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I busti dei Doria a Palazzo Ducale

Sulla gradinata del Palazzo Ducale di Piazza Giacomo Matteotti si notano due piedistalli privi di statue.

Uno di essi sostenne per quasi tre secoli il monumento di Andrea Doria, l'altro quello del nipote Giannetto eretto nel 1602.

Quando la città di Genova accolse con entusiasmo i princìpi della rivoluzione francese contro l'aristocrazia ed i nobili, in un momento di euforica esaltazione abbatté i due monumenti che ricordavano l'odiata nobiltà e delle due statue non restano per ricordo che due dorsi marmorei nell'androne del Palazzo Ducale.

Con lettera del 13 Giugno 1797 il rappresentante della Repubblica Francese, Faipolt, scriveva a Napoleone I l'avvenuto abbattimento con questa lettera (scritta in francese, che io riporto in italiano):

"...sapete che nulla eguaglia l'ardore del popolo e la rapidità delle misure che mirano ai progressi rivoluzionari. Le statue dei Doria fondatori dell'aristocrazia sono state distrutte..."

Napoleone rispose:

"Apprendo con il più grande dispiacere che in un momento di entusiasmo si è rovesciata la statua di A. Doria.
A. Doria fu un grande marinaio e uomo politico, l'aristocrazia era la libertà del suo tempo. L'intera Europa invidia alla vostra città il pregio d'aver dato i natali a questo uomo celebre.
Vi affretterete, non ne dubito, a risollevare la statua? Vi prego di scrivermi per sostenere una parte delle spese che questo comporterà e che io desidero partecipare con i cittadini più zelanti per l'onore della vostra Patria.
Vi prego di rispondermi..."

Buonaparte

Il desiderio di Napoleone per le vicende politiche che si succedettero non poté essere esaudito, ma ciò non toglie nulla al valore morale della lettera.

Tratto da Francesco Rizzo, Genova segreta e ricercata, Nuova Editrice Genovese, Genova 1985.

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