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N. 37


C O N S I G L I O    C O M U N A L E


Seduta pubblica del  08.10.2002


V E R B A L E

 

CCLXXVI                              MOZIONE N. 26/IMI – MOZIONE DEL GRUPPO
L.N.L.P. IN MERITO RICONOSCIMENTO DANNO
CAUSATO ALLA CITTÀ DI GENOVA DA CASA
SAVOIA.

 

"Premesso che:

in data 18 luglio '02 il Senatore della Repubblica Aleandro Longhi ha inoltrato un'interpellanza risposta scritta (allegata) al Ministro della Giustizia, al Ministro degli Affari Esteri, al Ministro dell'Economia e delle Finanze, al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti per "sapere se non sussistano elementi concreti per il riconoscimento del danno causato alla città di Genova dal Re Vittorio Emanuele II, mandante del "Sacco di Genova" dell'aprile 1849, e sull'obbligo del risarcimento nei confronti del Comune di Genova degli eredi, gli attuali componenti di Casa Savoia, o, in subordine, che almeno gli eredi della Casa Savoia chiedano ufficialmente scusa e perdono alla città e ai cittadini di Genova";

la notizia dell'interpellanza è apparsa in data 18/7/02 sulla testata "la Repubblica";

i fatti indicati a corredo e a supporto della richiesta del Senatore Longhi sono avvenimenti storici assolutamente accertati e dei quali la popolazione genovese e ligure ha ancora oggi viva memoria;

il Sacco di Genova fu atto infame da parte dell'allora Governo Sabaudo di Vittorio Emanuele II il quale, dopo aver fatto massacrare i Genovesi non esitò a definirli "vile infetta razza di canaglie";

CONSIDERATO CHE:

in data 9/4/02 anche il Consiglio Provinciale di Genova ha approvato, con larghissima maggioranza, una mozione che evidenzia e ribadisce i principi e i valori che hanno caratterizzato la storia della Liguria;

RITENUTO INFINE CHE

sia significativo rimarcare ed evidenziare la correttissima affermazione del Senatore Longhi, secondo cui "la perdita, illegittimamente subita, dell'indipendenza di un popolo (in questo caso di quello Ligure), dei suoi valori e della sua civiltà è inestimabile e non risarcibile se non con il ristabilimento del diritto leso";

SI IMPEGNANO IL SINDACO E LA GIUNTA

a sostenere, con un proprio autorevole intervento presso i citati Ministri, la richiesta del Senatore Longhi esprimendo la piena condivisione di tutte le motivazioni e la necessità di un effettivo rimborso da parte dei Savoia che mai hanno rinunciato al loro ruolo di eredi della Casa Regnante.

Firmato: Rixi (L.N.L.P.)
In data: 25 luglio 2002"

RIXI (L.N.L.P.)

"Cari colleghi, vorrei in questo momento parlare più come cittadino genovese che non come capogruppo di un partito politico. Ho qua con me vari documenti storici, anche la copia di una lettera firmata da Vittorio Emanuele, che riguardano affermazioni pesanti sulla nostra città nel 1849.

Non è però mia intenzione far sì che questa mozione venga valutata in un'ottica solamente storica, perché oggi siamo alla vigilia del rientro in Italia di Casa Savoia.

Il senatore Longhi, senatore del Centro Sinistra, ha presentato in Parlamento un'interpellanza su questo argomento, e qualcuno dice che lo ha fatto in modo provocatorio.

Sicuramente però oggi ci sono da affrontare alcuni problemi che il rientro dei Savoia pone alle nostre istituzioni. Primo problema è emerso da alcune dichiarazioni dei Savoia, riguardanti una possibile richiesta di risarcimento da parte dello Stato italiano nei loro confronti, soprattutto per quanto riguarda il patrimonio personale che ammonterebbe circa a 1.500 miliardi.

Oltre a questo ci sono state altre dichiarazioni da parte di personaggi monarchici che vanno in trasmissioni televisive a dire che nella situazioni italiana dove abbiamo una Destra che loro ritengono in difficoltà e una Sinistra completamente disorganizzata forse si potrebbe ripensare ad una alternativa monarchica per il nostro paese.

In questa ottica credo che una città come Genova che ha subito da Casa Savoia prima la privazione del suo diritto all'indipendenza durante il Congresso di Vienna e poi l'infamia di un re che ci ha definito una razza vile e infetta, ecco in questa ottica credo sia giusto chiedere che, se da parte di casa Savoia ci sono iniziative di questo genere, soprattutto di risarcimento di danni, la nostra città si faccia portavoce della volontà dei cittadini di ribadire il fatto che noi con il Referendum abbiamo sancito la Repubblica e che loro vogliono indietro il loro patrimonio, la nostra città vuole che le siano restituiti i crediti sia economici che politici che abbiamo nei confronti della Casa Savoia.

Vorrei sottolineare che è lungi da me l'idea di vietare a chiunque di entrare o di lasciare il suolo italiano, anzi secondo me è giusto che i Savoia possano rientrare ... INTERRUZIONI ... dicendo "chiunque" intendo dire chi non abbia commesso reati o sia in procinto di farli ... INTERRUZIONI ... bè, ovviamente sui clandestini c'è una legge che dà direttive precise!

Comunque, detto questo, vorrei che se gli eredi maschi di casa Savoia rientrano in Italia, lo facessero come semplici cittadini, non con pretese ipotetiche portate magari avanti da studi legali o quant'altro per dare seguito a pretese di risarcimento ecc.! In Italia abbiamo tanti problemi per cui mi sembra assurdo pensare che il Governo dia 1.500 miliardi di risarcimento a questa gente, quando poi abbiamo ancora oggi incontrato i lavoratori della Marconi che un impegno finanziario molto inferiore potrebbero vedere risolti i loro problemi!

Chiedo che dalla città di Genova arrivi ai Savoia un monito di non alzare troppo le loro pretese: ben vengano in Italia ma come semplici cittadini.

Il mio intento è che se questa mozione sarà approvata il Comune di Genova potrà sempre far valere i suoi crediti passati sia politici che economici".

DAGNINO (D.S.)

"Mi sento in dovere di dire che auspicherei che il Consiglio Comunale non perdesse molto tempo in questo tipo di discussioni, anche alla luce delle vicende che abbiamo toccato anche poco fa. Questo lo dico personalmente: mi vergogno un po' a dovere discutere dei moti del 1849, ma mi tocca e lo faccio.

L'intervento del collega è stato un po' diverso rispetto a quello che è contenuto nella mozione, nel senso che il giudizio storico sul comportamento di Casa Savoia per noi rimane ed è quello di tutta una storiografia, ossia molto severo, molto critico, soprattutto alla luce del comportamento di Casa Savoia durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale, durante gli anni del Fascismo.

Tuttavia io volevo intervenire per cercare di mettere un po' di ordine su questa questione. Noi crediamo che il discorso del 1849 sia un ordine di problemi diverso rispetto al problema del rientro di Casa Savoia in Italia, e parlando di quello vorrei dire due cose su cui presenteremo anche un ordine del giorno. La cultura di Sinistra ha sempre creduto che la conoscenza e la valorizzazione della propria storia sia indispensabile proprio per l'identità di un popolo, e io credo che oggi lo sia ancora di più, soprattutto nei confronti delle nuove generazioni che vivono un tempo ormai destoricizzato, un tempo frammentato all'oggi: le giovani generazioni hanno difficoltà a vedere il passato e il futuro, e questo è un grosso problema.

Secondo noi è quindi importantissimo fare il possibile per valorizzare la propria storia, e credo che la cultura della Sinistra italiana abbia contribuito molto in questo senso.

Certo è che il futuro di una comunità si deve costruire su questa consapevolezza ma non su un uso di episodi storici presi in modo frammentario, decontestualizzati, usati in modo neppure troppo corretto: io non mi voglio addentrare in questo episodio del 1849 ma si potrebbero dire tante cose. Vorrei solo dire che la logica del risarcimento è molto delicata, perché la storia è fatta di guerre, di violenze, la stessa città di Genova si è fatta promotrice più di una volta di violenze terribili nei confronti di altre città, e su questo potremmo aprire un lungo elenco, a cominciare da Pisa, da Savona che non si è più ripresa, ecc.

Pertanto la nostra posizione è quella di cercare di focalizzare in modo diverso il problema, così come abbiamo cercato di fare con il nostro ordine del giorno che sottolinea l'importanza della storia come elemento fondante dell'identità di un popolo ma, nello stesso tempo, una coscienza che la storia è fatta di innumerevoli episodi di violenza e guerra che Genova ha subito spesso ma di cui spesso si è fatta promotrice.

Con questo ordine del giorno proponiamo che il Sindaco e la Giunta si facciano promotori di un'iniziativa che potrebbe essere, per esempio, un convegno storico, una iniziativa di conoscenza che ricordi le violenze del 1849, sottolineando proprio il carattere mazziniano dei moti del '49 e che furono repressi, quindi il carattere mazziniano e repubblicano di questi moti. È importante vedere questo avvenimento in quest'ottica perché è uno dei primi episodi che porta al Risorgimento e all'Unità d'Italia, concetto molto importante perché è un filo rosso che lega la storia d'Italia a partire dalla metà dell'Ottocento."

FRANCO (LIGURIA NUOVA)

"Vorrei proporre una modifica dell'ordine del giorno: "impegna il Sindaco e la Giunta a trovare uno spazio nell'atrio di Palazzo Tursi per affiggere una lapide ove si ricordino le vittime delle violenze del 1849, sottolineando il carattere repubblicano e mazziniano di quei moti che furono uno dei primi episodi di un percorso che maturò successivamente nel Risorgimento Italiano, nell'Unità d'Italia e nella Repubblica Italiana"

Nel precedente ciclo amministrativo ricordo che il Sindaco era d'accordo sul fatto di trovare uno spazio nell'atrio di Palazzo Tursi per una lapide di questo genere, anche perché poco tempo fa si pose nell'atrio una lapide dedicata alla Regina Maria Cristina che si sposò all'Acquasanta. Quindi, per par condicio e per ricordare i nostri concittadini genovesi, propongo di fare questa modifica".

DAGNINO (D.S.)

"Siamo d'accordissimo, anzi la ringrazio per l'aggiunta della frase "Unità d'Italia e della Repubblica Italiana" perché in effetti completa il nostro pensiero".

RIXI (L.N.L.P.)

"Sulla mozione ovviamente voto a favore e, quando lo avrò meglio preso in visione, probabilmente voterò anche a favore dell'ordine del giorno perché secondo me vanno a coprire due aspetti diversi, uno culturali e uno più politico.

Mi stupisce l'osservazione della collega dei D.S. perché è stato proprio un Senatore dei suo partito a portare la mozione nel Parlamento Italiano ... INTERRUZIONI ... credo più sensato portare questo argomento nella città di Genova, che ha subito i danni, piuttosto che al Parlamento".

COSTA (F.I.)

"Ricordo che in questa sala nel passato ciclo abbiamo avuto modo di discutere dei problemi dei Savoia, dei danni arrecati, ecc. Però la mozione presentata dal collega Rixi fa riferimento ad una iniziativa strumentale, ripeto strumentale, del Senatore Longhi che ha utilizzato questa della quale, quando era qui come Presidente del Consiglio Comunale, non gli importava niente infatti negli interventi che faceva dimostrava per queste cose scarsa attenzione; però, nel momento in cui si è seduto sulle poltrone del Senato, allorché doveva fare opposizione, ha trovato questo appiglio, si è ricordato di questa cosa che aveva sentito nel Consiglio Comunale di Genova, cosa a cui non aveva dato alcuna importanza, tant'è vero che noi avevamo audito anche associazioni di cittadini genovesi che si occupavano di questa cosa, ma lui non gli aveva dato alcuna importanza perché non gliene importava niente! Ora ha utilizzato questo argomento in chiave strumentale per cui noi, anche se capiamo lo spirito di alcuni cittadini e di Rixi, non possiamo dare il nostro voto favorevole a questa mozione, non tanto nel merito degli argomenti che riguardano aspetti più storici e culturali che politici, ma perché danno un avvallo ad una iniziativa politica strumentale di un Senatore della Repubblica, dei DS, che ha utilizzato questo argomento in chiave strumentale perché ha dimostrato, nei suoi comportamenti politici, di non interessarsi a questa cosa!

Non possiamo quindi essere favorevoli a questo tipo di iniziativa, tuttavia, rendendoci conto dello spirito che ha animato il collega Rixi della Lega, il nostro sarà un voto di astensione. La stessa dichiarazione vale per l'ordine del giorno presentato dai D.S.".

POSELLI (P.R.C.)

"Esprimo il voto per il gruppo di Rifondazione Comunista. Il nostro giudizio è positivo sull'ordine del giorno presentato dalla collega Dagnino, per le motivazioni dalla stessa espresse e che condividiamo. Dichiaro invece che il mio gruppo non intende essere presente al voto sulla mozione in quanto ritiene che, indipendentemente dell'uso più o meno strumentale che si vuole fare dell'iniziativa del collega Longhi, e pur condividendo un giudizio critico pesante che viene dato alla monarchia Savoia non solo per quanto riguarda la città di Genova ma per tutta la nostra nazione, sia assolutamente assurdo condividere parte del nostro tempo e della nostra responsabilità per decidere su una cosa di questo genere che va contro qualsiasi tipo di senso rispetto al significato che può avere discutere o meno su eventuali rimborsi, o spese e danni morali nei confronti di vittime di una situazione storica che appartiene al passato, quando la Repubblica di Genova aveva subito questo sia pur grave insulto.

Noi riteniamo che il Consiglio Comunale abbia compiti importantissimi e fondamentali legati al presente, infatti eravamo profondamente convinti che oggi fosse importante interrompere la seduta per discutere di problemi relativi all'oggi e al domani della città.

Crediamo di non dover prestare il fianco ad una cosa che riteniamo insostenibile, tenendo conto che le stesse forze che presentano in Consiglio Comunale questa richiesta sono tra quelle che hanno votato a favore del rientro dei Savoia in Italia".

DELPINO (D.S.)

"Faccio una dichiarazione personale, non parlo a nome del mio gruppo, faccio una dichiarazione ... poi se il mio gruppo si vuole dissociare... !

Anche io sono tra coloro che ritengono che nell'hit parade delle cose da discutere in questa aula, il problema del risarcimento dei Savoia venga appena appena dopo la retrocessione della sestrese nel girone d'Eccellenza, che è un fatto importante! Visto però che Costa ha fatto questo gioco della strumentalizzazione, mi vedo costretto ad intervenire! Lui strumentalizzerebbe, come voto, il punto di vista di Rixi che ha strumentalizzato Longhi, che a sua volta ha strumentalizzato... ecco, in questo gioco delle strumentalizzazioni voglio strumentalizzare qualcosa anche io. Per questo voglio ricordare che, certo, è una mozione molto pesante, infatti non sono assolutamente d'accordo sul fatto di citare un risarcimento materiale anche perché , contrariamente ai vostri partiti, i Savoia li farei rientrare tutti, ma al Pantheon; per me questa sarebbe l'unica condizione che io detterei per il rientro dei Savoia: rientrate pure, ma state tranquilli al Pantheon!

C'è anche un riferimento ad una mozione approvata in Consiglio Provinciale il 9 aprile 2002, che ha tra i firmatari anche il capogruppo di Forza Italia Ferruccio Barnaba, e che era approvata nel senso di enfatizzare il ruolo della Repubblica di Genova nel senso progressista e riformatore, citando quattro o cinque valori che sono ancora attuali, secondo me: uno, tirato un po' per i capelli, è la forma istituzionale repubblicana, che era una repubblica un po' particolare, aristocratica, ma aveva un ordinamento interno di stampo federalista che è l'antitesi del federalismo berlusconiano ... INTERRUZIONI ... è l'antitesi, nel senso che avete inventato un nuovo centralismo basato sulle Regioni, mentre vi ricordo che la Repubblica genovese aveva un suo federalismo di stampo interno! Importante era anche la centralità del lavoro, la tolleranza cosmopolita perché, se vogliamo, era una Repubblica multietnica... Questo è il contenuto dell'ordine del giorno approvato in Provincia.

Siccome nella mozione c'è questo riferimento storico che secondo me ha una certa attualità, se si ha l'avvertenza di togliere quel riferimento al risarcimento materiale che è anacronistico, abnorme, io mi sento di votare a favore sia della mozione presentata dal dottor Edoardo Rixi, sia a favore dell'ordine del giorno nel quale mi riconosco senza dubbio di più (se si trattasse di dare dei voti, darei certamente un 9 all'ordine del giorno e un 6+ alla mozione!)".

DAGNINO (D.S.)

"Il nostro gruppo voterà contro la mozione presentata dal collega Rixi non tanto per questi temi di strumentalizzazione politica, ma ci sembra che sia molto confusa dal punto di vista dell'impostazione e del pensiero che vuole trasmettere. La Storia è una cosa seria, per cui è necessario fare attenzione a frasi come "non consideriamo legittime le risoluzioni del Congresso di Vienna del 1815" perché sono affermazioni estremamente confuse; la storia di Genova è importantissima ... INTERRUZIONI ... abbiamo messo un po' d'ordine in questa tematica, tutto qui! La storia è qualcosa che ha una tradizione, una letteratura, della storiografia, dei dati oggettivi!

Naturalmente votiamo a favore dell'ordine del giorno che abbiamo presentato".

FRANCO (LIGURIA NUOVA)

"Il Senatore Longhi chiede in subordine anche ufficialmente le scuse della Casa Savoia. Mi sembra strano che dia fastidio che i Savoia chiedano scusa: recentemente ha chiesto scusa l'On. Fini per le leggi razziali, ha chiesto scusa il Santo Padre quando è andato in Sudamerica per tutti gli orrori delle Inquisizioni, ha chiesto scusa la Regina Elisabetta ai Maori, quando è andata in Australia... Insomma tutti chiedono scusa però la città di Genova non può chiedere delle scuse! Non mi sembra una richiesta tanto difficile, tanto pesante, mi sembra una cosa legittima!

Signori, ricordiamoci che sono nostri concittadini, sono morti per un ideale giusto, forte, non vedo perché si debbano ricordare i morti del '45 e non quelli del 1849! Ci sono dei cittadini genovesi che hanno dato la loro vita per un ideale forte, di libertà, per la Repubblica di Genova, quindi non vedo perché non si debbano onorare! Pensiamo se uno di noi qui in aula avesse avuto un bisnonno tra quei morti! saremmo stati contenti? Non credo!

La morte per un grande ideale come quello che portò ai Moti del 1949 va onorata! Ho teso una mano al vostro ordine del giorno proponendo una lapide da mettere a Palazzo Tursi ... INTERRUZIONI ... quello degli Alpini in Afghanistan è tutto un altro discorso!

Non entro in merito alla strumentalizzazione vera o presunta, anche perché abbiamo a Genova una associazione che si è sempre battuta per questo riconoscimento, abbiamo un Senatore della Repubblica che ha chiesto almeno delle scuse ai Savoia, e io credo che una lettera di scuse potrebbe costituire almeno una rappacificazione culturale fra Genova e la Casa Savoia! Non vedo nulla di male in tutto questo, come non vedo nulla di male nel mettere una lapide (anche perché in fondo ne abbiamo messo una per la Regina Maria Cristina) per ricordare i nostri concittadini morti nei Moti del 1949.

Certo che non è piacevole pensare che i nostri concittadini più di 150 anni fa sono stati definiti "una razza canaglia": mi sembra che noi genovesi abbiamo un passato molto glorioso, di cui essere fieri, quindi non vedo perché una Casa reale ci abbia definito in quel modo. Credo che si possano anche accettare sia l'ordine del giorno come è stato integrato e la mozione per chiedere scuse ai Savoia.

Come gruppo di Liguria Nuova siamo liberi, comunque, di votare secondo coscienza".

RIXI (L.N.L.P.)

"Ho spiegato prima il motivo per cui volevo ci fosse una precisazione su un eventuale risarcimento anche pecuniario, nel senso che sarebbe rimasto agli atti che si chiedeva il risarcimento di un credito che, se un domani i Savoia pensassero di chiedere indietro il loro patrimonio, a quel punto si sarebbe potuta opporre la richiesta del Comune di Genova.

Comunque, proprio per portare avanti questa mozione e arrivare alle scuse formalizzate ai genovesi, sono disposto a ritirare la richiesta di un risarcimento pecuniario, e mantenere il resto della mozione. Quindi accetto la proposta di modifica".

ASSESSORE BORZANI

"Personalmente non credo che il Consiglio Comunale non possa avere al suo interno anche dei momenti che assumano un tratto simbolico e attraverso cui si possa discutere di quelli che sono i valori, la memoria, i sentimenti di identità di una città. Non credo che questo sia qualcosa che non sta nei compiti di questa aula.

Credo che però purtroppo, e questo non dipende solo da questa aula, troppo spesso queste discussioni sono prive - e parlo per me per primo - di un reale livello di autorevolezza morale e di reale riconoscimento in quello che è un percorso della storia della città. Rischiano di essere (e purtroppo lo abbiamo verificato anche oggi) degli elementi che non servono a rinfocolare, a ricostruire, a ridefinire dei percorsi anche di memorie non conosciute, ma tante volte assumono un aspetto di uso pubblico, politico della storia, e allora in questo senso la Storia non accetta di farsi riscrivere né nelle aule dei Consiglio Comunale né nelle aule dei Tribunali.

C'è stato purtroppo molto spesso, nell'arco di questi anni, un uso politico della Storia, teso a riscrivere tutta una serie di vicende della nostra storia nazionale, e questo non è servito a far crescere il sentimento di appartenenza, ma è servito semplicemente ad allontanare rispetto ad un patrimonio di valori e di esperienze.

Detto questo, ricordo che c'è un libro ripubblicato non tantissimi anni fa di Celesia Alizieri che riprende gli avvenimenti del 1848/49. Credo che già faremmo una bella cosa se tutti fossimo più informati di quello di cui stiamo parlando. Sarebbe cosa utile, anche perché altrimenti rischiamo di assumere dei pezzi importanti della città senza il dovuto valore non solo dell'evento storico, ma anche di quella necessaria umiltà che gli aspetti simbolici sempre devono possedere al loro interno, e quale percorso di relazione tra passato, presente e futuro.

Da questo punto di vista io credo che la riflessione sul 1849 sia un riflessione centrale nella storia dell'età contemporanea della nostra città perché nel 1849 viene reso ulteriormente visibile quel ruolo che Genova ha giocato per la realizzazione dell'unità nazionale e il ruolo specifico del Risorgimento genovese nell'ambito del Risorgimento nazionale. E permettetemi di dire che da questo punto di vista il Risorgimento genovese era repubblicano, mazziniano, era legato alle prime culture operaie delle Società di Mutuo Soccorso, e quindi c'è un legame fortissimo tra quel Risorgimento e la nuova battaglia di libertà del 1945.

Non sarebbe giusto contrapporre le vittime del 1849 a quelle del 1945 perché c'è un legame di continuità e di valori in quell'insurrezione genovese che era in primo luogo una insurrezione contro gli austriaci e un appello di Genova, insieme ad altri percorsi che in uel momento si stavano sviluppando in Italia, alla mobilitazione nazionale che si riteneva casa Savoia non in grado di assumere! Il nodo dell'insurrezione genovese che poi assume anche aspetti forti, connotati di protesta sociale, era la volontà dei genovesi: Genova era una città cosmopolita risorgimentale, nel senso che tutti i profughi che provenivano da altri paesi si radunavano a Genova, e questo ha fatto sì che Genova fosse particolarmente rilevante anche per un altro simbolo nazionale importante, ossia il Tricolore esposto per la prima volta al Carlo Felice ... e riparlare del Tricolore in alcuni momenti oggi sarebbe un ulteriore elemento di importanza culturale!

L'esperienza genovese era l'esperienza di accoglienza di chi lottava per l'unità nazionale, l'insurrezione nasce perché non si riconosce nei Savoia la volontà di perseguire il percorso di unità nazionale ma di cercare un armistizio con l'Impero Austro-Ungarico che tendesse addirittura a tornare indietro rispetto al Congresso di Vienna.

Da questo punto di vista l'esperienza genovese è particolarmente importante ed è quel filo rosso che lega Genova all'unità nazionale, come lega Genova nel 1945, unica città che si libera, indipendentemente dall'arrivo delle truppe anglo-americane, ma con un moto di insurrezione che nasce al proprio interno. Ecco, questi sono gli elementi della riflessione su cui dobbiamo costruire il nostro percorso.

C'è un'altra partita, che è un'altra cosa rispetto a questo, e sarebbe di questi temi non in quest'aula, anche se forse più nobilmente in quest'aula se ne potrebbe parlare, che è quello legato a Casa Savoia: quel giudizio dei genovesi su Casa Savoia io credo fosse storicamente condivisibile, come credo sia storicamente condivisibile una richiesta di scuse a Casa Savoia (personalmente lo ritengo!), non solo per Genova ma per l'avvento del Fascismo, per la Seconda Guerra Mondiale, per le leggi razziali: questa è la separazione netta che c'è stata fra l'Italia e Casa Savoia, e da questo punto di vista credo che mischiare le due cose, se mi permette consigliere Rixi, non sia stata cosa utile.

Da questo punto di vista io credo che noi dobbiamo forse accogliere la proposta presentata da alcuni gruppi, almeno credo sia giusto farlo da parte dell'amministrazione.

C'è una bella lapide di Ceccardo Roccatagliata Ceccardi che purtroppo è chilometrica (ma si può ridurre!) che penso possa essere collocata degnamente a ricordo di questi fatti. Questo è un impegno che sta nei compiti dell'amministrazione e che credo quindi l'amministrazione possa assumere.

Credo invece che per quanto riguarda la mozione sia giusto che l'amministrazione inviti il Consiglio Comunale ad assumere la posizione che riterrà opportuna".

GUASTAVINO - PRESIDENTE

"Invito il Consiglio Comunale a votare l'ordine del giorno e la mozione. Viste le modifiche apportate all'ordine del giorno, vi do lettura del testo integrale comprensivo delle modifiche:

"Il Consiglio Comunale, premesso che:

la conoscenza e la valorizzazione della propria storia è fondamentale per la coscienza e l'identità di un popolo;

il futuro di una comunità si costruisce sulla consapevolezza del proprio passato ma non su rivendicazioni sterili;

la storia della nostra Città ha visto innumerevoli episodi di guerra e di violenza dei quali Genova è stata a volte vittima ma a volte attiva protagonista;

il giudizio storico sulla monarchia dei Savoia resta assai severo e critico, anche e soprattutto per il comportamento tenuto durante il fascismo e la seconda guerra mondiale;

IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA

a trovare uno spazio nell'atrio di palazzo Tursi per affiggere una lapide ove si ricordino le vittime delle violenze del 1849, sottolineando il carattere repubblicano e mazziniano di quei moti, che furono tra i primi episodi di un percorso che successivamente maturò nel Risorgimento italiano, nell'unità d'Italia e nella Repubblica italiana.

Proponenti: Maggi, Dagnino, Pilu (DS); Gustavino (Margherita); Nacini (PRC); Bianchi (P.d.C.I.); Morelli (Verdi)"

Esito della votazione dell'ordine del giorno: approvato con 30 voti favorevoli, 3 contrari (A.N.) e 7 astenuti (F.I.: Cecconi, Costa, Garbarino, Grillo, Pizio; LIGURIA NUOVA: Benzi, Vacalebre).

Esito della votazione della mozione: respinta con 8 voti favorevoli; 18 voti contrari (Adorno, Barbieri, Cosma, Dagnino, Farello, Fedrazzoni, Frega, Guastavino, Lecce, Maggi, Morettini, Pasero, Pilu, Porcile; VERDI; MARGHERITA; Bernabò Brea; Benzi); 8 astenuti (Murolo, Praticò; Vacalebre; FI).

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