Una striscia per i Savoia
Con la scusa del rientro dei Savoia, la trasmissione televisiva Uno
mattina di Rai Uno ha iniziato una striscia (quotidiana?) ad essi dedicata.
Martedì tale rubrica è arrivata alla apoteosi: un'intervista al cd. Duca
D'Aosta, condita con un gruppetto di persone fornite di cartelli inneggiati
a Vittorio Emanuele e bandiere con lo stemma reale. La conduttrice ha subito
riferito essere una manifestazione non prevista e del tutto casuale.
Mi chiedo se tale rubrica, che in sé non ha nulla dell'informazione
giornalistica (a stento potrebbe trovare giustificazione come cronaca
mondano-vippaiola), non sia in realtà un'operazione ben orchestrata di
convincimento, di «lavaggio del cervello» per i telespettatori. Allo scopo di
assuefarli all'idea che con il (possibile) ritorno dei Savoia, la Repubblica
sia in scadenza, cessi anch'essa i suoi effetti.
Stupisce inoltre che nessuna forza politica abbia avuto nulla da obbiettare
di fronte ad una così sfacciata operazione di lobby, senza tener in conto che
si stanno raccogliendo firme per un referendum costituzionale e che questa
trasmissione altro non è che uno spot anticipato per il comitato pro Savoia.
Un risultato è già stato ottenuto: sono presenti più nobili, aristocratici
o presunti tali nelle trasmissioni della tv pubblica italiana che in ogni altra
tv di stato d'Europa (ivi comprese le monarchie costituzionali). I Savoia hanno
già ottenuto il loro regno: la Rai.
M.L., Torino
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