Per il presidente uno scivolone... regale
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Corriere Mercantile Domenica 19 agosto 2001

Regione - Dopo l'incontro con Vittorio Emanuele,
Biasotti investito dall'ennesima polemica

Per il presidente uno scivolone... regale

    Il Presidente della giunta regionale, Sandro Biasotti
Sandro Biasotti

«Robe estive...». Sandro Biasotti le liquida così. E senza dubbio di "robe estive" si tratta, visto che l'aumento delle temperature ha portato anche un surriscaldamento del clima politico nella maggioranza polista che sostiene il presidente della giunta regionale ma che, negli ultimi tempi, ha mostrato parecchi segni d'insofferenza proprio nei confronti del presidente Biasotti.

L'ultima polemica ha un sapore decisamente balneare, visto che nasce dall'incontro, dai presunti risvolti politici, fra Biasotti e il principe Vittorio Emanuele di Savoia. Incontro avvenuto nei giorni scorsi nell'isola di Cavallo, in territorio còrso, dove si trova la residenza di Vittorio Emanuele. Questo meeting balneare non è piaciuto affatto a Franco Bampi, dirigente genovese di Forza Italia, il quale, ricordando il sacco di Genova ad opera dei Savoia nel 1849 e l'avallo di Casa Savoia alle leggi razziali del 1938, si augura che Biasotti abbia incontrato Vittorio Emanuele solo a titolo personale e non nelle vesti di Presidente della Regione Liguria.

Ma Biasotti, dalla Sardegna, rassicura: «È stato un incontro in costume da bagno, assolutamente informale e privato - dichiara - Abbiamo parlato di pesca visto che Vittorio Emanuele è un pescatore. Non abbiamo toccato nessun tema politico e non l'ho invitato in Liguria». Insomma tanto rumore per nulla, secondo il Governatore.

Vittorio Emanuele di Casa Savoia    
Vittorio Emanuele

È l'episodio di per se potrebbe anche avere scarso rilievo se non fosse che le critiche di Bampi arrivano dopo una lunga sequela di insofferenze estive nella coalizione di centro destra. Sono recenti, infatti, i malumori di una parte di An per la nomina di un leghista in giunta al posto di Giacomo Gatti, di An (passato dalla Formazione all'Industria). Malumori seguiti a breve distanza dagli strali del consigliere regionale forzista, Luigi Morgillo, che aveva criticato Biasotti per le decisioni relative ad alcune nomine e per non aver saputo garantire la compattezza della maggioranza nel voto su alcune questioni strategiche, come il Piano regolatore portuale e i provvedimenti sui parchi, Sono dei giorni scorsi, infine, le polemiche di An e Lega sul tentativo di "avvicinamento" di Biasotti ai Ds, e quelle del coordinatore regionale di An, Giorgio Bornacin, sulla gestione dell'emergenza incendi.

Ma il Presidente minimizza: «Sono robe estive, da stress - commenta - d'altra parte chi mi critica sono sempre gli stessi: Bornacin, Morgillo... Non si può certo pretendere che 50-100 persone siano sempre d'accordo su tutto. Comunque - aggiunge - se si stufano possono mandarmi a casa quando vogliono, basta che si mettano d'accordo. Io sto bene dove sto e credo che anche la mia maggioranza stia bene al governo della Regione. Tutto il resto sono discorsi estivi...»


J'ACCUSE DI FRANCO BAMPI

«I Savoia "nemici" di Genova»

    Questo sono io in una orribile foto!
Franco Bampi

Una "Lettera aperta al Presidente della Regione Liguria, Sandro Biasotti": è quella scritta da Franco Bampi, esponente genovese di Fi dopo aver saputo dell'incontro fra Biasotti e Vittorio Emanuele. Bampi confessa al Presidente di essere rimasto «molto male, da ligure e da genovese, quando nella Sacra Sede del Governo della Liguria, tu hai ufficialmente ricevuto Marina Doria; moglie del Savoia la cui Casata da sempre ha fatto tantissimo male a Genova, ai Genovesi e ai Liguri», e ricorda il sacco di Genova del 1849 quando, «su ordine di Vittorio Emanuele II i bersaglieri comandati da Alfonso La Marmora bombardarono, saccheggiarono, uccisero, stuprarono donne, rubarono arredi sacri, in una parola misero per tre giorni al sacco la città di Genova». In quell'occasione, ricorda, Vittorio Emanuele II definì i genovesi «vile e infetta razza di canaglie». Bampi si augura, quindi, che Biasotti abbia incontrato Vittorio Emanuele solo a titolo personale e che si sia «ben, guardato dall'invitare ufficialmente a Genova un discendente di quella Casa Savoia che, come disse il rabbino Toaff, porta ad onta indelebile le leggi razziali del 1938 e, aggiungo io, il sacco di Genova del 1849».

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