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Testo della Petizione all'UE
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Al Parlamento Europeo
PETIZIONE
Richiesta di risarcimento del danno causato da Casa Savoia alla
città di Genova nell’aprile 1849.
Premesso
- che la Repubblica di Genova, stato sovrano e indipendente per oltre 700 anni, venne
riunita nel 1815 al Regno di Sardegna per decisione illegittima del Congresso di Vienna;
- che tale decisione fu illegittima ed arbitraria essendo contrari sia il legittimo
e sovrano Governo, che in data 26 dicembre 1814 emanò un proclama di protesta, sia il popolo tutto
tanto che il re Vittorio Emanuele I di Savoia rinunciò a sanare tale illegittimità
mediante plebiscito certo del voto contrario del popolo genovese e ligure;
- che dopo la sconfitta di Novara del 23 marzo 1849 e l'abdicazione di Carlo Alberto
in favore di Vittorio Emanuele II il popolo genovese insorse sperando di riottenere
la perduta indipendenza;
- che, su ordine di Vittorio Emanuele II, tale insurrezione fu duramente repressa
dai bersaglieri del Generale Alfonso La Marmora nel vergognoso "Sacco di Genova" dei primi dell'aprile 1849 quando la
città fu abbandonata alla soldataglia bersagliera che uccise, stuprò giovani donne,
rubò, dissacrò chiese e conventi per ben trentasei lunghissime e interminabili
ore;
- che, dopo il Sacco, re Vittorio Emanuele II scrisse una lettera in francese al generale La Marmora
complimentandosi per aver ben operato in Genova e definendo, nel contempo, i genovesi
«vile e infetta razza di canaglie»;
Rilevato
- che, passato il periodo più cruento, in data 14 giugno 1849 venne redatta la
"Relazione
della commissione per l'accertamento dei danni" che riporta i seguenti danni:
(1) Danni causati dalle bombe, ecc. L. 75.717,97, (2) Danni dei danneggiati
L. 645.555,90, per un importo totale, valutato in Lire del 1849, di L. 721.273,87;
- che questa nota dei danni fa unicamente capo a furti, stupri, rapine e altro,
perpetrati da singoli o gruppi di soldati contro la popolazione, ma non fa riferimento
ai danni ed alle morti procurate dal furioso cannoneggiamento effettuato dalle truppe
di La Marmora contro la città, che colpì in particolare l'ospedale di Pammatone, fatto
questo anche rimarcato all'interno della relazione dove si legge: «Ma, signori, la
cifra dei danni materiali è un nulla se noi badiamo al modo col quale furono inferti,
e pensiamo al danno morale gravissimo che ne emerse (...)»;
- che, a titolo di esemplificazione, aggiornando
il valore della lira del 1849 al valore attuale (febbraio 2002) in base al costo della
mano d'opera per una giornata di lavoro, si ottiene la seguente stima: 1 Lira del 1849
= 66.500 lire del 2002;
- che pertanto il danno (parziale) stimato dalla relazione in Lire del 2002 vale
L. 47.964.712.355;
- che applicando un modesto interesse composto del 3% per 150 anni si ottiene
l'importo di 3948 miliardi di Lire corrispondenti a Euro 2.038.971.837;
- che applicando un più ragionevole tasso di interesse composto del 5% si ottiene
l'importo di 70876 miliardi di Lire corrispondenti a Euro 36.604.399.179;
Considerato
- che Casa Savoia è erede del re Vittorio Emanuele II che tanti danni e lutti causò
ai cittadini genovesi;
- che gli eredi ereditano sia il patrimonio sia i debiti dei propri antecedenti
(tanto è vero che esiste l'istituto di accettazione dell'eredità con beneficio di
inventario);
- che il Parlamento italiano si sta apprestando a far rientrare i Savoia concedendo
loro la pienezza dei diritti civili, e quindi delle relative responsabilità civili;
- che la perdita, illegittimamente subita, dell’indipendenza di un popolo (in questo
caso di quello ligure), dei suoi valori e della sua civiltà è inestimabile e non
risarcibile se non con il ristabilimento del diritto leso;
SI CHIEDE
che il Parlamento Europeo si pronunci sul riconoscimento del danno causato alla città
di Genova dal re Vittorio Emanuele II, mandante del Sacco di Genova dell'aprile 1849, e
sull'obbligo del risarcimento nei confronti del Comune di Genova degli eredi, gli attuali
componenti di Casa Savoia, delegando poi l'onere dell'esecuzione all'istituzione meglio
vista.
Franco Bampi
Segretario del M.I.L.-Movimento Indipendentista Ligure
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