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Accade oggi al Santuario di N.S. della Vittoria

Bravo Don Sandro Carbone !!!

rettore del Santuario di Nostra Signora della Vittoria

Il Secolo XIX Mercoledì 22 agosto 2001

Completata la ristrutturazione costata quattro miliardi finanziati per un terzo dalla Regione

Una locanda nel santuario

Ristorante, locali destinati al soggiorno di anziani, pellegrini ed escursionisti ma anche iniziative culturali nell’antico complesso religioso della Vittoria

Le memorie raccontano dello smacco sofferto da 8 mila soldati di Carlo Emanuele I di Savoia contro un migliaio di contadini dell'entroterra proprio sul passo del Pertuso, dove oggi sorge il santuario. È stata una delle tante occasioni in cui Genova ha salvato quasi miracolosamente il proprio stato sovrano che in quel punto confinava con i feudi imperiali.

L'attualità invece propone un rifugio dell'alta via dei monti liguri con venti letti a castello, annesso all ’albergo ristorante "Regina della Vittoria" che ha trenta camere familiari e 130 posti a sedere nel ristorante a terrazza inquadrato sulla direttrice spaziale Polcevera - Mar Ligure - Corsica.

Lodovico Prati

LO STEMMA DELL'ALBERGO

E i grifoni tornano ad alzare la coda

Al santuario della Vittoria è stato recuperato anche un piccolo spazio alla vecchia e dimenticata sovranità della repubblica marinara. Il concetto è racchiuso nel simbolo che fregia il nuovo albergo-ristorante e gli stendardi del ricostituito reggimento in costume della serenissima "Colonnello Bembo". I grifoni genovesi che nell'attuale stemma cittadino hanno coda bassa e reggono una corona servile (questi particolari erano stati modificati nel secolo scorso per riconoscere la sottomissione ai Savoia avvenuta con l'annessione di Genova al Piemonte), tornano ad alzare la coda e a sorreggere un copricapo regale. Il rettore del santuario ci scherza su. «Quando hanno proposto al sindaco Pericu di modificare lo stemma di Genova ha detto che non si intende di araldica - spiega don Sandro Carbone - allora ci abbiamo pensato noi adottando l’emblema originario della serenissima ».

[ Lo stemma di Genova ]

Il Secolo XIX Giovedì 23 agosto 2001
Dite la Vostra

LE CODE DEI GRIFONI DI GENOVA

Ne "Il Secolo XIX" di mercoledì 22 agosto, sotto il titolo "Una locanda nel santuario" si legge che al ristrutturato Santuario della Vittoria, sulle alture del passo dei Giovi, il rettore ha fatto alzare le code a grifoni sullo stemma della Città che fregia la struttura d'accoglienza, mentre lo stemma cittadino continuerebbe a esibire "grifoni con la coda bassa che reggono una corona servile". I genovesi ben sanno, informati a suo tempo da una corposa campagna di stampa, che con un provvedimento del sindaco Giuseppe Pericu adottato nel luglio dello scorso anno lo stemma è stato modificato e le code hanno ripreso l'antica posizione eretta.

Ufficio Stampa
del Comune Genova

Il Secolo XIX Lunedì 27 agosto 2001
Lettere al Decimonono

LO STEMMA DI GENOVA

Sono il rettore del Santuario di Nostra Signora della Vittoria sui Giovi di Genova, che ha fatto mettere nell'insegna della riaperta locanda del Santuario denominata "Albergo *** Ristorante Regina della Vittoria", l'antico stemma della città di Genova, perché fu proprio a seguito della vittoria del 1625 contro i franco-piemontesi avvenuta su questo colle ad opera di pochi valligiani, che fu eretto questo Santuario e la città fu consacrata alla Madonna Regina di Genova, la cui effigie è qui appunto venerata sotto il titolo di Regina della Vittoria.

Or dunque, proprio in quell'occasione la corona dello stemma di Genova fu trasformata da "ducale" (un semplice cerchio merlato sopra lo scudo crociato), in "regale" (con rialzo a casco concluso da una piccola sfera sormontata da croce sin dal tempo del Sacro Romano Impero).

Ora i Savoia, ben sapendo che questa corona regale, imperiale diremmo, fu introdotta proprio dopo la loro sconfitta nel 1625, la fecero sostituire con quella ducale dopo l'annessione della Repubblica di Genova a Regno di Sardegna, abbassando contemporaneamente le code dei Grifoni.

Ora nel comune di Genova non solo si ignora l'evento e non si conosce l'araldica (poco male dirà qualcuno), ma (cosa ben più grave) non si capiscono neanche le spiegazioni, proprio come il senex, velox ad loquendum, sed tardus ad sentiendum.

Io so bene che il sindaco ha dato l'ordine di cambiare lo stemma di Genova alzando le code ai Grifoni, ma so bene anche che in detta occasione ha completamente ignorato i suggerimenti di chi, facendo parte della commissione di revisione dello stemma, aveva suggerito di tornare integralmente allo stemma pre Savoia, non soltanto alzando le code dei Grifoni, ma anche restituendo alla corona la dignità regale.

Facendo ciò ci si è esposti al rischio di gettare via del denaro, perché è inutile spendere soldi per fare una cosa a metà, che poi dovrà essere rifatta.

Comunque concludendo, invito il sindaco ed i suoi addetti culturali a venire al Santuario della Vittoria, miei graditi ospiti, per vedere nell'insegna della locanda l'antico stemma di Genova e rendersi conto di persona della differenza, nonché naturalmente per pregare la nostra Madonna protettrice della città e gusta e una buona cucina.

Don Sandro Carbone
Mignanego (GE)

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