I Savoia chiedono aereo reale e scorta?
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Vittorio Emanuele con il figlio |
Roma. È un giallo la presunta richiesta da parte dei Savoia, ormai
prossimi al rientro, di una serie di benefit come parziale risarcimento dallo
Stato italiano. Le voci su richieste in tal senso si spargono nel primo pomeriggio
di ieri, dopo la riunione del Consiglio dei ministri, provocando anche le prime
indignate e anche scandalizzate reazioni politiche (dai verdi, dal Pdci, dai ds
ma non solo). In serata giungono, una dopo l'altra, le smentite ufficiali: una
dal governo, con Giovanardi che dice che di benefit in Cdm non se è parlato
affatto («Mai pervenuta né formalmente né informalmente alcuna richiesta di
benefit da parte della famiglia Savoia al governo», anche se l'argomento Savoia
è stato trattato in vista del rientro, e una direttamente da Ginevra con Marina
Doria che definisce «allucinanti» le voci su un tale elenco di richieste: auto
blu, protezione e scorta, e anche - se del caso - l'uso di aerei di Stato.
Perché, scandisce, mai il marito ed il figlio hanno avanzato sollecitazioni in
tal senso allo stato o al governo italiano: «Vogliono rientrare come semplici
cittadini e non chiedono altro, sono voci messe in giro da chi vuole distruggere
l'immagine della famiglia».
In consiglio dei ministri, comunque, della questione Savoia si è parlato, e
sicuramente in relazione ad una causa che l'ex-famiglia reale ha pendente alla
Corte dell'Aja contro lo stato italiano sulla restituzione dei beni confiscati
dopo la caduta della monarchia in Italia. L'orientamento emerso è stato quello di
attendere il pronunciamento della Corte internazionale prima di affrontare
l'argomento più concretamente. Immediate le reazioni, prima delle smentite di
Giovanardi e di Marina Doria.
Sosteneva Paolo Guzzanti, presidente della commissione Mitrokhin, Paolo
Guzzanti: «Posso capire le precauzioni a tutela dell'incolumità, ma tutto il
resto... Il Conte di Parigi, colui che sarebbe l'aspirante al trono di Francia,
queste cose non le chiederebbe mai, né alcuno si sognerebbe mai di concedergliele.
È un professionista come tanti, un signore che va a prendersi la macchina in
garage senza pretendere l'auto blu. Eppure la Casa reale da cui discende ha
regnato in Francia per molti secoli, ben più a lungo di quanto non abbiano fatto
i Savoia in Italia...». «Sono richieste da avanspettacolo», faceva eco Alessandro
Cè, capogruppo della Lega alla Camera. Aggiungeva la senatrice della Margherita,
Patrizia Toia: «Avevano detto che sarebbero tornati in Italia da privati
cittadini. L'avvocato di Milano, l'operaio di Mirafiori, il commerciante di
Foggia o la casalinga di Voghera hanno per caso tutto quello che hanno richiesto
questi nuovi cittadini? Non mi pare. E allora, se vogliono un consiglio, i
Savoia restino dove sono». E Stefano Covello, primo firmatario in Cassazione
della richiesta di referendum contro il rientro dei Savoia, chiedeva al presidente
della Repubblica di non firmare la legge costituzionale sul rientro dei
discendenti dell'ex casa regnante. «Si è raggiunto il colmo della misura».
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