MOMENTI DI TENSIONE E TAFFERUGLI FUORI DAL
DUOMO PARTENOPEO
Mil genovese contro i Savoia
Gli indipendentisti hanno manifestato nel capoluogo partenopeo
Ieri, a Napoli, per manifestare contro il rientro dei Savoia, c'erano anche
gli aderenti al Mil (Movimento indipendentista ligure). «Siamo soddisfatti
per il fatto che Vittorio Emanuele ed i suoi familiari sono solo riusciti a
parlare con il cardinale, ma non hanno avuto la possibilità di entrare nella
cattedrale a causa della contestazione della gente» afferma compiaciuto Franco
Bampi, segretario del Mil. «Abbiamo distribuito più di tremila volantini -
continua Bampi - nel quale erano spiegate le ragioni della nostra solidarietà
agli amici meridionali, i quali da sempre devono subire ingiustizie. Il gesto
è stato particolarmente apprezzato dalle gente campana, che ci ha applauditi
a lungo».
Bampi ha poi ribadito le motivazioni dell'avversione del Mil ai Savoia.
«Sono ritornati in Italia senza chiedere perdono per tutto quello che i loro
avi hanno procurato, in termini di violenze ed abusi, al popolo italiano».
In cima alla lista di accuse il Mil colloca «il "saccheggio di
Genova", autorizzato nel 1849 da Vittorio Emanuele II, con stupri,
uccisioni e ruberie. I morti di questo massacro giacciono ancora in una
fossa comune nella chiesa del Padre Santo, mentre il re responsabile è onorato
con la statua in piazza Corvetto» denunciano Bampi e Vincenzo Matteucci,
presidente del Mil. Proprio per queste ragioni gli "indipendentisti"
hanno voluto essere presenti a Napoli, con una grande bandiera «della gloriosa
Repubblica di Genova, listata a lutto per i morti del 1849. Il Mil - spiegano
Matteucci e Bampi - ha invitato anche le Istituzioni (Comune, Provincia e
Regione) a mandare loro delegazioni con le bandiere listate a lutto, ma non
ha ricevuto alcuna adesione».
La giornata che ha contrassegnato il ritorno dei Savoia è stata caratterizzata
da alcuni momenti burrascosi. Davanti al Duomo ci sono stati alcuni tafferugli
tra i manifestanti ed i sostenitori della Casa Reale. Un gruppo di contestatori
è sceso delle gradinate della chiesa ed ha raggiunto un gruppetto di monarchici
strappando loro la bandiera con lo stemma sabaudo. La bandiera è stata poi presa
dai militanti di Forza Nuova, anch'essi presenti davanti al Duomo, che hanno
tagliato lo stemma sabaudo e lo hanno bruciato. Gli stessi aderenti a Forza
Nuova hanno poi "imbracciato" la bandiera per fare il saluto romano.
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