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Il Secolo XIX Mercoledì 28 maggio 1997

L'assessore alla Cultura annuncia il ritorno nelle piazze di alcune statue abbandonate da anni

Tursi riscopre i monumenti

L'ex soprintendente: «Ma i genovesi sono insensibili»

Recuperate le effigi dei Doria e
il monumento del duca Raffaele
De Ferrari. La scultura che
ritrae Raffaele Rubattino andrà
a Caricamento. Trasloco in
vista anche per la statua di
Colombo

 

Il consiglio comunale avrebbe piacere che le due statue dei Doria, il grande ammiraglio Andrea, padre della Costituzione della Repubblica datata 1528 e Gianandrea Doria, tornassero in bella mostra. Sarà accontentato. Eppure l'assemblea elettiva vedrebbe appagato il proprio gusto estetico e storico, in alcuni casi persino affettivo, potendo riammirare il monumento bronzeo dedicato a Raffaele Rubattino o al munifico benefattore duca Raffaele De Ferrari. La giunta comunale verrà incontro anche a questo desiderio.

Sarebbe curioso sapere se anche i genovesi mostrano lo stesso interesse per l'argomento. Se cioè si sentono legati ai simboli della storia, ai personaggi che ne hanno scritto alcune pagine, ottenendo in cambio la gratitudine dei concittadini e un a scultura in una piazza della città. L'assessore alla Cultura Giovanni Meriana assicura che sono molti i genovesi che chiedono lumi all'amministrazione civica: vogliono sapere dov'è finito quel monumento e protestano sdegnati. Ma è davvero un sentimento comune?

L'architetto Mario Semino, ex soprintendente, pensa invece che tra i genovesi e i mini mausolei il «feeling» non sia poi così solido. Anzi. L'unica tradizione che resiste è la visita alle tombe monumentali di Staglieno. Ma questo probabilmente è un altro discorso. Piuttosto, fa notare ancora Semino, il genovese è attratto dai monumenti «portatili», ad esempio i Cristi delle Confraternite.

Interpretando la passione di chi reclama la visione perpetua e concreta dei legami con la propria storia, il consigliere comunale Franco Bampi, docente a Ingegneria, appassionato di storia genovese e nostalgico della Repubblica di Genova (quella degli anni d'oro, dei Doria, della Costituzione del 1528, «che si configura come uno Stato di avanzatissimi princìpi costituzionali e giuridici»), ha presentato una sfilza di ordini del giorno che avevano come obiettivo l'adozione di gesti simbolici da parte del Comune: il recupero di monumenti storici per ricordare la caduta della Repubblica aristocratica avvenuta nel giugno di duecento anni fa ad opera della «sedicente Repubblica Democratica ligure, succube di Napoleone»,

Quell'evento del passato non è andato giù a Franco Bampi che rimpiange i fasti e l'autonomia della Repubblica di Genova ben evidenziata - a suo parere - dalla mostra di Van Dyck.

Nei giorni scorsi a Bampi ha risposto in consiglio comunale l'assessore Meriana, annunciando il ritorno in pubblico di alcune opere. Il monumento bronzeo dello scultore Giulio Monteverde dedicato al duca di Galliera Raffaele De Ferrari, ad esempio, che ora intristisce nel magazzino comunale di San Quirico. Parzialmente infangato durante l'ultima alluvione non ha ancora una destinazione. Bampi chiede per lui un posto visibile in un molo del porto, magari nei pressi della vecchia sistemazione, in piazza del Principe.

La scultura che ritrae Raffaele Rubattino, il primo armatore italiano di vascelli a vapore, verrà ricollocata a caricamento, a fianco di Palazzo san Giorgio, lavori per il metrò permettendo, l'Ansaldo è già al lavoro per redigere il progetto.

Tornerà in vista anche il «Barchî de Pontexello», celebre fontana di piazza Dante poi sistemata nel cortile di Palazzo Ducale e recentemente rimossa per restauri. La Provincia finanzierà il progetto di restauro e poi il «Barchî» troverà spazio in Campetto quando la zona sarà pedonalizzata.

A Palazzo Ducale approderanno anche le copie in resina e polvere di marmo delle statue dei due Doria. Gli originali, senza testa e gambe, mutilati durante i tumulti del 1797, giacciono al museo di Sant'Agostino: i visitatori oggi devono chiedere espressamente di poterli osservare. L'esposizione dunque non riguarderà gli originali (saranno comunque più visibili a Sant'Agostino) che subirebbero definitive devastazioni per l'assalto di vandali e agenti atmosferici.

Il consiglio comunale ha approvato gli ordini del giorno proposti da Bampi, compreso quello che chiede il trasferimento della statua di Cristoforo Colombo, oggi in piazza Acquaverde. Il politico forzista (anche se in consiglio comunale siede tra le fila del Polo Nord), lo vedrebbe bene alla Stazione Marittima, più frequentata da turisti e naviganti. La Stazione Principe, a suo parere, ha perso quel ruolo di punto di ingresso a Genova che aveva quando era l'unica stazione cittadina. Cristoforo Colombo meriterebbe dunque una ricollocazione.

E c'è spazio anche per il «Campanon de Paxo», la campana della Torre Grimaldina di Palazzo Ducale. Con il restauro della Torre, Bampi auspica che anche la campana trovi adeguato spazio. Sempre nell'ottica della rievocazione nostalgica della repubblica di Genova: «quella sì era una Repubblica potente e ammirata».

V.D.B. (Vittorio De Benedictis)

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