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Il rostro del porto di Genova

di L. Cavazzuti

Nell'anno 1597 fu ripescato dalle acque genovesi tra ponte Spinola e la Darsena un rostro con protome di cinghiale. Alla fine del secolo scorso si discusse molto su questo antico bronzo: alcuni lo identificarono come rostro, altri come punta d'ariete, chi lo volle cartaginese o etrusco e chi romano.

Il reperto genovese è in realtà un rostro secondario, che sulle navi da guerra era posizionato al di sopra dello sperone principale sia con funzioni decorative sia con chiare valenze offensive; infatti impiegato in ausilio del tridente aveva soprattutto la funzione di aumentare lo squarcio della carena avversaria in senso verticale.

Rappresentazioni di navi da guerra armate con questo rostro in forma di protome di animale lo troviamo su un denario di C. Fontelius della fine del II sec. a.C., ad Ostia sul monumento funerario di C. Poplicola datato alla seconda metà del I sec. a.C. ed anche su emissioni pompeiane.

In età imperiale rappresentazioni simili provengono dal pannello dei trofei navali dell'arco d'Orange. Ricordiamo infine il rilievo della collezione Medinaceli di Madrid ove molte delle galere, che si affrontano nello scontro, sono dotate di rostri secondari con protome di ariete. Il rilievo datato generalmente al I-II d.C, è stato recentemente ascritto da L. Basch alla fine della Repubblica.

II rostro di Genova, conservato oggi presso l'Armeria Reale di Torino, trova poi un confronto pregnante in un altro, anch'esso in bronzo e con protome di cinghiale ritrovato in Francia a Fos-sur-mer.

Convegno di Archeologia Subacquea, Anzio - 30, 31 maggio e 1 giugno 1996 - Estratti (abstract) degli interventi

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