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Il Giornale
Domenica 14 febbraio 2010
IL MOVIMENTO INDIPENDENTISTA BATTE CASSA
«Due miliardi dai Savoia per il saccheggio del 1849»
Due miliardi di danni, in euro, come risarcimento per quanto Genova ha subìto
durante il saccheggio del 1849. A liquidarli, pronta cassa, al Comune sono chiamati
gli eredi di Casa Savoia, in particolare quell’Emanuele Filiberto che si fregia
del titolo di principe e imperversa da qualche tempo in tv, da «Ballando con le
stelle» ai salotti della domenica, fino all’imminente Festival di Sanremo. È lui
a dover raccogliere, secondo il Mil-Movimento Indipendentista Ligure di Vincenzo
Matteucci e Franco Bampi, lo scomodo testimone degli antenati che si sono resi
responsabili - sono sempre Matteucci e Bampi a sottolinearlo - di nefandezze
non da poco, culminate con il «sacco» alla città della Lanterna di metà Ottocento.
Su questo il Mil non transige, soprattutto dopo che Gaeta ha lanciato una vera e
propria «Guerra ai Savoia» affidando all’avvocato Pasquale Troncone l’incarico
di chiedere il risarcimento danni alla Casa reale per i danni provocati dall’assedio
del 1860-61. Danni quantificati, in realtà, in «soli» 220 milioni di euro, mentre
Genova punta a due miliardi netti, e senza sconti». Del resto, lo stesso Bampi,
docente universitario e appassionato cultore di Storia locale, ricorda come le
vicende del fatidico ’49 siano immortalate «chiaramente nella targa che il Comune
ha posto in piazza Corvetto» e recita: «Nell'aprile 1849 le truppe del re di Sardegna
Vittorio Emanuele II al comando del generale Alfonso La Marmora sottoposero l'inerme
popolazione genovese a saccheggi bombardamenti e crudeli violenze provocando la
morte di molti pacifici cittadini aggiungendo così alla forzata annessione della
Repubblica di Genova al Regno di Sardegna del 1814 un ulteriore motivo di biasimo
affinché ciò che è stato troppo a lungo rimosso non venga più dimenticato il comune
di Genova pose». Certo, non sarà questo lo spirito migliore con cui entrare nell’anno
di vigilia del 150° anniversario dell’Unità d’Italia che si terrà nel 2011. Ma - come
sostiene anche il sindaco di Gaeta, Antonio Raimondi - non sembra nemmeno giusto
rifiutarsi di «riconsiderare alcuni aspetti del passato, per rafforzare la propria
identità nazionale che deve basarsi sulla giustizia e sulla verità storica». Anche
a suon di miliardi.
FeR
[Ferruccio Repetti]
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