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La Stampa
Martedì 27 maggio 1997
Spese di restauro della Torre Embriaci,
il Comune replica ai condomini
La repubblica del 1797 divide Tursi
Dibattito sulle celebrazioni del
Bicentenario
Genova. Consiglio comunale rievocativo ieri pomeriggio, a Palazzo Tursi.
Il dibattito è stato aperto da Franco Bampi che ha ricordato come,
esattamente duecento anni fa, la Repubblica di Genova veniva sostituita
dalla Repubblica democratica ligure. Ancora una volta il consigliere del
polo nord ha ribadito la necessità di provvedere al restauro dei monumenti
del periodo. L'assessore alla Cultura Giovanni Meriana ha ricordato le
manifestazioni in programma fra il 17 e il 18 giugno per ricordare il
bicentenario della repubblica.
Il lungo dibattito su questo tema ha monopolizzato buona parte della
seduta e sono state rinviate le delibere sul bilancio di previsione
dell'Amt per il 1997 e per l'accordo di servizio per il trasporto pubblico
locale. Con ogni probabilità le due pratiche saranno discusse lunedì prossimo.
Intanto l'assessore all'Edilizia pubblica Aleandro Longhi ha replicato ai
condomini della storica «Torre Embriaci» che, dopo aver messo in vendita il
palazzo avevano accusato il Comune di non voler partecipare all'intervento
dopo che, l'anno scorso, l'edificio era stato danneggiato da un fulmine. «Il
palazzo Brignole Sale, con l'annessa Torre, è un bene vincolato, utilizzato
per fini abitativi. Le diverse proprietà hanno costituito un condominio
eleggendo un amministratore. La proprietà comunale è solo di 137 millesimi
ma - dice Longhi - è un italico giochetto quello di privatizzare gli utili
ma tentare di socializzare le perdite o le spese. Il Comune non ha disconosciuto
la proprietà della torre, ha soltanto fatto presente quanto i proprietari
già sapevano o dovevano sapere: il Comune è soltanto uno dei condomini e
in posizione minoritaria». Quindi, una volta compiuti i lavori, la civica
amministrazione interverrà «per quanto di sua competenza nella ripartizione
millesimale». Longhi ha infine ribadito che il Comune non può vendere beni
di interesse storico e artistico.
(...)
[m.c.c.] (Maria Cristina Cambri)
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