Irlanda, ora è
diventato un cigno il brutto anatroccolo: ecco come
Da cenerentola d'Europa a prima della classe grazie ad
una ferrea cura a base di liberismo
Attuare una politica liberale non è facile, lo è ancora di meno in un
paese che ha una fortissima tradizione statalista come il nostro.
Ispirarsi ad altri è difficile perché sono pochi gli stati europei che
fanno del libero mercato la propria filosofia. In Germania e Francia i
socialisti hanno lasciato un'impronta indelebile.
Ci sarebbe l'Inghilterra, ma la sua storia è troppo diversa da quella
italiana per trarne dei buoni spunti. Eppure un buon esempi cui ispirarsi
c'è e la sua storia economica è molto simile a quella dell'Italia, è la
piccola e giovane Irlanda. Un articolo molto interessante comparso sul
Tempo a firma di Alberto Mingardi, ha illustrato il miracolo economico
realizzato da questo piccolo stato. Nella cattolicissima Irlanda fina dal
raggiungimento dell'indipendenza, c'è stata sempre un'economia fortemente
statalista. Di liberismo neppure a parlarne, e i risultati stavano lì a
dimostrarlo. L'Irlanda occupava stabilmente gli ultimi posti delle
classifiche europee. Tutti gli indici economici erano da brivido: un
debito pubbli9co smisurato pari al 125% del PIL, pressione fiscale
gigantesca, ipertrofismo burocratico e un mercato del lavoro assolutamente
rigido a causa della forza dei sindacati. Le cose cambiano con l'arrivo al
potere del premier John Bruton. Dal 1994 al 1997 Bruton intraprende
un'opera di smantellamento della farraginosa economia di stato e,
infischiandosene dell'ostilità popolare, trasforma il paese in un cavallo
di razza. La spesa pubblica e la pressione fiscale vengono più che
dimezzate, per non parlare dell'esercito burocratico ridotto dell'8%. I
risultati non si sono fatti attendere. Il tasso di crescita si assestò su
una media del 4% all'anno per raggiungere il picco del 10% nel 1995.
Inutile dire che della svolta si è avvantaggiato in primo luogo il mercato
del lavoro, con un tasso di disoccupazione crollato dal 18% al 3,9% e con
200.000 nuovi posti di lavoro creati.
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