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STATO MAGGIORE

DELLA 6.A DIVISIONE


1.° BULLETTINO

Il 3 corrente mese colle mie prime truppe giunsi a Pontedecimo.

In quello stesso giorno feci una riconoscenza fin sotto S. Pier d'Arena, e vedendo le posizioni mal guardate, l'indomani 4 con sole due Compagnie di Bersaglieri, di pien giorno sorpresi i forti del Belvedere, della Crocetta e della Tanaglia, non che la cinta e le batterie comprese fra S. Benigno e la Tanaglia.

Il domani 5 con 3 colonne attaccai la Città, e malgrado la resistenza oppostami alle barricate e nelle case, m'impadronii in poche ore di tutta la parte che è prima della porta S. Tommaso, ed espugnai la batteria e le porte  della Lanterna, nel mentre che un'altra colonna conquistò tutta la cinta fin sotto al Begatto.

I Soldati combatterono valorosamente, e per ogni dove scacciarono a viva forza i ribelli. I Bersaglieri e l'Artiglieria meritano particolar menzione. Il 18° di fanteria si distinse pure non poco.

Le disposizioni erano date per prendere d'assalto il rimanente della Città, quando furono spediti da essa parlamentari onde implorare una mite capitolazione, ed amnistia generale. Io imposi l'obbligo di rendere i forti e la città senza condizione, e rispetto all'amnistia oggi 6 Aprile feci facoltà ad una Deputazione di recarsi in Torino onde ricorrere direttamente alla clemenza Sovrana, al qual fine si sospesero le ostilità per 48 ore.

Dal Quartier Generale della Porta Lanterna di Genova addì 6 Aprile 1849

Il Luogo Tenente Generale
R° Commissario straordinario

LA MARMORA

Fotocopia del manifesto mi è stata fornita da Gianni Canepa, grande collezionista cui Il Secolo XIX ha dedicato un ampio servizio lunedì 23 maggio 2005.

Clicca per ingrandirla!
Gianni Canepa con il manifesto originale del
12 aprile 1849  firmato dal generale
Alfonso La Marmora dopo il “Sacco di Genova”
(foto Razzore)

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