Due
parlamentini contro la sfilata del 5 maggio
«Cari bersaglieri
non passerete»
Portoria e Prè contestano la manifestazione
Serrata anti bersaglieri: Portoria, Prè-Molo-Maddalena si oppongono al
passaggio dei bersaglieri durante la manifestazione del 5 maggio prossimo.
Ben quarantamila uomini, muniti di cinquanta fanfare, dovrebbero sfilare nei
quartieri del centro per raggiungere Palazzo Ducale dove verrà inaugurata
una mostra sul celebre corpo militare. Ma, nelle due circoscrizioni genovesi,
non c'è l'intenzione di accoglierli a braccia aperte.
«Nessuno può dimenticare le centinaia di morti del 1849, quando trentamila
bersaglieri piemontesi bombardarono Genova e la misero al sacco compiendo le
più atroci infamie» spiega il presidente del Cdc di Portoria, Giorgio Doro,
che con l'appoggio di alcuni circoli culturali della zona ha deciso di passare
ai fatti. «Questa sera chiederemo al consiglio - aggiunge - di votare un
documento in cui diremo ai bersaglieri di cambiare itinerario. Vogliamo che
sfilata e fanfare rimangano fuori dalla circoscrizione».
E pure nel prossimo consiglio di Pre Molo Maddalena la questione verrà
sottoposta all'attenzione del parlamentino: «Perché aprire le porte della
città vecchia al 5 maggio se gli stessi bersaglieri attuarono una strage
senza scrupoli proprio in queste vie e in questi quartieri?» si domanda Otello
Parodi che, comunque, si rimette alla volontà del suo cdc. «Ritengo più
adeguato - conclude - porre una lapide in onore e commemorazione di chi ha
perduto la vita per colpa dei bersaglieri».
Intanto, a Portoria, anche i circoli culturali scendono in campo contro i
bersaglieri: «II circolo Megollo Lercari aveva già informato l'associazione
nazionale bersaglieri - riprende Giorgio Doro - con una lettera inviata
nell'ottobre del '93. Sembrava che avessero capito, ora invece siamo punto
a capo». Sarà comunque difficile modificare i piani sin qui studiati dalle
autorità, per non parlare della mostra organizzata a Palazzo Ducale.
«A pochi metri - dicono al circolo - dalla cella in cui Jacopo Ruffini,
tormentato dagli aguzzini piemontesi, si dette la morte nel 1833, scrivendo
con il proprio sangue l'invettiva contro l'oppressore».
Ma una soluzione potrebbe esserci per mettere d'accordo entrambe le parti e
spegnere il fuoco delle polemiche: «I bersaglieri - dichiara il presidente
del Cdc di Portoria - potrebbero rendere onore ai caduti genovesi, facendo
per così dire autocritica».
In questo modo si eviterebbero ulteriori discussioni e la manifestazione
dei bersaglieri, che dura fino all'8 maggio, potrebbe svolgersi tranquillamente.
Ma c'è qualcuno, soprattutto nel Centro storico, che appare un po' stupito
e non comprende la violenta polemica suscitata dalla sfilata genovese
dei bersaglieri.
ORIETTA DALL'OLIO
ANDREA CARITENUTO
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