«Poiché è diritto di qualsiasi cittadino di chiedere di essere ricevuto da Lei, Santo Padre, Le chiediamo ufficialmente che, prima di ricevere i Signori Savoia, che le avrebbero chiesto udienza appena rientrati in Italia, voglia ricevere ufficialmente una delegazione del nostro Movimento che, in circa cinque anni di ricerche, ha raccolto una corposa e notevole documentazione sul caso Genova-Savoia». È quanto scrive il Mil, Movimento indipendentista ligure, in una lettera aperta inviata al papa Giovanni Paolo II. «I Savoia, per secoli, - scrivono il presidente Vincenzo Matteucci ed il segretario Franco Bampi - hanno sempre tentato di conquistare anche militarmente il territorio ligure, affinché i suoi abitanti, da liberi cittadini della Repubblica, diventassero sudditi della loro Monarchia. I cittadini della Comunità Genovese e Ligure hanno dovuto subire al Congresso di Vienna del 1814-15 la soppressione arbitraria della loro indipendenza per essere annessi, come sudditi nel regno di Sardegna dei Savoia. Mentre le altre popolazioni della penisola italiana, compresa quella di Roma, che pure hanno subito la soppressione della loro indipendenza, hanno potuto votare i "plebisciti di annessione" al regno d'Italia, per sanare l'evidente violazione del Diritto Internazionale commessa dai Savoia. Lei giustamente ha chiesto perdono per le violenze commesse dalle Crociate quasi mille anni fa. Gli attuali eredi dei Savoia devono sentire l'obbligo morale di chiedere perdono». [ Indietro ] |