"Sacco" del 1849, chiesti 70 mila miliardi di lire
Avanti Savoia, ora risarciteci
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Vittorio Emanuele
di Savoia |
AVANTI Savoia, purché paghino il pedaggio: lo chiede il senatore diessino Aleandro
Longhi, in una interpellanza ai Ministri della Giustizia, degli Affari Esteri,
dell'economia e delle infrastrutture. La questione sollevata da Longhi è una richiesta
di risarcimento dei danni causati dai Savoia alla città di Genova nell'aprile del 1849,
quando Vittorio Emanuele II (dopo che, ricorda il senatore, la Repubblica di Genova,
allora stato sovrano ed indipendente, fu riunita al regno di Sardegna per
"decisione illegittima del congresso di Vienna"), ordinò la repressione
di un'insurrezione. I danni di quel "sacco" furono valutati da un'apposita
commissione nel giugno dello stesso anno. Il conto, dice il senatore Longhi, fu di
721 mila e 273 lire dell'epoca: «aggiornando il valore della lira di allora in base
al costo attuale della mano d'opera per una giornata di lavoro, considerato che il
danno calcolato dalla commissione non tenne conto dei danni morali ma solo di quelli
materiali, applicando un modesto tasso di interesse del 5 per cento, si ottiene
l'importo di 70.876 miliardi di lire, corrispondenti a 36.604.399,179 Euro». Questo,
dunque il "pedaggio" che gli eredi dei Savoia dovrebbero pagare ai genovesi,
ora che hanno avuto il via libera per il loro rientro in Italia.
"Si chiede di sapere - scrive Longhi - se sussistono elementi concreti
sull'obbligo di risarcimento nei confronti del Comune di Genova da parte degli eredi
di Casa Savoia o in subordine che almeno chiedano ufficialmente scusa e perdono alla
città ed ai cittadini di Genova».
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