«Ma i Savoia chiedano perdono»
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Corriere Mercantile Martedì 16 luglio 2002

IL MIL E LA REPRESSIONE DELLA CITTÀ

«Ma i Savoia chiedano perdono ai genovesi prima di tornare in Italia»

Vittorio
Emanuele

con il figlio e
Emanuele
Filiberto, il
rientro in Italia
degli eredi
maschi di casa
Savoia sta
suscitando la
protesta di
quanti non
dimenticano
che nel 1849,
l'allora sovrano
Vittorio
Emanuele II,
ordinò di
reprimere nel
sangue la
ribellione degli
insorti

Devono chiedere perdono alla città per la sanguinosa repressione ordinata da Vittorio Emanuele II prima di chiedere la benedizione del Santo Padre. Questa l'opinione del Movimento indipendentista ligure sul ritorno dei Savoia in Italia. Il Mil, guidato dal medico Vincenzo Matteucci (presidente del Movimento) e dal professore universitario Franco Bampi (candidato sindaco alle passate amministrative), ricorda che la città non ha dimenticato quanto avvenne cento cinquant'anni fa quando l'allora sovrano ordinò ai bersaglieri di reprimere nel sangue la ribellione degli insorti della Superba che non intendevano subire supinamente l'annessione al regno. Fu un massacro. I numero dei morti non é mai stato reso noti. Mil, interpretando i sentimenti di molti genovesi, che non hanno dimenticato quell'orribile "pagina del Risorgimento", ha scritto una lettera aperta al Santo Padre spiegando «abbiamo appreso - si legge nel testo - che i Savoia si apprestano a venire presso di Lei affinché "benedica il loro ritorno in Italia" poiché abbiamo apprezzato molto il perdono che Lei Santo Padre, ha chiesto per le violenze fatte durante le Crociate, ecc. riteniamo doveroso informarlo che un antenato degli attuali Savoia, Vittorio Emanuele II, è stato responsabile nell'aprile del 1849, di un vero e proprio "sacco di Genova" durante il quale sono state depredate anche chiese, spogliati altari, ecc... e presso la chiesa del Padre Santo sono ancora raccolti in una cripta i morti che i frati francescani avevano raccolto per la città». Il Movimento indipendentista precisa poi che «di tutto ciò gli attuali Savoia non hanno mai chiesto perdono alla città come invece Lei ha fatto per "colpe" non sue, ma che vedevano coinvolta la Chiesa di mille anni fa».

Ma non é tutto, il colpevole "silenzio" dei Savoia su quanto avvenne all'ombra della Lanterna, ha suggerito al Mil di iniziare una «campagna con "banchetti per la raccolta di firme" per una petizione che chiederà alle attuali autorità genovesi e liguri di iniziare una vertenza giudiziaria nei confronti degli attuali Savoia affinché rispondano civilmente dei danni materiali e morali causati dal loro avo». Non si tratta di una richiesta di risarcimento inopportuna ma un fatto di giustizia come precisa lo stesso Mil spiegando «riteniamo infatti che, se gli attuali Savoia, diventando a tutti gli effetti cittadini italiani, potranno usufruire dei patrimoni e delle ricchezze lasciate loro in eredità dai loro avi, debbano anche rispondere civilmente dei danni causati alla comunità genovese dai loro stessi avi».

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