Io, mammeta e tu
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Il Secolo XIX Giovedì 20 marzo 2003
Lettera del giorno

Io, mammeta e tu

In verità l'arrivo dei Savoia è stata una mezza catastrofe. E, ciò, mi dispiace. Premetto che non sono monarchica, oggi, ma un tempo lo fui. Prima della fuga di Vittorio Emanuele III° con Badoglio al seguito. Aver lasciato la propria Patria, letteralmente scappando, ha deluso tutti gli italiani. Specialmente le persone anziane non lo hanno dimenticato. Dei giovani nulla si può dire data l'ignoranza storica studiata nelle scuole del dopo guerra.

Mi duole che i giovani Savoia debbano pagare il tradimento del nonno e avrebbero fatto meglio a non tornare in Italia, dato che l'italiano ha memoria di ferro ed in special modo i meridionali. Purtroppo Vittorio, principe di Napoli, non raccoglie le simpatie degli italiani, forse anche per la sua gioventù scapestrata che lo ha portato, troppo spesso, sui rotocalchi per le sue bravate. Ora, non può pretendere di essere accolto a braccia aperte dal popolo ed ossequiato come dovrebbe essere per un nobile di tale stirpe. Pure il figlio Filiberto: per quale motivo si è dato agli spot pubblicitari? Non certo per denaro, ovvio. Solo esibizionismo puro. Quale differenza dalla casa del Duca Amedeo d'Aosta, ove regnano onore, senso del dovere e del nome che porta. Se si dovesse votare, pura utopia, un nuovo regnante, il povero Vittorio, principe di Napoli, avrebbe la delusione più grande della sua vita, poiché il cugino Amedeo lo sconfiggerebbe ad oltranza.

Cari Savoia, mi duole dirlo, ma con le pretese che, accuratamente celate, per riavere le vostre dimore, i vostri beni, siete stati troppo precipitosi nell'avanzare certe possibilità. Vivendo in Svizzera da lunghissimo tempo, non vi siete resi conto che in Italia vige una democrazia, tutta particolare e anomala, ma che non metterà mai in pratica il detto: «Date a Cesare ciò che è di Cesare, e a Dio ciò che è di Dio». E voi, mi duole, non siete né di Cesare, né di Dio. Indi, che la pace sia con voi!.

Lillina Parodi 
Imperia 

Cara amica, sbarcando a Napoli con la loro regale ora di ritardo, i tre Savoia-Doria pensavano forse di trovarsi dinanzi a quel popolo che Achille Lauro sapeva amministrare, prima delle elezioni con la scarpa sinistra, e, dopo le elezioni, con la scarpa destra. Ma gli anni sono passati e ogni caricatura partenopea è passata di moda. Napoli, oggi, è una città moderna e di cultura.

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