; zona industriale, pre-fabbricati e arbusti avvinti dai rovi, la fatiscenza che è toccata al monumento. Un trittico di statue accompagnato da un trittico di paradossi.

Il primo è il fatto che la statua del Duca di Galliera, donatore di somme riguardevoli per il porto, sia finito abbandonato e incustodito in piena periferia. Il secondo è che la parola monumento deriva dal latino mònere che significa ricordare e da mentum che indica l'atto, quindi l'atto di ricordare in sostanza. Invece la memoria di un uomo, che tanto aveva fatto per il progresso della città, finisce obliata. Il terzo è che di quest'opera nessuno ne reclami la valorizzazione: dal passante alle amministrazioni. Paradossale perché Giulio Monteverde è lo scultore di opere incastonate come diamanti dentro e fuori il cimitero di Staglieno e apprezzate dai critici dell'arte.

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