IL MIL E LA REPRESSIONE DELLA CITTÀ
«Ma i Savoia chiedano perdono ai genovesi prima di
tornare in Italia»
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Vittorio
Emanuele
con il figlio e
Emanuele
Filiberto, il
rientro in Italia
degli eredi
maschi di casa
Savoia sta
suscitando la
protesta di
quanti non
dimenticano
che nel 1849,
l'allora sovrano
Vittorio
Emanuele II,
ordinò di
reprimere nel
sangue la
ribellione degli
insorti |
Devono chiedere perdono alla città per la sanguinosa repressione ordinata da
Vittorio Emanuele II prima di chiedere la benedizione del Santo Padre. Questa
l'opinione del Movimento indipendentista ligure sul ritorno dei Savoia in Italia.
Il Mil, guidato dal medico Vincenzo Matteucci (presidente del Movimento) e dal
professore universitario Franco Bampi (candidato sindaco alle passate amministrative),
ricorda che la città non ha dimenticato quanto avvenne cento cinquant'anni fa quando
l'allora sovrano ordinò ai bersaglieri di reprimere nel sangue la ribellione degli
insorti della Superba che non intendevano subire supinamente l'annessione al regno.
Fu un massacro. I numero dei morti non é mai stato reso noti. Mil, interpretando i
sentimenti di molti genovesi, che non hanno dimenticato quell'orribile "pagina
del Risorgimento", ha scritto una lettera aperta al Santo Padre spiegando
«abbiamo appreso - si legge nel testo - che i Savoia si apprestano a venire presso
di Lei affinché "benedica il loro ritorno in Italia" poiché abbiamo
apprezzato molto il perdono che Lei Santo Padre, ha chiesto per le violenze fatte
durante le Crociate, ecc. riteniamo doveroso informarlo che un antenato degli attuali
Savoia, Vittorio Emanuele II, è stato responsabile nell'aprile del 1849, di un vero
e proprio "sacco di Genova" durante il quale
sono state depredate anche chiese, spogliati altari, ecc... e presso la chiesa del
Padre Santo sono ancora raccolti in una cripta i morti che i frati francescani
avevano raccolto per la città». Il Movimento indipendentista precisa poi che «di
tutto ciò gli attuali Savoia non hanno mai chiesto perdono alla città come invece
Lei ha fatto per "colpe" non sue, ma che vedevano coinvolta la Chiesa di
mille anni fa».
Ma non é tutto, il colpevole "silenzio" dei Savoia su quanto avvenne
all'ombra della Lanterna, ha suggerito al Mil di iniziare una «campagna con
"banchetti per la raccolta di firme" per una petizione che chiederà alle
attuali autorità genovesi e liguri di iniziare una vertenza giudiziaria nei confronti
degli attuali Savoia affinché rispondano civilmente dei danni materiali e morali
causati dal loro avo». Non si tratta di una richiesta di risarcimento inopportuna
ma un fatto di giustizia come precisa lo stesso Mil spiegando «riteniamo infatti che,
se gli attuali Savoia, diventando a tutti gli effetti cittadini italiani, potranno
usufruire dei patrimoni e delle ricchezze lasciate loro in eredità dai loro avi,
debbano anche rispondere civilmente dei danni causati alla comunità genovese dai
loro stessi avi».
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