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Corriere Mercantile
Giovedì 4 maggio 2006
Intervista a Vittorio Emanuele di Savoia
di Mimmo Angeli
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La protesta degli
indipendentisti in piazza Fontane Marose
(...)
A proposito dei suoi antenati, alla vigilia della sua visita genovese
si sono registrate voci di dissidio per via degli episodi accaduti in
città sotto il regno di Vittorio Emanuele II.
«Salendo le scaledi palazzo Tursi mi sono imbattuto in una contestazione...
corposa. Se non sbaglio erano due persone. Vede, in democrazia è giusto
e lecito protestare, esprimere le proprie idee e affermare ciò che si
pensa. Non sono però assolutamente accettabili la violenza e
l'intolleranza come accade, assai spesso, nelle manifestazioni di massa.
In tali casi sparuti groppuscoli riescono a far degenerare la natura
pacifica della manifestazione. È purtroppo accaduto anche a Genova,
durante il G8». (Qui finisce la risposta: come si
vede la domanda di Angeli è stata totalmente elusa, ndr)
(...)
Il principe parla con molta naturalezza, che dà alla conversazione un
tono d'altri tempi, ma senza snobbismo. (...) «La storia - dice - non si
può fermare. Io rappresento la mia dinastia, (ecco
perché le colpe dei padri - Vittorio Emanuele II - ricadono su di lui!,
ndr) un pezzo molto importante della storia
d'Italia, con tutto quel che ciò comporta. Oggi se Bossi vuol cambiare
l'Italia padronissimo di farlo. Se ci riesce». Evidentemente la stoccata
al leader della Lega, fermo nel suo proposito storico di trasformare in
senso federale quell'Unità d'Italia che si deve proprio a Casa Savoia.
(...)
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